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Metti una sera a Solza: Tracanna and friends

Creato il 20 luglio 2012 da Scribacchina

Castello Colleoni Solza

Quest’oggi torno a narrarvi del Castello Colleoni di Solza, luogo che ormai vi sarà venuto a noja a furia di leggerne su queste paginette virtuali.
… Che debbo dirvi? Temo sia qualcosa nell’aria, lì, nel luogo natìo del condottiero Bartolomeo, a scioglier le lingue (o le dita, nel mio caso) e a render la parlata facile.
Di più: trasfondere nell’anima quella lieta urgenza di raccontare e di raccontarsi.

Castello Colleoni Solza - cortile interno

Prendete i protagonisti del concerto d’jer sera, giovedì 19 luglio: trio di baldi jazzisti formato dal Tino Tracanna, dal Vittorio Marinoni (sublime artista della bacchetta) e dal Giulio Corini; quest’ultimo è giovine contrabbassista del quale non posso che dirne bene dopo averlo udito prodursi live.

Non era la prima volta che sentivo in concerto il Tino e i suoi sax (eh, quell’incantevole sax soprano, dannazione…); lo ricordavo ottimo artista ma piuttosto serioso, di poche parole.
Jer sera, invece, si lanciò in una teoria di prologhi fitti fitti di ricordi, immagini, suoni.
Ogni brano, un prologo.
Brani presi dalla di lui produzione. Quella più datata.
Ebbene, come non poteva sorridere, la sottoscritta, confrontando mentalmente prologhi odierni+brani datati del Tracanna coi prologhi odierni+articoli datati 
che fan l’ossatura di codesto blog?

Prologare e jazzare risultarono dunque momenti incastrati l’uno nell’altro, in un continuo rimbalzo di parole e di note: Triad, Simplicity, una intrigante Burro Cacao («nella quale daremo sfogo ai nostri peggiori istinti») controbilanciata da una lieve ninna nanna.
E ancora: Kim, «dedicata a una splendida attrice, che non è Kim Basinger ma Kim Novak. Questo brano l’ho scritto dopo aver visto un suo film degli anni ’50… no, non mi ricordo il titolo… però quando l’ho scritto avevo in mente la foto di questa splendida donna, col gatto siamese… non so se avete presente…».
Al momento, l’ammetto, non ebbi presente: Kim Novak la vidi soltanto ne La donna che visse due volte, capolavoro del buon Alfredo Hitchcock. Santissimo Internét mi venne però in aiuto, e scopersi quanto segue: il film cui faceva riferimento il buon Tino era Una strega in paradiso, girato nel 1958. La foto presumo sia questa:

Kim Novak

Nella serata di Solza, il bravo sassofonista citò spesso e volentieri titoli di lungometraggi. Proprio come l’Enrico Rava, credo abbia pure lui una gran passione per la cinematografia, preferibilmente d’antan: «Come dice mio figlio, guardo film “antichi”…».

Potrei ben dire che il prologo più riuscito, breve flash dal passato, fu quello al brano Monkeys, dedicato al jazz club milanese Le Scimmie: «Ricordo con affetto quel periodo: le jam session, la possibilità di conoscere e suonare con tanti jazzisti… Una vita difficile: si tornava a casa alle tre di mattina: alzarsi alle 8 per andare al lavoro, dopo poche ore, era un’impresa».

Brani originali del Tracanna a parte, il trio eseguì pure due standard, l’uno di Monk, l’altro del Sonny Rollins. Brani arricchiti dalla presenza – guest star della serata – di Garrison Fewell, guitarista americano ma di stanza in bergamasca avendo sposato – perdonate la ripetizione – una bergamasca.
Col Garrison sul palco si creò quella lieta atmosfera da jam session: quasi una serata tra amici, colle note al posto delle parole e con tanti, sinceri, bei sorrisi.


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