Il fulcro del metodo Montessori è un ambiente fatto su misura per il bambino, nell’arredamento e per l’utilizzo di materiali di sviluppo che siano adeguati.
Ma il metodo non è solo questo.
Maria Montessori affermava anche che il metodo si basa sull’osservazione attenta del singolo bambino e sulla preservazione delle manifestazioni spontanee dei bambini.
Il bambino “rivela se stesso” quando viene lasciato libero di esprimersi. Questo pensiero “cozza” con i metodi pedagogici tradizionali in cui l’insegnante è l’unico agente dell’educazione.
La Montessori sostiene che il bambino troppo servito viene leso nella sua indipendenza e la sua mente si atrofizza. Il metodo educativo quindi è basato sulla libertà e deve insegnare al bambino a conquistarla.
L’insegnate deve intervenire il meno possibile e il suo compito è quello di “fare luce” usando tanta pazienza e tanta osservazione.
Quindi E’ il maestro che si adatta all’allievo e non il contrario.
Vediamo meglio la figura dell’insegnate montessoriano. Chi è? Cosa fa? In cosa è diverso dagli altri insegnanti?
Il compito dell’educatore è “gettare un raggio di luce e passare oltre“.
Il compito principale è ottenere la disciplina, ma come?
Se si pensa che la disciplina sia fondata sulla libertà, deve essere attiva.
I “vecchi maestri” disciplinavano i bambini rendendoli silenziosi e immobili.
La disciplina attiva non è facile da capire e ottenere. L’unico limite che deve avere la libertà del bambino è l’interesse collettivo. L’educatore deve impedire al bambino di offendere e nuocere agli altri.
Il maestro dovrebbe acquisire la capacità di diventare osservatore.
L’educatore è una persona che sa essere vicino ai bambini senza essere invadente, che incoraggia con un sorriso, con il cenno del capo o solo con la sua presenza.
Non è facile, il vecchio maestro era la persona che insegnava la disciplina pretendendo il silenzio e l’immobilità, l’insegnante “montessoriano” invece lascia liberi i bambini e osserva.
In uno dei nidi dove ho lavorato, ho imparato l’arte dell’osservazione. Essere presenti ma non invadenti non è facile. Per chi come me ha fatto un percorso tradizionale di studio per fare l’insegnante, non è facile stare un po’ in disparte, incoraggiare i bambini all’azione senza essere la guida che fa vedere come si fa.
Questo per quanto riguarda i bambini piccoli, ma in linea di massima anche per chi frequenta le elementari.
Magazine Bambini
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