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Metallo superfluo

Creato il 24 agosto 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Metallo superfluo

Una della più grandi contraddizioni dell’euro, fin dal principio, sono stati i centesimi: non li usa nessuno, appesantiscono tasche e portafogli e tendono a ricoprirsi di una patina verdastra maleodorante. Però continuano ad esistere, nonostante l’iniziativa di più di qualche commerciante che arrotonda a cinque o a zero. Sarà forse grazie ai tanti ,99 che danno vigore alla mai doma moneta da 1 cent.

Il ministro Tremonti si era dimostrato fin da subito possibilista circa l’abolizione: “Sarebbe certamente popolare, ci stiamo pensando, ne abbiamo parlato in sede di Unione Europea”. L’economista Giacomo Vaciago aveva predetto, sbagliandosi, vita breve per i dischi d’acciaio coperti di rame. La prima ad adeguarsi alle disposizioni di Tremonti fu la bouvette del Senato. 

La quantità dei centesimi che circola è impressionante: 6 miliardi e 700 milioni di esemplari. Due miliardi e 600 milioni da 1 cent, 2 mld e 200 da 2 e 1 miliardo e 900 da 5. Il valore nominale è piuttosto alto: 165 milioni, quasi la metà del totale delle monete battute dall’Istituto Poligrafico e dalla Zecca di Stato.

Qualche paese ha già preso provvedimenti: la Finlandia ha cancellato i pezzi da 1 e 2 cent con lo stesso decreto con il quale ha introdotto la moneta unica. Non circolano più neanche in Olanda e Belgio, seppure manchi la formalità. In Italia qualcosa si muove grazie ai commercianti che hanno deciso di farne a meno. Il Comune di Barzago li ha aboliti nel 2002 sul costo dei certificati anagrafici e sugli ingressi agli impianti sportivi.

I centesimi non sono un problema solo dell’euro. In Canada il pezzo più piccolo non è usato da anni ma la zecca continua a batterlo nonostante sia controproducente: costa 1.5 cent realizzarlo. La Svizzera ha messo fuori corso i due cent nel 78, mentre c’è chi resiste per salvare i 5 cent, sebbene per ogni esemplare si spenda più del doppio.


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