Alzi la mano chi, almeno una volta, non ha sentito dire: “ingrasso solo respirando” oppure: “come fa quello a mangiare tutto quello che vuole senza essere obeso?”. Frasi e domande dette a caso, ma che in alcuni casi, dal punto di vista metabolico, hanno un fondo di verità.
Uno studio condotto negli anni ’80, pubblicato su “Metabolism”, porta come esempio il comportamento difettoso del metabolismo sulle persone obese. Secondo questo studio, la parte del metabolismo che ha la funzione di mantenere costante il peso corporeo, attraverso la dissipazione tramite calore dell’energia introdotta con gli alimenti, presenta un evidente mal funzionamento.
Per capire tutto questo iniziamo a capire cos’è il metabolismo:
DEFINIZIONE: Il metabolismo è la spesa energetica del nostro organismo utile per affrontare tutte le sue funzioni fisiologiche. Esso si può dividere in tre meccanismi metabolici: metabolismo basale, metabolismo termogenico e metabolismo per attività.
METABOLISMO BASALE
il metabolismo basale rappresenta la minima spesa energetica per la sopravvivenza dell’organismo. Esso costituisce il 65-75% del metabolismo totale, di cui il 50% è implicato nella gestione della temperatura corporea. Il metabolismo basale diminuisce del 2-3% circa ogni decade di vita, a causa della diminuzione delle attività cellulari e della diminuzione della massa magra. Le sue variazioni tra gli individui dipendono soprattutto dalla muscolatura, dalla superficie corporea, dalla massa magra (tutto ciò che non è tessuto adiposo), dai livelli ormonali circolanti e dalla genetica. Le donne hanno un metabolismo basale inferiore rispetto agli uomini (5-10% in meno), a causa della minore quantità di massa magra e della maggiore quantità di tessuto adiposo.
METABOLISMO TERMOGENICO
è la capacità delle cellule di produrre calore. Esso è rappresentato da una parte obbligatoria, per il mantenimento della temperatura corporea a 37° C, e da una parte facoltativa innescata per la produzione di calore in seguito ai cambiamenti della temperatura ambiente. Un aspetto della termogenesi è quella indotta dalla dieta (TID). Essa si compone di due varianti, quella obbligatoria dovuta alla quantità di energia spesa per la digestione, l’assorbimento e l’utilizzazione degli alimenti, e quella facoltativa, determinata dall’ingestione di un pasto, la cui funzione è essenziale affinché si abbia la dissipazione dell’energia, sottoforma di calore, quando l’introito calorico eccede le necessità dell’organismo. Questo meccanismo ancestrale è molto importante per mantenere costante il peso corporeo nel tempo.
METABOLISMO LEGATO ALL’ATTIVITA’ FISICA
L’ultimo meccanismo metabolico è il dispendio energetico legato all’attività, definito come la spesa energetica della vita di relazione. Esso comprende sia il dispendio energetico per l’esercizio fisico programmato come lo sport, sia un dispendio energetico, definito N.E.A.T. (nonexercise activity thermogenesis), che interessa tutte le calorie che si bruciano con quei piccoli gesti quotidiani, come camminare, scendere e salire le scale, cucinare, lavare i piatti, fare lavori manuali ecc..
Riprendendo lo studio pubblicato su “Metabolism” si afferma che la risposta metabolica susseguente all’assunzione di cibo o all’esposizione al freddo (come abbiamo visto definita termogenesi facoltativa), è meno importante negli obesi rispetto alle persone normopeso. Questo studio ha dimostrato, per la prima volta, che negli obesi esiste una maggior conservazione dell’energia e una minor spesa energetica in seguito a stimoli esterni. Ulteriori studi hanno definito che la causa del problema è la parte facoltativa della termogenesi, la quale non riesce a fare il proprio dovere rispetto al motivo per cui è stata creata.
COME DIAGNOSTICARE I DIFETTI DEL METABOLISMO?
Valutiamo la differenza tra lo stimare e calcolare del metabolismo:
STIMARE: esistono formule matematiche che tengono del peso, altezza o il calcolo della superficie corporea, che insieme danno una stima del metabolismo basale. I calcoli che venogono fatti sono svariati e tutti fatti in base al soggetto valutato (obesi, normopeso, bambini, adolescenti, anziani). Questi calcoli non sono precisi, infatti danno un errore del 10-30% rispetto al valore reale individuale. L’errore aumenta se la stima viene fatta in soggetti che sono già a dieta o che hanno perso già peso (a causo del cambiamento dello stato di idratazione dell’organismo).
MISURARE: misurare il metabolismo vuol dire effettuare una calorimetria indiretta, una metodica di riferimento veloce e non invasiva. Semplicemente viene misurato il consumo consumo di ossigeno e di anidride carbonica espirata in un certo intervallo di tempo. Questi dati vengono poi rapportati al metabolismo basale, ottenendo quindi l’effettiva misurazione del metabolismo. La misurazione vera e propria del metabolismo pone le basi per un corretto programma nutrizionale. Infatti, dare una dieta molto al di sotto del proprio metabolismo induce una perdita di massa magra, con conseguente diminuzione o blocco del metabolismo stesso. In queste condizioni è più probabile che il dimagrimento si fermi molto presto.
Per effettuare un calcolo ancora più preciso e quindi difetti termogenici o le cause di un dimagrimento lento, è possibile misurare il metabolismo dopo aver assunto un pasto, in modo da verificare se l’organismo risponde ad uno stimolo esterno come l’introduzione del cibo.
Uno degli strumenti di misura è l’Armband, una fascia tricipitale che viene portata durante tutto il giorno. Questo oggetto è in grado di registrare il movimento, la temperatura cutanea, l’accelerazione lineare del corpo ecc. I dati registrati vengono poi elaborati per identificare se il tempo di attività fisica e la sua quantità siano adeguati all’introito calorico. È un ottimo strumento per approfondire lo stile di vita dei soggetti obesi.
INDIVIDUARE LE CAUSE DEL DIFETTO METABOLICO
Sappiamo che l’obesità ed il sovrappeso sono causati da un alimentazione eccessiva rispetto alla spesa energetica giornaliera. Ma in numerosi casi di obesità l’eccesso di grasso non può essere ricondotta a questo semplice rapporto cibo-spesa energetica, il che lascia supporre che vi siano altre variabili in gioco. In questi casi approfondimenti di tipo fisiologico, ormonale e metabolico sono doverosi. Dal punto di vista metabolico abbiamo visto che esistono strumenti in grado di valutare il corretto metabolismo. E’ anche vero che per i soggetti tendenti all’obesità i dati ormonali e metabolici sono spesso di difficile interpretazione. Esistono infatti varianti geniche nella popolazione che permetto all’individuo di incamerare in modo più efficace grasso e varianti geniche che determinano una minore efficienza termogenica nel dissipare energia sottoforma di calore (polimorfismi FTO, Beta e Alfa adrenergici).
Quindi, per queste persone, è fondamentale individuare il difetto metabolico, così da avere un quadro clinico chiaro e intervenire di conseguenza con trattamenti personalizzati, capaci di aumentare l’efficienza metabolica.
In conclusione possiamo dire che probabilmente un obeso non diventera mai uno “smilzo”, ma che attraverso cure mirate possa raggiungere un peso normale e adatto alla propria salute.