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Mi piace ma non lo conosco

Da Anima Di Carta

Mi piace ma non lo conosco

Dal "New Yorker"

In un mondo ideale i buoni libri si promuoverebbero da soli. Basterebbe quel fenomeno misterioso e insondabile chiamato passaparola per farli circolare ed emergere. In un mondo ideale i buoni libri vivrebbero una propria vita, indipendente dalle mode e dal marketing, arriverebbero ai lettori senza spintoni e raccomandazioni e varcherebbero i confini del tempo restando a lungo sugli scaffali di librerie fisiche e on-line.
Qui però non siamo in un mondo ideale, qui dove esistono penosi  reality sulla scrittura, dove 50 sfumature di noia vendono milioni di copie, dove i testi-spazzatura invadono il mercato e impera il cattivo gusto, le cose vanno diversamente. E gli scrittori esordienti si sentono autorizzati a sgomitare e urlare per far conoscere la propria opera creativa (me la perdonate questa definizione, spero).
E Facebook rappresenta l'essenza di questa realtà.
Messaggi privati
Qualche giorno fa una persona (che non è un mio contatto, ma un'illustre sconosciuta) ha mandato un messaggio a me e altre centinaia di persone contenente un link a una sua opera dicendo:
Mi imbarazza fare questo tipo di "inviti" ma mi hanno consigliato vivamente di farlo e, sperando di non disturbare troppo, lo faccio.
Ora, a parte il fatto che nel famoso mondo ideale le persone penserebbero con la propria testa e non seguirebbero le tendenze, soprattutto se fastidiose, quello che mi ha davvero colpito di questa ennesima richiesta è il fatto che lo spam letterario sia diventato una pratica comune e necessaria, un'abitudine, no peggio un qualcosa di consigliato, di raccomandato. Cioè viene vivamente consigliato di farsi pubblicità così.
Pagine fan
Elemosinare i mi piace per la pagina fan del libro o dell'autore è ormai prassi. Ma mi domando, di quei mi piace quanti hanno letto e apprezzato il libro?
Un mi piace ha una sua validità se sono realmente un fan di quel prodotto o se come minimo lo conosco personalmente. Ma la maggior parte dei mi piace sono stati strappati con richieste come quella che ho riportato sopra, e molte persone lo hanno messo pensando: in fondo cosa mi costa farlo? E' solo un click, ci metto un secondo. Oppure: chi me l'ha chiesto è un mio contatto, sarebbe scortese non farlo.
Gli scrittori senza dignità non sanno che un libro con 500 mi piace non è un libro famoso.
mi piace su un libro hanno un valore solo se conosco il libro e mi piace, appunto. O almeno così vorrebbe il buon senso...
Post in bacheca
Un mio contatto ha avuto il coraggio di postare per 5 volte (cinque!!!) nella mia bacheca un link al suo romanzo su Amazon. E anche quando manda messaggi privati per auto pubblicizzare qualche evento connesso con la sua creatura non si accontenta di mandarlo una volta, ma minimo tre. Quella donna è una vera artista nell'arte del rompimento e rappresenta in effetti un caso a sé. Ma anche la norma non si salva.
Sono tanti gli scrittori (mi perdonate anche questo termine, vero?) che chiedono l'amicizia solo per avere una bacheca in più da imbrattare e non aspettano neppure di averti detto "ciao" prima di farlo. Ma io mi domando, perché dovrei interessarmi proprio al tuo libro? Gli scrittori senza pudore però non si fanno questa domanda, hanno disseminato Facebook con i loro inutili link e possono dormire sonni tranquilli.
Gruppi
Se come me vi siete iscritti a gruppi che parlano di scrittura e di libri conoscete senz'altro questo curioso fenomeno: nessuno parla davvero di libri e di scrittura, ma tutti inseriscono link a quello che hanno pubblicato. E' un fenomeno curioso perché quello che ne viene fuori è un dialogo tra sordi, e quando lo feci notare all'amministratore di uno di questi gruppi, lui si sentì offeso dalla mia osservazione.
Quando poi ti  infilano a forza nei gruppi di pseudo-autori si tocca l'apice del piacere. Tutti possono iscrivere i loro contatti in un gruppo, senza che il malcapitato ne sappia nulla. E il sadico Facebook ha fatto di più: nella casella e-mail ti arriva per default una notifica quando qualcuno posta qualcosa. Un ottimo modo, aggiungo, per far odiare il libro che si vorrebbe promuovere.
Inoltre, anche qui si assiste allo stesso fenomeno curioso: non si discute affatto tra i membri, men che meno del libro in questione, ma altri autori postano roba propria in libertà. Boh.
Probabilmente il confine tra invadenza e promozione è molto labile. Difficile dire cosa è accettabile e cosa no, così come mantenersi nei confini del buon gusto quando si propone qualcosa. A me sembra comunque che il fatto che siano così tanti i libri pubblicati (nelle varie forme) che chi vuole farsi pubblicità è portato ad alzare la voce. E se le cose stanno così, l'invadenza non può che peggiorare.
Augurandomi vivamente che non apparteniate alla categoria di scrittori che si auto promuovono in questo modo, vi chiedo: cosa ne pensate?
Anima di carta

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