Merle Oberon

Creato il 23 novembre 2014 da Eva Gatti @avadesordre

Trentacinque anni fa, il 23 novembre 1979, moriva a Malibù, a soli 68 anni di età, Merle Oberon, stella di prima grandezza degli anni '30 la cui vita sembra uscita da un melodramma, tanto che il nipote Michael Korda a metà anni '80 le dedicò una biografia romanzata dal titolo Queenie che lessi all'epoca: i ricordi sono vaghi ma positivi. Dal romanzo fu tratta anche una miniserie televisiva.

Estelle Merle O'Brien Thompson nasce a Bombay il 19 febbraio 1911 da una coppia mista, padre ufficiale britannico e madre originaria di Ceylon. Recentemente si è scoperto che quelli che Estelle aveva considerato i suoi genitori erano in realtà i suoi nonni e la vera madre della bambina era quella che lei riteneva la sorella maggiore.
Dopo la morte improvvisa del padre nel 1914, la famiglia si riduce a vivere nella più completa povertà a Calcutta. La piccola Estelle si innamora ben presto del cinema e nel '29 incontra un personaggio che le promette di farle fare carriera ma l'uomo scompare quando scopre che è di sangue misto. La ragazza non si perde d'animo e si trasferisce comunque a Londra ma per tutta la vita cercherà di tenere nascoste le proprie origini razziali, presentando la madre come la cameriera e figurando di esser nata in Tasmania: la località australiana risultava più prestigiosa dell'India.
A Londra inizia a lavorare nei night club e a fare la comparsa con il nome d'arte di Queenie O'Brien; la sua carriera decolla grazie all'incontro con il regista Alexander Korda che la vuole per il ruolo di Anna Bolena nel suo capolavoro, Le sei mogli di Enrico VIII del 1933. L'anno seguente sempre Korda, in veste di produttore, la sceglie per il ruolo di Lady Marguerite Blakeney per La primula rossa con Leslie Howard e la regia di Harold Young. Questi sono i due titoli più famosi dei diversi che l'attrice interpreta in quel bienno, nel 1935 è già a Hollywood sotto contratto per la MGM. Esordisce a Hollywood con una commedia musicale accanto a Maurice Chevalier ma è con L'angelo delle tenebre, sempre del 1935, melodramma su due fratelli innamorati della stessa donna, Kitty Vane, che Merle Oberon guadagna la candidatura agli Oscar


La sua carriera è in continua ascesa con film come La Calunnia, la commedia brillante L'avventura di Lady X, fino al ruolo che la consacra all'olimpo cinematografico, quello di Cathy ne La voce nella tempesta, trasposizione cinematografica di Cime Tempestose del 1939 diretta da William Wyler. Nel '39 sposa il suo mentore, Alexander Korda con cui resta legata fino al 1945 e, come tutte le star di grido, si propone per il ruolo di Rossella in Via col Vento.


Nonostante i successi, una tragedia si abbatte sull'attrice: nel 1937, un grave incidente automobilistico le lascia brutte cicatrici sul volto tanto che viene sospeso il kolossal Io, Claudio, in cui doveva interpretare Messalina di nuovo accanto a Charles Laughton, con la regia di Josef von Sternberg. Per permettere all'attrice di continuare a recitare, oltre all'uso del trucco, viene inventato un riflettore compatto che smorza le luci che accentuano i tratti del volto, il disposito si chiama Obie, diminutivo di Oberon ed è progettato dal direttore della fotografia Lucien Ballard, che divenne poi il secondo marito della diva.
La carriera dell'attrice risente comunque dell'incidente e negli anni '40 le interpretazioni si diradano: nel 1941 viene diretta da Lubitsch in Quell'incerto sentimento, remake di un film del '25 del maestro berlinese, Baciami Ancora. Nel 1944 è protagonista del thriller Il Pensionante per la regia di John Brahm; la pellicola è tratta dallo stesso romanzo che aveva ispirato l'omonimo film di Hitchcock del '27.
Nel 1945 è George Sand nel biopic sulla vita di Chopin, interpretato da Cornell Wilde, L'eterna armonia di Charles Vidor.

Dopo una serie di film minori e di apparizioni televisive, la ritroviamo nel 1954 nei panni di Joséphine de Beauharnais in Desirée, regia di Henry Koster, accanto al Napoleone di Marlon Brando.
Nel 1949 è fidanzata con Giorgio Cini (a cui è dedicata la famosa Fondazione veneziana) e lo vede morire sotto i suoi occhi nell'incidente aereo che lo coinvolge. Il suo terzo marito è un altro italiano, l'industriale Bruno Pagliai a cui segue un quarto con cui rimane legata fino alla morte dovuta ad attacco cardiaco.


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