Il colosso di Redmond ha intimato alla Cina di non usare più versioni pirata dei propri software e, nello specifico, ha presentato una denuncia al governo presieduto dal vice premier Wang Qishan, per riuscire a rovesciare una situazione che evidentemente sta diventando insostenibile. Quattro società di proprietà dello stato cinese, la China National Petroleum Corp., la China Post Group, la China Railway Construction Corp. e la Travelsky Technology Ltd., infatti, continuano ad utilizzare il sistema operativo Windows Server e la suite di produttività Office senza aver acquistato una regolare licenza.
Microsoft sostiene che il 40% dei software installati sui computer della China National Petroleum Corp. è pirata. Per la China Railway Construction Corp., queste percentuali sarebbero ancora più alte: il 97% dei software client Windows Server e l’84% di Office.
Un portavoce di queste società non esclude la possibilità che una sussidiaria possa aver utilizzato software non autorizzati, ma ritiene molto esagerate le stime del colosso di Redmond, ma è già stato avviato un controllo interno. Secondo quanto riportato nella denuncia, quasi tutte le copie di Office utilizzate da Travelsky Technology Ltd. è illegale, mentre per China Post Group la percentuale è del 93%.
Per quanto riguarda invece Windows Server, le percentuali sono rispettivamente dell’87% e del 100%. Lo scorso mese di maggio, nel corso di un incontro con Steve Ballmer avvenuto a Pechino, il vice premier Wang Qishan aveva promesso un maggiore impegno nella lotta alla pirateria informatica in Cina.
Sembra però che il governo locale non sia riuscito, almeno finora, a limitare il fenomeno. In base ai dati rilasciati a maggio dalla Business Software Alliance, il mercato del software illegale nel paese asiatico ha un valore di quasi 9 miliardi di dollari all’anno, tre volte superiore a quello del mercato legale. Ora la denuncia è stata presentata e Microsoft porterà in tribunale le sue suddidiarie, che rischiano di dover pagare multe salatissime.