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Midnight in Paris: Adesione Formale al Presente

Creato il 27 gennaio 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il gennaio 27, 2012 | CINEMA | Autore: Loredana Aiello

Midnight in Paris: Adesione Formale al PresenteUn film di Woody Allen lo si riconosce sempre, sin dalle prime inquadrature, ha uno stile unico; non delude mai del tutto le aspettative, né le appaga totalmente. Il suo ultimo Midnight in Paris (questo anche il titolo originale) è uscito nelle sale italiane il 2 dicembre 2011, dopo aver aperto il Festival di Cannes l’11 maggio scorso. Ha ottenuto un buon risultato di critica e di pubblico, nonostante gli animati pettegolezzi che lo hanno circondato. Gil (Owen Wilson), aspirante scrittore di Pasadena, soggiorna in Francia con la fidanzata Inez (Rachel McAdams) e i genitori di lei – repubblicani un po’ snob – per motivi di affari. Gil è un romantico-nostalgico che nella più romantica città d’Europa (secondo un punto di vista d’oltreoceano) può vivere la sua utopica aspirazione: ripercorrere il periodo d’oro della Parigi “intellettuale” degli anni ‘20. Allo scoccare della mezzanotte, dopo i fiabeschi dodici rintocchi di campana, Gil, novella Cenerentola, può vivere il suo sogno tornando indietro nel tempo – gli anni ‘20, per l’appunto -, con la possibilità di incontrare e interagire con tutti i personaggi che lo hanno ispirato: Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald e la moglie Zelda, Salvador Dalì, Luis Buñuel, Georges Braque, Pablo Picasso, Cole Porter… Così, grazie a questa fuga dal presente, Gil ha modo di chiarire alcuni aspetti della sua vita e della sua personalità.

Midnight in Paris: Adesione Formale al Presente

Osservando diacronicamente la filmografia di Allen e mettendo da parte quelle pellicole che in modo programmatico volevano proporsi come più “Bergman-ianamente” impegnate quali Interiors (Interiors, 1978), Settembre (September, 1987) e Un’altra donna (Another Woman, 1988), notiamo che, a partire da Melinda e Melinda del 2004, la sua verve comica comincia a scemare, lasciando spazio ad una visione esistenziale leggermente più cupa. Con Midnight in Paris, Allen ritrova la sua tradizionale leggerezza e ilarità, che nell’ormai senile riflessione si vela di una nota inevitabilmente nostalgica. Ritornano tutti i tòpoi e le ossessioni dell’opera del signor Konigsberg: relazioni di coppia assolutamente inesplicabili, la morte e i suoi antidoti (farmaci, sesso e terapia), le citazioni colte; ma nella magica Parigi i sogni, le aspirazioni trovano un modo per diventare reali: i miti artistici del regista diventano, da riferimenti verbali, personificazioni, quasi allegoriche, di modelli morali.

Midnight in Paris: Adesione Formale al Presente

Sotto questo punto di vista, sono mirabili l’interpretazione oltremodo virile di Corey Stoll nei panni di Hemingway, la visionarietà “rinocerontesca” di Dalì (Adrien Brody), la saggezza della virago Gertrude Stein (Kathy Bates) e la razionalità di un Buñuel (Adrien de Van) che «no intiende» la trama de L’angelo sterminatore. Da buon regista metropolitano, Woody Allen riprende una splendida Parigi, lontana dai soliti cliché da cartolina: la veduta absidale della cattedrale di Notre-Dame, un po’ nascosta delle fronde degli alberi; la piramide della Cour Napoléon di Ieoh Ming Pei e una delle due sale ovali del Musée de l’Orangerie come metonimie del famosissimo Louvre. Chissà come dipingerà l’Italia nella sua prossima pellicola Nero Fiddled: anfiteatri e cattedrali o ville adibite a postriboli di lusso?

Midnight in Paris: Adesione Formale al Presente

Mi sembra dovuto almeno un accenno alla presenza di Carla Bruni sul set, dato che molta della pubblicità, nel senso “gossiparo” del termine, si è sviluppata intorno alle vicende della coppia politica francese: niente più che un cammeo, rilevante solo per la giustezza resa alla biografia di Rodin (Camille Claudel è stata l’amante e non la moglie dello scultore de Le Penseur). Midnight in Paris dimostra che il talento non è un’opinione ed entra a pieno titolo nella lista dei lavori più belli di Woody Allen: una pellicola per tutti i sognatori desiderosi di destarsi dal loro torpore.

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