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“Mi hanno inclonato il telefono – Memorie di un operatore 187″ di Luana Troncanetti

Da Vivianap @vpicchiarelli

mi hanno inclonato_3Il 187 è visto come una gigantesca miniera dalla quale attingere informazioni, uno spazio magico dove è sufficiente chiedere e ti sarà dato, un universo di individui onniscienti in grado di fornire risposte agli imperscrutabili misteri del creato. Il popolo dei clienti è smodatamente folle, le domande imprevedibili, le risate assicurate. È oggettivamente impossibile mantenersi seri con certi soggetti. La loro è una comicità involontaria, è un giocare con le parole assolutamente irresistibile, è un’indecorosa decostruzione delle più grossolane regole del comune parlare.
Questo libercolo raccoglie esilaranti conversazioni telefoniche realmente accadute. Il suo scopo è quello di dimostrare che la professione degli operatori call center non è fra le più semplici. Nella vita c’è di peggio, per carità di Dio, ma se servirà a risparmiare loro anche una sola parolaccia o a investirli di una luce diversa (e non con un gigantesco SUV, il sogno ricorrente del cliente tipo), allora vorrà dire che, nel suo piccolissimo, un senso ce l’ha.

Luana Troncanetti è nata e vive a Roma. I suoi libri nascono dall’osservazione del quotidiano. Con una penna nevrile, agile, scorrevole, graffiante ma mai fuori dalle righe, tratteggia con realismo gli aspetti più ironici della vita.
Cura una rubrica di recensioni di libri per bambini in tandem con suo figlio su genitoricrescono.com e il blog personale www.lastaccata.it

Pubblica “Le mamme non mettono mai i tacchi – Antiguida al mestiere di mamma” edito da Galassia Arte (2012)
Prende parte all’antologia “Racconti sotto l’ombrellone” (Giulio Perrone editore 2012)
Partecipa all’antologia “Hai voluto la carrozzina? Spunti di sopravvivenza da 15 mamme che pedalano sul web” pubblicata dalla Fabbri Editori (2011)
Fra il 2009 e il 2010 contribuisce alla realizzazione di diverse antologie a stampo umoristico in compagnia di colleghi felicemente pazzi.
Vince il Premio Massimo Troisi, sezione scrittura comica, miglior monologo di cabaret con il brano “Vacanze? No, grazie. Ho smesso.” (2009) e da allora disegna cerchietti in un angolo continuando a domandarsi: “Ma che s’erano pippati quelli della giuria?”

Logorroica allo stadio terminale, sul suo epitaffio leggeremo: “Qui giace colei che l’estrema dipartita ha PRESUMIBILMENTE messo a tacere.” Si vocifera che soltanto alla Morte non c’è rimedio, ma riferita a lei questa frase assume un significato nuovo e del tutto incerto…

Avendo iniziato la mia “carriera” professionale in un call centre, non potevo non leggere questo libretto! Si tratta di una raccolta di aneddoti, uno stupidario professionale, messi assieme nel periodo in cui l’autrice (parliamo del lontano 2001) lavorava per la Telecom, per il 187, per essere più precisi. Si tratta degli albori del lavoro “a cuffietta” (per la precisione, l’autrice lavorava in un call centre “inbound”, ossia quelli in cui l’operatore risponde alle chiamate dei clienti e non viceversa, per cui era già una botta di fortuna…) Come racconta lei stessa nell’introduzione: “Ho scritto questo stupidario professionale nel 2001, quando ero anch’io una donna cuffietta, l’ADSL e la fibra ottica erano diavolerie in fase sperimentale, gli iPad avevano appena fatto la loro timida comparsa sul mercato e Mamma Telecom reggeva ancora bene il monopolio assoluto (o quasi) della telefonia fissa italiana. Molti dei servizi menzionati in questo libercolo probabilmente non esistono più (in primis il famigerato 166, fido compagno pornazzaro di tanti adolescenti, ma anche di mentecatti più maturi), diverse procedure sono ormai automatizzate e non c’è più necessità di contattare un operatore per attuarle, le cabine telefoniche si sono trasformate in oggetti vintage.”

Obiettivo dichiarato? Lo scopo di questo libercolo è quello di farti sorridere, secondariamente serve a raccontare come la professione di addetto al servizio clienti di un gestore telefonico non sia una passeggiata di salute. Nella vita c’è di peggio, per carità di Dio, ma se “Mi hanno inclonato il telefono” servirà  a risparmiare a un mio ex collega anche solo una parolaccia o a investirlo di una luce diversa (e non con un gigantesco SUV, il sogno ricorrente del cliente tipo), allora vorrà dire che, nel suo piccolissimo, questo libriccino un senso ce l’ha.

Colpita e affondata!


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