Co-prodotto da entrambi i paesi all'epoca in disaccordo, la pellicola ci parla di umanità e punta il dito sulla follia della guerra, e in questo caso specifico una guerra, se fosse scoppiata, una guerra insensata e fratricida. L'attesa estenuante, la consapevolezza di dover morire, la scoperta che il proprio nemico non è poi così malvagio e che alla fine dei conti è esattamente uguale a te.
Film forse troppo sconosciuto e che può ricordare altri simili come Mediterraneo (i due hanno in comune anche una partita di calcio) o il bellissimo No man's land. Bowen si prende tempo raccontare la storia, si concentra molto sulla più debole e meno agguerrita compagnia cilena, addentrandosi nei caratteri e nella visione del mondo dei soldati, regalando immagini delle splendide, sterminate e disorientanti terre della Patagonia e non rinunciando a qualche incursione nello humor.
Mi mejor enemigo meriterebbe una riscoperta.
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