Midnight in Paris, di Woody Allen. Parigi vale bene un sogno
Creato il 27 ottobre 2011 da Saramarmifero
Un americano a Parigi. E non un americano qualsiasi. Ad aver scelto la capitale francese come scenario del suo ultimo film, Midnight in Paris, è nientemeno che Mr Woody Allen. È ormai dai tempi di Matchpoint che il più newyorkese dei registi ha abbandonato lo skyline della Grande Mela per gli edifici della nostra Europa. Se l’intellettualismo snob di Manhattan alimentava in lui ipocondrie e logorrea in salsa yiddish, da quando ha posato le valigie nel vecchio continente il cineasta sembra aver archiviato le sue peggiori nevrosi per dedicarsi a tematiche esistenziali di portata universale. La upper class londinese di Matchpoint era alle prese con una cupa partita a tennis contro il fato, nella forma di un thriller a metà strada tra Delitto e castigo di Dostoevsky e un noir hitchcockiano. Dopo la piovosa Inghilterra l’assolata Catalogna: con Vicky Cristina Barcelona e la liaison assai caliente tra le burrose Johansson e Cruz e il bel Bardem, il regista tornava a parlare di amore e passione. Per approdare oggi all’ombra della Tour Eiffel. E Parigi la romantica ha ispirato a dovere il Woody ramingo malato d’Europa, bisbigliando al suo orecchio una storia magica e lieve sulla sostanza dell’illusione. L’illusione al riparo della quale ogni uomo cerca rifugio per seminare la grigia e prosaica realtà che lo tallona senza tregua. Il sogno dal quale prima o poi ci si deve svegliare, salvo poi ritrovarselo a un palmo di naso, tra le pieghe di quel reale che non ci era sembrato degno di essere vissuto e che invece nasconde tesori inaspettati. Il film si apre con una lunga carrellata sui luoghi arcinoti della città. Una luce dorata avvolge la Senna, i vicoli di Montmartre, la piramide del Louvre, la prospettiva grandiosa degli Champs-Elysées. Una Parigi da cartolina fa temere una collezione di cliché. E invece l’introduzione serve a svelare da subito la prospettiva del protagonista. Gil (Owen Wilson) è un americano che si guadagna il pane scrivendo serie tv, ma che coltiva velleità da romanziere a tutto tondo. Si trova in Francia per un breve periodo, al seguito di fidanzata (Rachel McAdams) e futuri suoceri che ogni giorno lo costringono, tra party, shopping e visite ai musei in compagnia di sapientoni saccenti, a trotterellare per una metropoli patinata che lui mal sopporta, impegnato com’è a scovare la magia della capitale culturale che fu. Magia che, come in una Cenerentola al contrario, esplode allo scoccare della mezzanotte, quando Gil si vede catapultato nella Parigi dei ruggenti anni ’20, culla palpitante di tutte le neonate avanguardie. È la Parigi dei suoi sogni, che probabilmente non è mai esistita. Qui Allen gioca con una galleria di personaggi leggendari, restituiti in modo più o meno caricaturale dalla fervida rêverie dell’aspirante scrittore, in una vertigine spazio-temporale che riunisce sotto lo steso tetto il genio di Hemingway, Picasso, Dalì (Adrien Brody), Francis e Zelda Fitzgerald… Il cinema di Midnight in Paris diventa una fabbrica dei sogni meravigliosamente impazzita. Così capita che Gertrude Stein (Kathy Bates) si metta a correggere il manoscritto di Gil, o che quest'ultimo suggerisca il soggetto del capolavoro surrealista L’angelo sterminatore a un giovane ed interdetto Luis Bunuel (“Ma perché non possono uscire??”). Succede anche che l’americano sbarcato dal futuro perda la testa per Adriana (Marion Cotillard), di professione musa di pittori maledetti, e che il sentimento per questa donna da sogno gli apra gli occhi sull'inconsistenza del legame con la fidanzata reale. Ma proprio quando l’immaginazione sembra vincere sulla realtà, sarà la stessa Adriana a rompere l’incantesimo. Come Gil, frustrato dall’aridità del suo presente, cerca nel passato una terra dell’abbondanza che mai è esistita, la bella francese desidera fuggire dagli anni '20, pallida imitazione della belle époque di fine ‘800. È quest'ultima la sua Parigi da età dell’oro, quella che balla al ritmo del can can e illumina la notte con le sue paillettes. Bisogna allora voltare le spalle alle illusioni promesse dal passato, e bisogna dire no alle effimere esistenze che ci si prospettano nel presente. La morale non potrebbe essere più semplice, quasi naive. Sorprende che sia il Woody Allen cinico e disilluso dell’ultimo periodo, quello di Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, con le sue coppie surrogato cui i più si aggrappano per placare la sete d’amore, a lasciarsi conquistare da una nuova speranza. Non si sa mai che dietro l’angolo il destino non riservi a Gil l’incontro con una ragazza speciale e, per giunta, in carne ed ossa. Dopo tutto, c’est Paris, la città più romantica del mondo!
Avvertenza: se possibile, da vedere in lingua originale
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