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Mi avevano detto che la cosa non interessava

Creato il 03 febbraio 2011 da Mcnab75
Mi avevano detto che la cosa non interessava
(tavola di Baltimore: The Plague Ships, di Mike Mignola e Christopher Golden, ucronia horror di cui riparleremo)

Correndo il rischio di citarmi addosso, volevo comunicarvi che il post riguardante i finalisti di Ucronie Impure è stato visitato 1719 volte nella sola giornata di lunedì 31/01. Questo risultato, unito ai 50 racconti pervenuti nel giro di due mesi e mezzo, penso sia un segnale estremamente positivo. Per VOI, non per ME. Anzi, diciamo che lo è per NOI.

Consideriamo anche che l'ucronia è un genere di nicchia. A dir poco.

Questo ragionamento lo fanno anche gli editori, ma in modo malsano. È di nicchia? Allora non rischiamo, e puntiamo invece sul solito commissario, sul vampiro modaiolo etc etc. Ragionamenti già fatti mille volte, ma riassunti con sobria praticità in questo articolo di Massimo Bencivenga, pubblicato su Sullanotizia.com

 

Spostiamo solo di poco l'asse del ragionamento.

 

Ci dicono che in Italia la fantascienza e altri generi (l'horror, il fantahorror, lo steampunk, l'ucronia) non vendono, a meno che non siano legati al mainstream. Dunque gli editori nemmeno più ci provano a proporli, nascondendosi davanti alla solita banalità: “tanto gli italiani non leggono”. Non è mai stato così semplice, per loro, decretare la morte di un qualcosa, senza nemmeno provare a dargli forma.

 

Se questi generi non interessano, allora a Ucronie Impure, al Survival Blog, al concorso Steampunk del Duca, ai progetti di Edizioni XII non dovrebbe partecipare mai nessuno. I nostri blog dovrebbero essere spopolati, lande frequentate solo da un pugno di nerd che passano il tempo a discutere se è più figo Tolkien o Lovecraft.

Invece mi pare che la tendenza sia diversa. E, una volta tanto, i numeri confermano tale teoria. Cinquanta partecipanti per un concorso undeground, per nulla pubblicizzato al di fuori dalla Rete. Almeno venti di questi racconti sono superiori alla media di quelli pubblicati nelle ultime antologie Urania del decennio appena trascorso. Roba che, con un minimo di editing, non sfigurerebbero affato a fianco di alcune pubblicazioni statunitensi o inglesi specializzate nei suddetti generi e sottogeneri.

I numeri parlano chiaro.

 

A questo punto mi viene da pensare che molti editori soffrano di un problema tipico del mondo politico: la lontananza dalla base. Che poi saremmo noi.

Non sanno nemmeno cosa ci piacerebbe leggere, perciò puntano sul “sicuro”. Che, alla lunga, o è robaccia, o è un continuo loop di già visto (commissari, carabinieri, ispettori...)

 

Non compro più un volume in libreria da almeno cinque mesi, regali di Natale a parte.

Ci sarà un motivo, no?

 


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