Un personaggio malato può far ridere? Chi lo vede in un programma televisivo segue normalmente la trama della storia o si concentra solo sugli eventuali sintomi sentendosene addolorato? Un attore comico ha chiuso la sua carriera se la gente è a conoscenza del fatto che sta “combattendo una malattia neurologica inguaribile”?
Sono domande che si poneva Michael J. Fox dopo aver ricevuto, più di 20 anni fa, la diagnosi di Parkinson. Nel 2000, quando i sintomi peggiorarono, lasciò Spin City, la serie TV USA di cui era protagonista e si dedicò a raccogliere fondi per la ricerca di una cura contro il Parkinson. Recentemente ha intrapreso un nuovo regime terapeutico che lo aiuta a gestire tic e tremori e ha deciso di tornare da protagonista.
In realtà lo avevamo già visto come guest star sia in Curb Your Enthusiasm che, più di recente, in The Good Wife, dove interpreta un astuto avvocato che usa i suoi sintomi neurologici per influenzare le giurie. Ora però, stando al comunicato della TV USA NBC, tornerà come interprete principale di una sit-com, ancora senza titolo, in cui impersonerà un uomo sposato e con tre figli affetto dal Parkinson e ci mostrerà la quotidianità alle prese con la routine e la malattia.
La NBC ha già stabilito, anche in assenza di un episodio pilota che saggiasse le reazioni del pubblico, che la prima stagione consterà di 22 puntate, con inizio nell’autunno 2013.
Quand’anche si trattasse di un’abile mossa della rete al fine di risalire negli ascolti, mi sembra una decisione dall’alto valore simbolico sia per chi soffre di questa malattia che per la popolazione generale e il suo modo di percepire chi ne è affetto.
Tutto questo mi ha fatto ripensare alle straordinarie interpretazioni di Franca Valeri nei suoi spettacoli teatrali più recenti, quando teneva un braccio che non riusciva a padroneggiare dietro di sé e cercava di controllare il modo di esprimersi con la voce. Erano serate di forti emozioni e di grande divertimento. E anche la dimostrazione di grinta, determinazione e amore per il pubblico.