Eh gia…è passata una settimana, e io ancora con dei sentimenti contrastanti. La storia è questa, brevemente. Da quando sono venuta a vivere in Italia ho conosciuto un po’ di musica italiana, e mi sono innamorata di alcuni autori, come Ligabue, Battisti, Gabriela Ferri, Elio e le storie tese, il triste Tenco, e certamente Vasco. Con certe canzoni mi commuovo come se fossi cresciuta ascoltandole e facessero parte della mia vita da sempre. Nel top di queste canzoni c’è Alba chiara (lo so, manco un po’ di originalità).
E quindi, vedere Vasco dal vivo era un sogno. Ma non solo per la muscia, ma perché ho questa tendenza malata a crearmi delle utopie, e Vasco rappresentava per me la figura contro sistema, quello che rompe gli stereotipi senza essere un decerebrato, che ha vissuto l’eccesso ed è sopravvissuto, che più invecchia e meglio canta, come Gardel.
Il lato oscuro delle utopie è che non contemplano il male. E quindi ho preso i biglietti a febbraio, sul prato, e mi creai un film su come sarebbe stato vederelo. Bene. Come primo dettaglio banale, nel mio film non si cambiava i vestiti e le scarpe ogni due canzoni, nei miei pregiudizi è troppo da pop star per adolescenti. E invece l’ha fatto. Poi non avevo neanche tenuto conto del fatto che tutto intorno a me (e non parlo di nessuna compagnia di telefonia mobile) sarebbe stato pieno di gente non sballata, di più!!, e che sopra ogni sostanza avrebbero versato litri e litri e litri di birra, diventando mine vaganti, pronti a iniziare una risa se qualcuno osava non riuscire a schivarli mentre dondolavano e saltavano. Quindi io che all’inizio ero tutta entusiasta dopo un po’ pensavo solo a come tornare a casa sana e salva dalle mie bimbe, con il mio special one al completo. Mi tratteneva li, attenta a non finire sotto il vomito di quelli che ormai avevano dato, solo il fatto che volevo sentire Alba chiara. Sentire Alba chiara e poi fuggire, pensavo.
Intanto ero li, che tentavo di spegnere il film, e pensavo che comunque lui è unico, già il suo modo di stare in piede nello scenario è fantastico, pensavo, e lo imitavo per immaginare cosa si sente, aveva San Siro in un pugno. Fino a quando dopo qualche canzone (e i rispettivi cambi costimi) inizia a parlare col pubblico, inizia dicendo che bisogna fare, rischiare, e non aver paura di sbagliare, qui ovazione, e io ci stò. Poi parla di svegliarsi, di essere critici nel confronto dell’informazione, che la televisione non informa. Che la sicurezza che vogliono venderci non è tale ma che invece ci stanno togliendo la libertà piano piano, ovazione e anche qui ci stò. E poi inizia a parlare di incidente autostradali occasionati da gente aloolizata, e a parlare della droga. A dire che un ubriaco che guida mica vuole ammazzare nessuno. Che la droga a ucciso meno persone che l’alcool e quindi non è un problema sociale. Qui il pubblico si divide, c’è chi si eccita e urla “seeee “ a suon di birra (soprattutto intorno a me) e c’è chi inizia a fischiare (soprattutto dalle tribune). Su questo argomento tornerà un po’ di volte per mia grande delusione.
Ma andiamo avanti, l’idea comunque di sentire Alba chiara mi fa ilusione. Arriva il momento di Rewind. E che sorpresa abbiamo?…le velineeeee!!! Al concerto di Vasco!!!!. Magari voi sapete che questo è normale e ve lo aspettate da Vasco, ma nel mio film non c’erano proprio! . Non so quante ballerine seminude che saltellavano da tutte le parti, e mentre Vasco cantava “la la la la la la la, fammi vedere” con tanto di manine a triangolo, loro facevano i gesti per terra per accontentare i maschi che tra sostanze e testosterone hanno dato il meglio.
Dopo questo commento magari pensi che io sia nata vecchia, anch’io l’ho pensato. Ma non credo sia così. L’eccesso l’ho vissuto anch’io, è stata una esperienza, ma non ci torno per niente al mondo. Oggi che sono pazzamente innamorata della vita, che sono felice e in pace con me stessa, piena di amore, vedo chiaramente che l’eccesso non è legato alla vita, ne alla fiesta, ne alla felicità, ne alla ribelione, è solo legato alla necessità di attutire un dolore, di zittire un bisogno, o tanti. Non si è liberi quando non si ha in mano la volontà, non si è liberi con il cervello e la lingua anestetizzati. Perché in questo sono d’accordo con Vasco: la libertà non ci viene data così, non è scontata, bisogna volerla, cercarla, difenderla, ma non credo che la si possa raggiungere zigzagheando.
Infine…ma proprio infine infine, quando ormai stavamo andando…”Respiri piano per non far rumore, ti addormenti di sera, ti risvegli col sole…”
…Ho fatto silenzio nei miei pensieri, spento il film, ho guardato Vasco che era li, a cantare questa meraviglia, e me la sono goduta a lacrima viva, e mi porto il momento nel cuore…
Alla prossima