È apparsa su instagram la prima immagine-manifesto che ritrae Michael Fassbender nei panni di Steve Jobs: l’attore infatti interpreterà l’ex CEO della Apple nel biopic diretto da Danny Boyle su una sceneggiatura scritta da Aaron Sorkin, già autore di The Social Network, e ispirata alla biografia “Steve Jobs” di Walter Isaacson.
Il poster ci mostra un Fassbender vintage, elegantemente vestito e in atteggiamento casual, poggiato sul monitor di un NeXT, e riproduce una pubblicità del 1984 in cui lo stesso Jobs promuoveva l’acquisto dell’ultimo prodotto nato in casa Apple: più che un teaser poster del film, potrebbe trattarsi di un oggetto di scena che rivedremo nel film.
La Universal ha annunciato che l’uscita nelle sale americane è prevista per il 9 ottobre 2015.
La storia, divisa in tre segmenti, racconterà il dietro le quinte del lancio di tre prodotti iconici e rivoluzionari in campo tecnologico: il Mac, il NeXT e l’iPod.
Nel cast anche Kate Winslet (Joanna Hoffman, ex responsabile marketing della Macintosh), Seth Rogen (Steve Wozniak), Jeff Daniels (il CEO della Apple dal 1983 al 1993 John Sculley), Katherine Waterston (Chrisann Brennan, ex ragazza di Jobs) e Michael Stuhlbarg (Andy Hertzfeld, uno degli sviluppatori originali della Apple).
“È molto, molto eccitante. Non è un biopic, non è la storia di Steve Jobs. È qualcosa di molto differente. [Jobs] è un ragazzo affascinante, circondato da persone affascinanti. E ha avuto delle relazioni davvero interessanti con le persone della sua vita. È una delle cose che trovo veramente interessanti di Steve Jobs e uno dei motivi per cui ho cominciato a scrivere questa sceneggiatura. È una soddisfazione incredibile.” (Aaron Sorkin)
Proprio in questi giorni però, al South by Southwest (SXSW) Film Festival di Austin (Texas), ha fatto il suo debutto Steve Jobs: The Man in the Machine, il documentario del premio Oscar Alex Gibney, che descrive, in modo complesso e approfondito, la personalità e la storia del celebre co-fondatore della Apple.
Il docu racconta, tramite spezzoni di filmati d’archivio e aneddoti tratti dalla biografia di Isaacson, la vita di Jobs, partendo dalla sua morte e ponendosi come un moderno Citizen Kane, il classico di Orson Welles che illustra l’ascesa, la caduta e la morte di un uomo sì grande, ma anche solitario: “Alex Gibney ritrae Steve Jobs come un moderno Citizen Kane, un uomo dal talento abbagliante ma anche egocentrico, oltre che assolutamente privo di empatia – scrive The Guardian.
Le recensioni della stampa apparse finora, parlano tutte del docu come di un film che dipinge Jobs sotto una luce non proprio favorevole, “una storia fredda e poco lusinghiera” sulla sua vita, che “poi si espande, in modo non del tutto convincente, in una meditazione sul nostro eccessivo affidamento ai gadget elettronici” (scrive il Boston Herald).
The Hollywood Report, invece, racconta alcuni aneddoti del film: “Scopriamo come Steve Jobs ha reagito quando ha scoperto che la sua fidanzata era rimasta incinta. Per tanto tempo ha mentito sul reale valore dell’azienda, perché voleva negare la sua paternità e non voleva pagare i 500$ al mese di mantenimento per i suoi figli. Scopriamo come ha reagito alla storia dell’iPhone 4 trafugato in un baro, quando si comportò da vero e proprio bullo contro il giornalista che pubblicò lo scoop, tanto da convincere le forze dell’ordine a fare irruzione nella casa del giornalista per confiscare computer e tutti gli altri gadget tecnologici.”
Eddy Cue, SVP della Apple, ha espresso chiaramente il disappunto provato dopo aver visto Steve Jobs: The Man in the Machine su Twitter, descrivendolo come “un’imprecisa e meschina visione del mio amico. E non un riflesso dello Steve che conoscevo.”
Un pellicola che ci offre dunque un ritratto di Steve Jobs basato sui suoi misfatti e su i suoi aspetti negativi, “nello spirito di un pubblico ministero che sa benissimo che l’imputato non era una santo”.