Ci siamo quasi. Mancano solo pochi giorni al 21 dicembre e poi il mondo si spegnerà. Eppure, più si avvicina la fatidica data e più l’interesse per la fine della nostra civiltà sembra scemare. Nemmeno le dichiarazioni del presidente russo Medvedev (¨gli alieni sono tra noi¨ e chissà che non saranno loro a iniziare un’invasione letale) riescono a destare interesse. I problemi della gente comune sono più terreni: la crisi c’è e picchia duro, fa un freddo bestiale, l’Italia torna in mano al buffone d’Europa.
Messico e Guatemala ci hanno provato ad attirare turisti, con una campagna promozionale diretta ai luoghi di culto degli antichi Maya, ma il flop è stato totale. I messicani, addirittura, si erano avventurati l’anno scorso a stimare l’arrivo di 52 milioni di turisti: alla fine sono stati solo 6. Cancún, Quintana Roo, la Riviera Maya non hanno fatto registrare nessun incremento particolare nel flusso turistico. La causa principale: mancano i soldi. Il battage pubblicitario della campagna ¨Fin del Mundo¨ non è stato sufficiente –dicono gli albergatori- e si è potuto organizzare davvero poco. Rimane però la speranza che i luoghi specifici della mitologia Maya, a cominciare dalla piramide di Chichén Itzá, si riempiano proprio nel fine settimana lungo, quello che va dal 21 –che cade proprio di venerdì- al 23 dicembre. Qui è in programma la manifestazione ¨Fin de la Cuenta Larga Maya¨, dove si darà sfogo a tutti i cerimoniali pre-ispanici, in quella che vuole essere un’esaltazione della cultura maya e non un inno al catastrofismo. Se qualcosa cambierà sarà solo la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, nulla di cui preoccuparsi. I maya contemporanei, tanto per intenderci, non stanno dando nessuna importanza particolare alla prossima data del 21 dicembre, che ritengono un’invenzione di pseudo-scientifici e di scaltri imprenditori: loro saluteranno il ciclo del dio Baktun ed entreranno in una nuova sequenza del loro complicato sistema come sempre hanno fatto, con una cerimonia di buon auspicio.
Anche così, il 12% degli americani (dall’Alaska alla Terra del Fuoco) crede che il 21 dicembre il mondo finirà. Qualcuno ha preso le dovute precauzioni, costruendosi un rifugio a prova di bombe e radiazioni, altri sono pronti a trasferirsi in quei pochi eletti luoghi dove –chissà perché- la fine non arriverà. Caustico, il National Geographic ha posto tra le dieci scoperte scientifiche del 2012, proprio l’affresco maya che smentisce la profezia. Sulla parete di un’antica casa del sitio archeologico di Xultún risulta il disegno di una corte reale e calcoli che indicano che la Terra sopravviverà per molte migliaia di anni ancora. Appuntamento rimandato, quindi.
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