Io sono come al solito infreddolita e mezza morta di sonno perché le prime ore del giorno sono mie nemiche giurate (a una fotografa di street style che pochi minuti prima di entrare mi ha chiesto di togliere gli occhiali da sole ho risposto che no. Non era il caso. Almeno non prima di mezzogiorno!) ma non appena la musica inizia mi sento subito felice ed emozionata come una bambina, e anche perfettamente sveglia.
Probabilmente perché Moschino per me avrà sempre un significato speciale dato che è stato l’unica vera passione fashion della mia adolescenza. Il primo amore di una ragazzina che un bel giorno si è accorta (con grande disappunto dei suoi genitori) che vestire se stesse è molto più divertente che vestire la propria famigliola di Barbie.
Naturalmente la sfilata mi è piaciuta tantissimo (che ve lo dico a fare?): mi è piaciuta l’ispirazione Sixties e un po’ swinging London, mi sono piaciuti i buffi copricapi presi in prestito dai bobby inglesi, il bianco e nero con tocchi d’argento, i profili a contrasto e i bottoni giganti (vogliamo parlare dei bottoni di Moschino? Mi ricordo ancora con un infinita nostalgia quelli a forma di fiori, di alberi ridenti, di arcobaleni o di Olivie che popolavano le giacchine della mia adolescenza!).
Ma la mia parte preferita è stata la seconda: quella con il tripudio di primavera, di fiori e farfalle, di colori solari e divertenti, di righe e di cuori naif.
Ringrazio Monica e Raffaele del gruppo Aeffe per avermi permesso di vivere ancora una volta questa bellissima esperienza e vi lascio con le immagini dell’incantevole e super colorata parata finale.
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