Miami. Piccola guida di viaggio, tra shopping, gastronomia e vintage.

Creato il 25 aprile 2011 da Missbailing
Pubblicato il 25 aprile 2011 da Bailing

A quasi un mese di distanza dalle mie vacanze di primavera ecco finalmente il mio post su Miami (ho cercato di essere breve e sintetica ma non ce l’ho fatta, chiedo venia!)
Non avevo grosse aspettative prima di partire e quelle poche che avevo sono andate irrimediabilmente deluse.
Miami è kitsch oltre ogni umana immaginazione e non c’è un bel niente da fare a parte ciabattare su e giù per South Beach, fare escursioni nelle Everglades, nuotare con i delfini (ma se avete visto il documentario The Cove saprete che i delfini in cattività soffrono, e quindi NON è una cosa da fare!) o altre idiozie tipo andare a vedere i coccodrilli che lottano con le tigri (no, non era un’invenzione dei Simpson purtroppo!).

Insomma anche visto e considerato le 11 ore di volo necessarie a raggiungere la Florida vi consiglio di scegliere destinazioni come gli Emirati Arabi per brevi vacanze fuori stagione: non c’è comunque niente da vedere, ma si mangia meglio e lo shopping è decisamente un’esperienza di un altro pianeta.

Passiamo ai consigli pratici.
Hotel.
Noi abbiamo dormito a Miami Downtown al Viceroy, un luxury boutique Hotel che ha rispettato in pieno le aspettative: camere gigantesche, bagni  in marmo,  terrazza con vista, prodotti da bagno superlativi, piscina panoramica, disco club annesso al cinquantesimo piano (casomai vi venisse voglia di una serata yahoo!).

Insomma giudizio super positivo a parte due piccoli nei: il servizio (un po’ troppo easy e friendly per un hotel di quella categoria, ma Miami non è l’India quindi scordatevi il “good morning Sir and Madame” e rassegnatevi al sentirvi apostrofare “Hi guys“) e la posizione (25 minuti e 25 dollari di taxi per South Beach non è il massimo della vita).
Il mio consiglio quindi è quello di dormire nella caotica South Beach oppure di scegliere una zona più elegante e tranquilla (come può essere per l’appunto Downtown) ma noleggiare un auto: il traffico di Miami, con il supporto di un navigatore satellitare, non è più  spaventoso di quello di una qualsiasi grande città italiana e se ce l’ho fatta io ce la può fare davvero chiunque! (N.B. Noleggiate assolutamente una decapottabile: negli Usa una Chrysler Sebring o una Mustang costano come una Fiat Panda da noi… che dio benedica i rent a car americani!)


Mangiare.
Due notti a Miami non sono state sufficienti per farmi un’idea generale del panorama gastronomico della città ma sono bastate per darvi un consiglio spassionato: evitate come la peste Little Havana! E’ un posto squallido, non c’è nulla di caratteristico da vedere e i “rinomati” ristoranti cubani sono delle bettole degne del buon vecchio Andrew Zimmern.
(Il Signor G. tuttavia ci tiene a sottolineare che lui si è divertito parecchio a Little Havana e che le polpette di jucca fritta e i peperoni ripieni accompagnati da banane fritte e fagioli neri non erano niente male!)

Un altro consiglio spassionato che posso darvi è quello di fare colazione in Hotel anche se non è compresa nel prezzo (e anche se è costosa come un pranzo di 3 portate): a Miami fin dalle 10.00 del mattino non avrete problemi a farvi servire tacos, calamari fritti, birra e mojito ma trovare dei pancakes o dei muffin, e una buona tazza di tè o un frullato di frutta tropicale potrebbe rivelarsi una vera impresa.
Due posti che mi sono piaciuti:
- Quinn’s
640 Ocean Drive, Miami Beach
Prezzi medio alti.

Abbiamo assaggiato il Caribbean Snapper marinato con un mix di 14 spezie, grigliato ed accompagnato da banane verdi, palm sugar e l’immancabile salsa di fagioli neri e il Salmone Atlantico caramellato al miele e cannella ed accompagnato da mango e mais peruviano. Una cucina fortemente contaminata da quella caraibica che non mi è dispiaciuta affatto.
- Sushi Samba
600 Lincoln Road, Miami Beach
Prezzi medio alti, ma ambiente decisamente easy.
Il miglior tataki di tonno che abbia mai mangiato in tutta la mia vita, e una tempura di gamberi e verdure molto vicina ad essere la migliore di sempre. Insomma ve lo consiglio caldamente.

Shopping.
La prima sera a Miami passeggiando in Ocean Drive mi sono imbattuta in questo negozio.

Specchi dorati, musica a palla, stivaletti di coccodrillo, cinturoni ricoperti di Swarovsky, Just Cavalli, Versace e Richmond à go go… insomma non riuscivo a credere ai miei occhi! Il Paese di Bengodi del trash!

Ero così esaltata che mi sono messa a fotografare come una giapponesina da Chanel e mi sono beccata anche il cazziatone di una commessa. Poi il giorno dopo ho capito di essere stata un’ingenua: quello non era un negozio particolare, era semplicemente il negozio TIPO di South Beach.
Ragazze mie… che ci vogliamo fare?! A Miami il top dello chic è l’animalier di Just Cavalli e la it bag del momento è la Guccissima. Di tela.

Comunque ho trovato anche dei negozi carini.
Su Lincoln Road (che è una stupenda via pedonale piena di alberi fioriti, orchidee selvatiche, fontane e pappagallini colorati) c’è perfino un concept store che vende Aider Hackermann e Rodarte (deve avere decisamente vita dura!) e ci sono tutti i monomarca americani più interessanti, tipo Gap (dove ho trovato i jeans a zampa della mia vita e per di più taglia 25) e J. Crew (una collezione da sogno: colori neutri, materiali rigorosamente naturali, maglioncini ricoperti di paillettes e perline scintillanti, accessori stupendi e prezzi piccoli piccoli. Ti prego J. Crew, apri uno store in Italia! Eh no, figuriamoci… da noi doveva aprire Abercrombie & Fitch con le sue orrende camcie da boscaiolo e quell’incubo di negozio buio come una caverna e con la musica così alta da farti perdere il senso del’orientamento! Ma d’altronde… ognuno ha quel che si merita.)

Vintage.
Pare che la famosa costume designer Molly Rogers (di cui io, per inciso, non avevo mai sentito parlare) adori saltare in macchina insieme alla sua amica Pat Field e alle Pagine Gialle di Palm Beach per visitare, uno per uno, tutti i negozi di vintage in elenco.
Siccome io non sono da meno mi sono munita di  una piccola lista di negozi visitabili senza appuntamento e l’ultimo giorno di vacanza ho costretto il Signor G. ad alzarsi all’alba, a fare colazione in fretta e furia e a lasciare la dolce spiaggia tropicale di Key Largo per un tour vintage dell’ultimo minuto.
- C. Madeleine’s Vintage Clothes
13702 Biscayne Blvd North Miami

E’ un capannone gigantesco pieno zeppo di abiti ed accessori sistemati per periodo storico, dagli anni ’20 ai ’90.
Non basterebbe una giornata per esplorarlo a fondo e quindi cercare di sintetizzare la visita in meno di un’ora (con un Signor G. mortalmente annoiato e una commessa pallosissima che cercava in ogni modo di fare conversazione in italiano e spagnolo raccontandoci delle sue vacanze a Riccione) è stato abbastanza frustrante.
Sono sicura che Jane e sua mamma avrebbero scovato decine di gonne kitsch e pellicciotti rigorosamente non ecologici, ma io sono riuscita a scovare solo due meravigliosi bracciali in bachelite per la non proprio modica cifra di 170 $
Deludente a mio parere il reparto borse.


- Fly Boutique
650 Lincoln Road, Miami Beach
Più second hand che vintage. La maggior parte dei vestiti ha prezzi accessibili ma è più o meno l’usato che potremmo trovare negli armadi delle nostre mamme (se non avessero il brutto vizio di buttare via tutto). Bella collezione di scarpe vintage top brand e una vetrinetta di borse di velluto di Roberta di Camerino che per un istante mi ha fatto sperare di aver trovato la mia agognata Bagonghi (ovviamente non è andata così!).

- Rags to Riches
12577 Biscayne Blvd North Miami
Nonostante fosse considerato dalle guide uno dei più interessanti negozi vintage di Miami devo purtroppo informarvi che ha chiuso i battenti e al suo posto ora c’è una tolettatura per cani!

- Angel’s
4308 NE 2nd Ave
Questo invece non ha ancora chiuso ma mi auguro che lo faccia presto.
Una vera orribile bettola (in un quartiere molto alternativo, che ha l’aspetto della più truce periferia e invece basta girare un angolo di strada per ritrovarvi nel Miami Design District) piena zeppa di second hand di qualità infima e con borse tarocche in bella vista, con buona pace del Miami New Times che l’ha votata migliore boutique vintage del 2010.
Non sprecate neppure la benzina per arrivarci.

People from Miami
Una vacanza a Miami è decisamente un’iniezione di ottimismo e fiducia in se stesse, specialmente dopo aver passato 10 giorni di Fashion Week tra Milano e Parigi, città dove le donne sono tutte magre, toniche, levigate, insensibili agli agenti atmosferici e rigorosamente dotate di Chanel o Hermès al braccio.
Innanzitutto scordatevi di imbattervi nelle bionde ed atletiche fanciulle (e nei corrispondenti esemplari maschili) cui ci hanno abituato i telefilm!
L’outfit tipo della donna di Miami è il seguente: mini-gonna inguinale o micro-short di jeans, zatteroni altissimi o infradito di gomma, toppino super scollato, occhiali a specchio e borsetta di Guess o Gucci al braccio (quando va bene).
Ora immaginatevi questo outfit non solo addosso alle 15enni in gita scolastica, ma anche addosso alle 20/50enni.
Immaginatevele con la cellulite al vento, l’abbronzatura da manuale, il seno e le labbra siliconate (ne ho viste alcune con le protesi di silicone ai glutei… non potevo credere ai miei occhi ma vi giuro che le ho viste!), le facce plastificate dal botox e i capelli ossigenati.
Poi immaginatevi le afro-ispaniche in odore di obesità con lo stesso identico outfit, accompagnate da grossi manzi vestiti da rapper con catena d’oro al collo.
E infine immaginatevi nutriti gruppi di 70enni incartapecoriti con camicie hawaiane, scaricati da scintillanti limousine davanti ai ristoranti eleganti.
Ecco: questa è Ocean Drive e la sua fauna in una qualsiasi serata infra settimanale (non oso immaginarmela di sabato!)
Non vi sentite improssivamente più magre, toniche e ben vestite che mai?!?

Nel prossimo post parleremo delle meravigliose Florida Keys, un posto dove mi ritirerei volentieri in vecchiaia a scrivere romanzi!

P.S. Non dimenticatevi di seguire la mia rubrica di gossip sul Royal Wedding qui.

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