Sì, mi dimetto. Mi vergogno di appartenere a questa nazione e scrivo nazione con la n minuscola volutamente, questa nazione che lascia i sui cittadini in balia di mafia, servizi segreti, deviazioni più o meno variegate ma che derivano tutte dalla stessa radice che è quella del profitto ad ogni costo, dell’indifferenza verso gli altri, del denaro sopra ogni cosa. Mi dimetto da Italiano e lo dichiaro con tutta la rabbia che posso di fronte alla morte di una ragazza di sedici anni che andava a scuola. Quella ragazza l’ha uccisa l’Italia, lo Stato, ma l’abbiamo uccisa noi tutti con la nostra indifferenza eterna, col nostro girarci dall’altra parte, col nostro perbenismo ipocrita, col nostro protestare a parole e mai coi fatti, col nostro chiuderci in casa e lasciare che il mondo fuori faccia quello che vuole. Me ne voglio andare da questa nazione ma non posso. Ma mi dimetto. Non vi voglio più far parte. Mi assumo le mie colpe, mi carico della mia vergogna e dichiaro la mia impotenza. Non posso fare nulla. Per cui mi dimetto.
Luca Craia
