Io non ho più parole.
Dovrebbero crearne di nuove per poter raccontare ancora la MATTANZA DI DONNE. Perché quelle vecchie non bastano più, non servono: sono vuote e addolorate come noi. Noi che praticamente ogni giorno parliamo di questo.
C’è un massacro che non vede la fine.
C’è un eccidio che ormai è parte intrinseca delle nostre giornate, del nostro quotidiano.
Molti ne parlano con quella tiepida tristezza che caratterizza le dissertazioni sulle tasse o sulla politica che delude.
Parole. Parole che non bastano più.
Me ne servono altre: voglio parole di RABBIA, di RIBELLIONE, di LOTTA VERA.
Voglio sentire PAROLE DI DONNE a fiumi: fiumi in piena, pericolosi, travolgenti, impietosi, forti come solo Madre Natura può essere.
Anche stamani, in provincia di Perugia, un uomo ha sparato alla moglie, la giovane Ilaria, all’amica di lei (anche lei si chiama Ilaria), al loro piccolo figlio. Poi si è sparato. Ora le due donne sono state operate, l’uomo e il bambino versano in gravi condizioni.
Ormai verrebbe spontaneo rimanere zitte di fronte a tutto questo.
Ormai ci manca la forza di dire una parola ancora.
Ormai ci sembra di dover solo versare lacrime.
Ormai.
Eppure, come assetate nel deserto, continuiamo a chiederci: “cosa possiamo fare in più? di più? di meglio? cosa possiamo e dobbiamo fare? noi… cosa?”
Noi che lottiamo questa BATTAGLIA DI CIVILTA’ CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE.
Noi che siamo praticamente SOLE di fronte a uno STATO che dà briciole ai centri antiviolenza. Noi che siamo praticamente SOLE di fronte alle ISTITUZIONI quando parliamo di violenza di genere.
Perché se vuoi parlare di VIOLENZA DI GENERE, sappilo: ti arrangi, ti crei da sola dei momenti di condivisione con altre donne, ti paghi pure un posto dove poter urlare alle donne “uscite dai silenzi”. E se inviti le istituzioni ad essere presenti, non si sa se ci saranno, perché magari devono parlare di bilanci o piani regolatori.
Sole. Sempre sole.
Però ti dicono “brava”. Te lo dicono con il sorrisino sulle labbra.
Però ti dicono “certo, sono soddisfazioni”. Te lo dicono con le braccia conserte e il viso pacifico.
Nonostante io mi senta spesso sola, nonostante mi manchino parole, nonostante il macigno nello stomaco, nonostante gli altri, nonostante i “no”… nonostante tutto… io troverò ancora PAROLE.
Parole che entrino nella pancia, parole di rabbia, parole forti, sempre più forti.
So che le troverò.
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CONTATTI 7 luglio 2014: 36.020
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