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Merkel, quando la Germania s’incazza

Da Pukos
Merkel, quando la Germania s’incazza

La Cancelliera tedesca spesso ha cercato di mediare le posizioni di alcuni esponenti del suo Governo, altre volte ha dovuto smorzare i toni delle dichiarazioni un po’ avventata di esponenti della Bundesbank, insomma ha sempre dato prova di diplomazia.

Anche nell’unica volta in cui il suo comportamento è stato assolutamente censurabile, mi riferisco ai “sorrisini” ha l’attenuante che non è stata lei ad iniziare, bensì l’ebete di Sarkozy che l’ha così trascinata in una gaffe della quale penso si vergogni tutt’ora.

Non dimentichiamo, poi, che non deve essere stato facile per lei sopportare quel “nomignolo”, la cui paternità viene attribuita a Silvio Berlusconi.

Insomma alla Merkel vanno riconosciute qualità importanti per un politico, ha dato prova di avere pazienza e capacità di mediazione.

Adesso, però, la misura è colma anche per lei, prima ha sbottato con decisione quando venuta a conoscenza che gli “alleati” americani spiavano il suo cellulare, ed ora è passata alle vie di fatto espellendo dal suolo tedesco il capo della Cia.

Un comportamento che parrebbe assolutamente scontato e naturale per uno Stato che si definisce indipendente, ma che non hanno avuti altri Paesi come Italia e Francia, i quali, quindi, più che alleati degli Stati Uniti si sono dimostrati “sudditi”.

La decisione, ripetiamo, sacrosanta, assunta dalla Merkel ha così evidenziato, ancora una volta, seppur non ce ne fosse la necessità, l’inadeguatezza dell’Amministrazione Obama.

Personalmente l’ho ribadito più volte, ritengo Barack Obama il peggior Presidente nella storia degli Stati Uniti d’America, non tanto per aver spiato i Capi di governo dei Stati alleati, ma per essersi fatto scoprire in maniera così puerile, screditando il suo Paese agli occhi del mondo.

La Germania oggi ha la forza politica ed economica di dire agli Stati Uniti che non possono trattarla al pari degli altri Paesi europei che devono ignobilmente tacere, e non è una cosa da poco.

Per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra mondiale i tedeschi rialzano la testa, non bisogna allarmarsi, ma prenderne atto.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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