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Microscopico giglio acquatico salvato dall'estinzione

Creato il 20 maggio 2010 da Zonwu

Microscopico giglio acquatico salvato dall'estinzioneIl più piccolo giglio del mondo, sparito dalla sola località conosciuta in cui cresceva in Africa, è stato recuperato e salvato dall'estinzione dagli esperti dei Kew Gardens. La pianta, i cui boccioli hanno il diametro di un centimetro circa, è conosciuta come "il giglio delle acque termali" per via del fatto che è stata scoperta per la prima volta nei fanghi di una sorgente d'acqua calda.
Questo giglio acquatico è stato scoperto nel 1985, e la sola località in cui cresceva era Mashyuza, in Rwanda, dalla quale è sparito circa due anni fa per via del dirottamento per scopi agricoli delle acque che rappresentavano il suo habitat naturale.
Eberhard Fischer, scopritore della Nymphaea thermarum, ha trasportato alcuni esemplari ai giardini botanici di Bonn, dove gli ortocultori sono stati in grado di conservarli, sebbene con notevoli difficoltà nel farli riprodurre.
Microscopico giglio acquatico salvato dall'estinzioneUna manciata di semi e di germogli sono stati inviati ai Royal Botanic Gardens di Kew, dove sono stati fatti crescere con altri gigli acquatici, sommersi nell'acqua. Ma ogni tentativo di farli crescere sono risultati fallimentari.
Ma dopo una serie di tentativi di far riprodurre la specie in differenti condizioni, l'ortocultore Carlos Magdalena ha finalmente risolto il mistero su come far crescere questa minuscola specie di giglio studiando la descrizione originale della specie nel suo habitat naturale.
La specie infatti è stata ritrovata nel fango nei pressi di una sorgente termale, e mentre l'acqua che affiorava dalla sorgente aveva una temperatura di 50°C, quella attorno al giglio era di circa 25°C. Questa pare sia la chiave della crescita del Nymphaea Thermarum.
Microscopico giglio acquatico salvato dall'estinzione
Madgalena ha quindi piazzato dei semi in vasi d'argilla posizionati in vasche di acqua calda, mantenendo l'acqua allo stesso livello della superficie del terreno dei vasi. In questo modo le piante sono state esposte all'aria e a concentrazioni maggiori di anidride carbonica ed ossigeno rispetto a quelle riscontrabili sott'acqua.
Inizialmente i tentativi di far riprodurre questo minuscolo giglio acquatico sono risultati vani. Nemmeno manipolando quasi tutti i parametri ambientali Madgalena riuscì ad ottenere qualcosa, fino a quando ebbe l'intuizione di agire sui livelli di anidride carbonica. "Tutte le specie di gigli acquatici, circa 50, iniziano la loro vita sott'acqua, per cui tutti stavano provando per quella strada. Quando però mi sono imbattuto nella descrizione originale" afferma Madgalena "ho pensato che potessero aver bisogno dell' anidride carbonica nell'aria".
Ed ecco che i gigli iniziano a crescere. Le piantine hanno iniziato a migliorare, e sono spuntati otto gigli acquatici, che hanno raggiunto la maturità senza intoppi. Sono fioriti nel novembre del 2009, ed hanno prodotti semi.
La scoperta sarà utile a salvare questa minuscola specie di giglio, la cui popolazione non solo è scomparsa dal Rwanda, ma anche dai giardini di Bonn per colpa di un ratto, che ha avuto l'ottima idea di nutrirsi dei pochi esemplari rimanenti.
"La nostra priorità immediata è la conservazione ex situ della specie e, se il flusso d'acqua nella sua regione d'origine fosse ripristinato, le piante cresciute a Kew potranno essere re-introdotte in natura" dice Madgalena.


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