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Mette Sophie Gade (coniugata Gauguin), e la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen
Creato il 23 febbraio 2015 da Dede LeoncedisNudo di donna che cuce viene recensito in maniera lusinghiera dalla rivista "Art Moderne":
L'anno scorso, P. Gauguin espose per la prima volta; era una serie di paesaggi, una diluizione di opere ancora incerte di Pissarro; quest'anno, P. Gauguin si presenta con una tela tutta sua, che rivela un incontestabile temperamento di pittore moderno. Porta il titolo: "Studio di nudo": non ho timore di affermare che tra i pittori contemporanei che hanno lavorato sul nudo, nessuno ha ancora dato una nota così veemente ... Che verità, in ogni parte del corpo, in quel ventre un po' grosso che cade sulle gambe
Le cose sembrano funzionare bene, Paul ha un buono stipendio e la famiglia cresce ancora con la nascita di Jean René, ma nel 1882 arriva il tracollo del mercato azionario e Gauguin perde una bella fetta dei soldi che aveva investito. Lascia il mondo della finanza e decide di dedicarsi a tempo pieno alla sua pittura. Per risparmiare, la famiglia si trasferisce a Rouen ma le ristrettezze costringono Gauguin a vendere parte della sua collezione d'arte, che però non basta a coprire il buco. Le condizioni economiche della famiglia si deteriorano rapidamente e Mette torna a vivere dai suoi a Copenhagen, non si sa se per sua scelta spontanea o perchè Paul con bel garbo se l'è voluta levare dai piedi. A Copenhagen trova lavoro come insegnante di francese e nell'estate ritorna a Rouen per convincere il marito a seguirla. Gli dice che i danesi sembrano molto interessati alla pittura impressionista, lui un po' ci crede e un po' pensa che la Danimarca potrebbe essere l'ancora di salvezza, resta il fatto che si rassegna a malincuore a lasciare la Francia e parte nel novembre del 1884. Va a vivere nella casa dei suoceri ma la Danimarca non gli piace, per di più non spiccica una parola di danese e si rende conto subito che la sua arte non interessa a nessuno. Tra alti e bassi resiste fino a giugno poi rifà le valige e se ne torna a Parigi. Non deve essere una decisione presa di comune accordo, perchè da questo momento in poi marito e moglie si rivedranno faccia a faccia ancora una volta sola, nel 1891 anche se non chiuderanno del tutto i rapporti, Gauguin infatti durante il suo peregrinare in giro per il mondo trova il tempo di farsi vivo con qualche lettera in cui, pur vivendo con altre fanciulle con cui gli scappa anche di mettere al mondo altri figli, ha il coraggio di mostrarsi geloso della moglie. Un giorno comunica anche di aver ricavato una discreta somma da un'asta dei suoi quadri, ma naturalmente si guarda bene dal mandare alla famiglia anche un solo centesimo e la povera Mette deve continuare a sgobbare sulle traduzioni dal francese se vuol dare da mangiare ai cinque figli.
Ogni tanto però, insieme alle lettere da Tahiti o dalla Martinica o da Pont-Aven, Paul spedisce un suo quadro.
Diventeranno con gli anni una discreta collezione, circa una quarantina di opere
che Mette, dopo la morte del marito, venderà a Carl Jacobsen, erede della birra Carlsberg, filantropo e appassionato collezionista d'arte.
Nel 1897 Jacobsen infatti, che aveva già regalato allo stato la sua immensa collezione d'arte, aveva voluto dare a tutti i danesi l'opportunità di ammirarla, e aveva fatto costruire la bellissima Ny Carlsberg Glyptotek, un museo che ancora oggi credo si possa ritenere il più bello di tutta Copenhagen, se non altro per il suo luminoso giardino d'inverno
ricco di piante tropicali e coronato da una splendida cupola vetrata, il cui fascino gareggia con le pur pregevoli collezioni d'arte che la Ny Carlsberg Glyptotek riunisce.
E Gauguin non soffre certo di solitudine, visto che nella nuovissima ala francese gli fanno compagnia compagnia, solo per citare qualche nome, Rodin (ma quanti suoi Pensatori ci sono in giro per il mondo?)
e le tenere e commoventi ballerine di Degas
oltre ad interessanti anche se meno conosciute raccolte di arte greca romana, egizia, e una sezione dedicata all'arte etrusca
Per dare uno sguardo anche frettoloso a tutto questo ben di dio bisogna mettere in conto almeno una mezza giornata, e dal momento che non si vive di sola arte, una pausa al caffè è altamente raccomandabile.
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