Milano mi manca…
Milano è Milano.
Fredda ed umida in inverno.
Calda, afosa, appiccicosa in estate.
Milano è nuovi grattacieli scintillanti di cristalli o vecchie case di ringhiera dalle mura sbrecciate. È luci colorate sparate dalle insegne e la nebbia che sale lenta dai Navigli.
È strade larghe, trafficate oppure viuzze strette del centro storico dove passi a malapena con un’utilitaria.
È la nuova metropolitana automatica high-tech (la “Lilla”) con l’aria condizionata, il WiFi, gli schermi con le informazioni ed il vecchio Carrelli ’28 dalle panche di legno ed i finestrini aperti per creare un giro d’aria.
È il Naviglio Grande, diritto, largo, percorso – finalmente – da battelli e la Martesana, stretta e tortuosa.
È ristoranti alla moda dove servono sushi e sashimi o trattorie tradizionali dove imperano la busecca, la cassoeula e la costoletta impanata.
È graffiti artistici su muri di fabbriche dismesse e scarabocchi osceni su facciate di case gentilizie.
È meneghini anziani che guardano sospettosi la città che continua a modificarsi e nuove etnie che faticano ad integrarsi e guardano con sospetto gli autoctoni.
È grandi magazzini, grandi negozi, grandi griffe, frequentati da gente elegante oppure mercatini rionali dove vecchie signore ripongono la spesa nelle vecchie sporte di paglia.
È il duomo, imponente e marmoreo con un viavai di turisti…ma anche “la gesetta del Pasquiroeu”, piccola e ormai passata al rito ortodosso, semideserta.
È Expo 2015, grande e faraonica, che dura solo sei mesi , ma è pure la fiera degli O bej Obej, che si svolge da tantissimo tempo e ritorna tutti gli anni.
Milano è così, e così la ami, senza riserve.
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