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Mi sento giù

Creato il 19 agosto 2011 da Frufru @frufru_90
 Sarà che dopo l'euforia della settimana scorsa sono piombata in uno stato di apatia che spesso mi vede piangere. Piagnucolare, per dire meglio. Sono una gran piagnucolona. Sarà che sta arrivando settembre e non sarà come gli altri anni. Settembre per me è sempre stato un po' come Capodanno, anzi, molto di più. È a settembre che ricomincia la scuola o l'università, è a settembre che finiscono le vacanze, le giornate lunghe, le repliche in televisione. È a settembre che ricomincia il solito tram tram, quella routine un po' opprimente, ma anche rassicurante. Sarà che non so ancora quale sarà la routine del mio settembre e dei mesi a venire, forse vendemmierò e poi coglierò le olive come succede da due anni. O forse no. Non lo so. Sarà per quell'immagine che non riesco a togliermi dagli occhi. Sarà che ieri, con la Vale, abbiamo rivisto per l'ennesima volta “La vita è bella”, che come al solito mi fa scendere la lacrimuccia. Sarà che ieri mattina ho finito di leggere “Va' dove ti porta il cuore” che mi ha messo addosso un po' di malinconia. Sarà che sto diventando grande e mi sento sempre piccola e inutile. Vorrei essere invisibile. Vorrei che tutti si dimenticassero di me e dei miei casini. Dopo due anni dalla fine del liceo, l'altra sera alla festa c'è stato anche chi mi ha chiesto di nuovo dell'università. Non la faccio. Non la faccio. Non ci vado all'università. Punto e basta. Non rompetemi più. Uffa. Ecco, mi viene da piagnucolare di nuovo. Mannagia alle mie lacrime facili.... Ho paura di non saper camminare con le mie gambe. Sarà che cancellare una persona “importante” non è facile, ma mi sto davvero impegnando per farlo. Il mio cuore deve essere svuotato. Basta storie impossibili, fatte di fantasia e poco altro. Basta. Sarà per tutte queste cose che sono un po' giù. Un po' tanto. Ho riempito una decina di pagine del mio diario “segreto” ieri, perché quello è il mio modo di sfogarmi. È da un po' che non ascolto più i telegiornali, che leggo le notizie di sfuggita. Mi sento strana, confusa. Nel libro della Tamaro Olga, la nonna autrice della lunga lettera che costituisce il romanzo, scrive che è pericoloso lottare per un'idea quando non si ha un'idea precisa di se stessi. Ecco, forse è vero. Forse è così. Ho bisogno della mia testa, del mio cuore, della mia strada. Ho paura.

Quando tutte le parole sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà che
che nessuno se lo spiega perché sia successo a te
quando tira un pò di vento che ci si rialza un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle "grazie no"
quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha.
Tu tu tu tu tu tu...
Quando indietro non si torna quando l'hai capito che
che la vita non è giusta come la vorresti te

quando farsi una ragione vorrà dire vivere
te l'han detto tutti quanti che per loro è facile
quando batte un pò di sole dove ci contavi un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle "ancora no" quando la ferita brucia la tua pelle si farà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha.
Tu tu tu tu tu tu tu tu tu...
Quando il cuore senza un pezzo il suo ritmo prenderà
quando l'aria che fa il giro i tuoi polmoni beccherà
quando questa merda intorno sempre merda resterà
riconoscerai l'odore perché questa è la realtà
quando la tua sveglia suona e tu ti chiederai che or'è
che la vita è sempre forte molto più che
facile quando sposti appena il piede lì il tuo tempo crescerà
Soprail giorno di dolore che uno ha
Tu tu tu tu tu tu tu tu tu...

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