Questa settimana è in corso la 46ª Lunar and Planetary Science Conference ( LPSC) vicino a Houston, il più grande raduno annuale di geologi planetari: quindi, preparatevi perché saranno giorni ricchi di nuovi report!
Iniziamo con Mercurio e la sonda della NASA MESSENGER!
La sonda della NASA MESSEGER ( MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry and Ranging) è un'altra grande missione ormai agli sgoccioli. Giungerà alla fine della sua avventura intorno al 30 aprile, dopo quasi quattro anni di indagini.
Segnò la storia entrando in orbita intorno a Mercurio, il 18 marzo 2011 ( buon anniversario, quindi!), diventando la prima sonda ad orbitare intorno al pianeta più interno del Sistema Solare e la prima a tornare su Mercurio 35 anni dopo la Mariner 10, l'ultima ad aver studiato il pianeta nel 1975.
"MESSENGER è veramente una missione straordinaria" ha dichiarato Peter Bedini della Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory (APL) in Laurel, Maryland, ex responsabile del progetto. "Quando ha iniziato la sua missione primaria, quattro anni fa, la sonda aveva già percorso quasi 8 miliardi di chilometri e completato sei incontri planetari. Solo durante la pre-orbita raccolse più dati del Mariner 10".
"Tutti gli obiettivi della missione primaria sono stati facilmente soddisfatti nel primo anno e tali conclusioni hanno stimolato domande sufficienti per guidare due missioni estese".
Gli ultimi risultati, 15 nuovi documenti, sono stati discussi proprio questa settimana.
Prima di lasciarci, la sonda sta inviando a Terra le migliori immagini di Mercurio, volando a soli 15 chilometri dalla superficie del pianeta.
Gli ultimi scatti pubblicati, svelano ulteriori dettagli sulle riserve di ghiaccio del pianeta più vicino al Sole, dove le temperature superano i 400° Celsius.
I depositi polari si trovano all'interno dei crateri in ombra perenne.
"Stiamo vedendo all'interno di questi crateri che non vedono il Sole, ad una risoluzione più alta che non è stata possibile finora", ha detto in una conferenza stampa Nancy Chabot, del team Mercury Dual Imaging System (MDIS).
Con le ultime riprese la sonda ha scrutato circa una dozzina di crateri vicino ai poli di Mercurio.
A prima vista le immagini non sembrano così significative perché saturate dalle zone illuminate dal Sole ma è bastata qualche elaborazione per rivelare i dettagli in ombra.
Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington
Qui sopra il cratere Fuller (chiamato così in onore dell'architetto americano Buckminster Fuller), di 27 chilometri di diametro, ripreso dalla Wide Angle Camera (WAC) dello strumento MDIS.
Le nuove riprese hanno permesso di notare altre caratteristiche. Ad esempio, nel frame in basso a sinistra, le frecce gialle indicano una zona a bassa riflettanza il cui bordo appare netto e ben definito a questa risoluzione (46 metri per pixel). Ciò suggerisce che il materiale, probabilmente ricco di sostanze organiche volatili, già rilevate dalla sonda, è sufficientemente giovane e non si è ancora miscelato con il circostante. I modelli della temperatura per l'interno del cratere Fuller, suggeriscono che la superficie si mantiene sufficientemente fredda per ospitare del ghiaccio d'acqua a poca profondità ma è, invece, troppo calda per ospitarlo in superficie.
In apertura, una mappa termica della regione del polo nord di Mercurio, dove i colori che vanno da rosso al viola indicano le temperature massime biennali registrate che vanno rispettivamente oltre i 400 K (127° C), fino ai 50 K (-223 ° C).
Mercurio è anche famoso per lunghe creste e scarpate che attraversano la superficie per centinaia di chilometri, probabilmente risalenti alle prime fasi di formazione quando il pianeta si raffreddò. Ora, che MESSENGER sta volando più vicino, è riuscita a vedere le versioni in miniatura dell' Enterprise Rupes, la più grande scarpata di Mercurio lunga 1000 chilometri, con un rilievo di 3 chilometri.
Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington
Queste piccole scarpate sono meno di 10 chilometri di lunghezza ed hanno rilievi di poche decine di metri. Potrebbero essere relativamente giovani ed alcune, attive ancora oggi.
Lanciata il 3 agosto del 2004, la sonda ha 10 anni di volo sulle spalle e, anche se i suoi strumenti sono tutti perfettamente operativi, il sistema di propulsione è agli sgoccioli. A causa della vicinanza con il Sole, MESSENGER deve lottare costantemente per mantenere la traiettoria ed ogni manovra necessario per ripristinare la quota, contribuisce a svuotare le riserve di propellente. Oggi la squadra effettuerà la prima delle cinque manovre finali di correzioni orbitali progettate per mantenere la sonda in volo per altre 4 settimane o giù di lì, forse fino al 30 aprile. A distanza di pochi mesi, sembra di rivivere gli ultimi istanti di un'altra gloriosa missione, Venus Express.
Altre immagini della sonda MESSERGER sono disponibili qui: http://messenger.jhuapl.edu/gallery/sciencePhotos/
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