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Michaloliakos alla Voulì: “Siamo qui perché la Grecia ci ha voluti!”

Creato il 09 luglio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Primo discorso parlamentare del leader di Alba dorata. Scontato, ingessato, prevedibile. E’davvero questa l’estrema destra greca?

Debutta in Parlamento Nikolaos Michaloliakos, l’amico dei colonnelli e leader della formazione ellenica di stampo neonazista “Alba dorata” e inizia a ritagliarsi uno spazio che potrebbe sembrare un amarcord di un modo di fare politica che, in effetti, non si usa più da una cinquantina d’anni.

Sono doverosi alcuni distinguo. Per quanto si sforzi nel provare a trasmettere un’immagine che incuta timore e ottenga rispetto, Michaloliakos fallisce miseramente nel tentativo: non è Hitler, né Mussolini. Ha il carisma di un venditore ambulante di ghiaccio in Alaska, recita un ruolo che altri, nella storia, hanno recitato prima di lui ma con condizioni profondamente diverse. E’un mediocre, che però non deve essere sottovalutato.

“Per iniziare  -dice il leader dei nazisti greci, in occasione delle discussioni parlamentari relative all’indirizzo politico del governo Samaras – vorrei mandare un messaggio a tutti quelli che sono fuori e dentro questa sala. Alba Dorata è qui perché questo è quello che 426.000 greci hanno voluto“.

E’ chiaro il  riferimento agli avversari politici di Syriza e Partito comunista ellenico, i cui rappresentanti hanno lasciato l’aula parlamentare prima che Michaloliakos iniziasse il suo discorso, in segno di protesta contro i metodi utilizzati da Alba Dorata nello svolgimento della propria attività politica. Inoltre è ancora vivo il ricordo dell’aggressione televisiva subita da Liana Kaneli e Rena Dourou, per mano dell’ex deputato  Ilias Kasidiaris durante una trasmissione televisiva circa un mese fa.

Ma il leader del partito estremista non si ferma: dice chiaramente che il suo movimento resterà fermo sulle proprie posizioni in politica estera e interna. C’è da attendersi quindi un continuo delle già perpetrate violenze e minacce ai danni delle comunità di immigrati di stanza ad Atene, e magari una riedizione dei disordini di Patrasso di un paio di mesi fa.

La crisi, il memorandum europeo da respingere con fermezza, la criminalità in aumento: tutti punti cardine della politica “doratista”.

E poi attacca la stampa, colpevole di fare cattiva informazione. L’attacco ai mezzi di informazione è una costante dei discorsi di Michaloliakos, volta probabilmente a screditare i media di fronte ad un potenziale elettore che fosse facilmente suggestionabile da discorsi che richiamano alla nobile ed indimenticabile cultura della Grecia, cui l’idea di questi novelli nazisti dell’Illinois non si avvicina minimamente.

Conclusa la mini parata dal pulpito del palazzone di Piazza Syntagma, l’aspirante Φύρερ (o Fuehrer, se preferite) lascia la sala assembleare, seguito dai suoi diciassette tirapiedi.

Il fenomeno dell’estrema destra greca sembra ben lontano dal poter prendere piede all’interno della società civile, al punto da poter costituire un serio pericolo per la democrazia. Sebbene preoccupante,

Michaloliakos alla Voulì: “Siamo qui perché la Grecia ci ha voluti!”
questa formazione nazionalista non sembra disporre di mezzi, capacità, cultura indispensabile per arrecare seri danni al sistema. E’però opportuno non trascurare gli episodi di intolleranza di cui i militanti di Chrysi Avgy si rendono quotidianamente protagonisti, auspicando una dura condanna da parte della maggioranza della società greca.


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