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Micaela Ramazzotti, ho amato mamma Avati (Ansa)

Creato il 26 dicembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Micaela Ramazzotti, ho amato mamma Avati (Ansa)Debutto d’autore in tv per Micaela Ramazzotti, protagonista delle sei puntate di Un matrimonio, la fiction di Pupi Avati, in onda su Rai 1 dal 29 dicembre, che racconta cinquant’anni di Italia riflessi nella storia dei suoi genitori. Accanto all’attrice, c’è Flavio Parenti; nel ricco cast anche Christian De Sica, Valeria Fabrizi, Andrea Roncato, Katia Ricciarelli e Alessandro Sperduti.
La storia inizia con i due protagonisti, da settantenni, che decidono di risposarsi dopo 50 anni insieme. È l’introduzione al racconto in flashback, che parte nel 1948 dal primo fugace incontro a Sasso Marconi in vacanza fra Carlo Dagnini (Flavio Parenti), figlio del 'miglior camiciaio di Bologna' ma con il vizio delle scommesse ai cavalli (Christian De Sica, in un’interpretazione omaggio al padre Vittorio), e Francesca (Micaela Ramazzotti), dattilografa bella e dal carattere forte. I due ragazzi si ritrovano e decidono di sposarsi, dando forza via via, tra mille difficoltà, alla propria famiglia.
«Mi sono innamorata della mamma di Avati cui è ispirata la serie», dice la Ramazzotti, che era stata diretta dal regista bolognese al cinema nel Cuore grande delle ragazze e che, più che di fiction, una parola «fredda», preferisce parlare di «romanzo, saga familiare». «Pupi – racconta l’attrice, 35 anni il prossimo 17 gennaio, moglie e musa di Paolo Virzì che l’ha lanciata in Tutta la vita davanti – mi ha dato l’opportunità di esplorare un personaggio che conosciamo diciottenne, un pò imbranata, sempliciotta, ma con un sogno dentro. Si innamora e riesce a prendersi l’uomo che ama. Tiene le redini di una famiglia per più di 50 anni, entrando in un ambiente borghese che non le apparteneva. È un personaggio che mi ha dato grande forza, perchè ha grazia, garbo, luce. È una donna sana, che tiene duro, ce la vuole fare e ce l’ha fatta. Una donna da cui c’è solo da imparare, anche oggi. Ringrazierò sempre Avati per il grande regalo di avermela fatta conoscere».
Portare un personaggio dai 18 agli 80 anni «non era facile», sottolinea ancora Micaela Ramazzotti. «Ma io mi tuffavo e Pupi mi prendeva. Ci ha portato nel mondo avatiano all’ennesima potenza, è stato il nostro guru. È un capocantiere di 80 anni con la forza di un 23enne, un burattinaio che ci ha guidato anche nell’assumere 30-40 anni in più in appena sei ore di trucco». E tra i ricordi delle riprese, la Ramazzotti pesca un aneddoto: «Dopo sei ore di 'invecchiamento', ci siamo presentati sul set muovendoci lentamente, quasi barcollando, incespicando. E Pupi ci ha sgridato: 'Per caso siete impazziti? Certo io non mi muovo cosi'. Ci ha insegnato ad osservare le persone mature, anziane, con tutta la vitalità e l’anima che hanno dentro».

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