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Midnight in Paris: I Caffè Letterari di Parigi
Creato il 05 settembre 2012 da Alessandro Manzetti @amanzettiMidnight in Paris (2011) è un film da non perdere, è l'occasione giusta per sedersi sul divano di casa e partecipare all'emozionante viaggio onirico progettato da Woody Allen. Ci troveremo velocemente nella pancia di Gil, il protagonista, tra le pieghe della sua emotiva fantasia, che ci trasporterà nelle notti parigine tra locali, caffè, salotti letterari e ectoplasmici ristoranti. Gil attraverserà una porta magica, salendo a bordo di una vettura d'epoca che lo proietterà indietro nel tempo, leggendo nei più profondi recessi delle sue passioni. Non ci sarà dunque da stupirsi se Gil incontrerà in queste oniriche notti parigine personaggi come Hemingway, Scott e Zelda Fitzgerald, Pablo Picasso, Paul Gauguin, Salvador Dalì, o se riuscirà a consegnare un manoscritto del suo libro direttamente a Gertrude Stein. Si troverà nel passato, in quell'età dell'oro che ama con tutto se stesso, si innamorerà e continuerà a vivere questa sovrapposizione di due realtà, quella notturna, onirica e surreale e il presente assai meno avvincente. Fino a che le due strade si divideranno. Non vi dico di più per non rovinarvi la visione del film, che ha vinto il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Sotto trovate un paio di video di Midnight in Paris che potranno farvi vivere per qualche minuto la magica atmosfera del film. Non posso che suggerirvi di vedere questa splendida pellicola che ci fa ritrovare un Woody Allen in grande forma, capace di farci traghettare con grande grazia e ironia nella fantasia, tra presente e passato, tra sogno e realtà. La nostalgica fuga dalla realtà del protagonista si trasforma lentamente fino a mostrare il suo reale percorso, l'impossibile punto di contatto tra caso, realtà e sogno sul quale spesso Woody Allen ama giocare. In Midnight in Paris questi punti di contatto assumono contorni e combinazioni davvero originali. Il film lascia emergere l'affascinante mondo dei locali parigini dell'epoca, con una magnifica fotografia, che saranno trasformati per lungo tempo in abitazioni e studi di molti artisti, luoghi divinatori che concretizzeranno, tra le loro pareti magiche, collaborazioni, progetti, opere. Entrerò dunque più in dettaglio su questi posti ai margini del tempo, superando lo specifico del film e tentando di conoscere meglio queste realtà, trasformate da Allen in piccoli meccanismi della sua originale macchina del tempo a quattro sportelli. Inizio parlando de La Coupole (dove ho avuto la fortuna qualche anno fa di cenare e godermi un ispirata bottiglia di bordeaux), che pur essendo stato aperto solo nel 1927 attirò presto le anime di Montparnasse e tantissimi artisti, tra i quali Kisling, De Chirico, Man Ray, Dalì, Picasso, Maiakovski, Cocteau, Prokofiev, Eisenstein. La fama del locale crescerà sempre più, diventeranno assidui frequentatori personaggi come Anaïs Nin, Henry Miller, Giacometti, Samuel Beckett, Sartre, Josephine Baker (e le sue esibizioni) e Simone de Beauvoir, che ambientò proprio nella Coupole una parte del suo romanzo "L'invitée". La Coupole nasce in realtà da un vecchio deposito di legno e carbone, rilevato nel 1927 da René Lafon e Ernest Fraux, già gestori del caffé Dôme, altro storico locale parigino di cui vi parlerò più avanti. L'interno de La Coupole è realizzato in stile Art Deco, artisti come Fernand Léger e Moïse Kisling adornarono due dei pilastri che sostengono il soffitto della sala da pranzo principale. Un posto leggendario, ma non è certo l'unico a Parigi, come vedremo. Continuando questo breve viaggio virtuale tra i locali storici di Parigi, è dovuto l'incontro con il Café de Flore a Saint-Germain-des-Prés. Aperto nel 1870, divenne dal 1917 la sede della rivista "Les Soirées de Paris" di Guillaime Apollinaire, che abitava nelle vicinanze. Ma il Café de Flore ha ospitato anche artisti del calibro di Picasso, Sartre, Camus, Jacob, Cocteau, Prévert, Huysmans, Sartre, Capote e conserva ancora oggi il suo originale stile Art Deco risalente alla seconda guerra mondiale. Un vero e proprio covo di esistenzialisti e surrealisti. Si racconta che durante la guerra Simone de Beauvoir trascorreva parecchie ore al giorno al primo piano del Flore, che aveva il vantaggio di essere riscaldato, a differenza della sua stanza. Jean Paul Sarte e Simone de Beauvoir al Cafe de Flore La Rotonde, inaugurata nel 1910, nei primi anni del novecento rappresentò il punto di ritrovo per eccellenza degli artisti di Montparnasse; tra gli habitué de La Rotonde: Apollinaire, Moise Kisling, Amedeo Modigliani, Picasso (che aveva uno studio nelle vicinanze), Salmon, Cocteau, Diego Rivera, ma anche Lenin e Trotski. Tsuguharu Foujita ha raffigurato una rissa nel caffè nell'opera "A la Rotonde" del 1925, mentre Picasso stesso ritrasse due clienti nella sua tela "Nel Cafe de la Rotonde" del 1901; La Rotonde è stata ristrutturata nel 1958, perdendo l'aspetto che aveva prima della guerra. Si racconta che Victor Libion, il proprietario de La Rotonde, quando un pittore non poteva pagare il conto, accettava un disegno, tenendolo fino al saldo del credito. Non stupisce leggere il nome di Amedeo Modigliani tra questi artisti che pagavano il conto al proprietario con la consegna di piccole opere estemporanee. E' facile immaginare come il fortunato Libion riuscì presto a crearsi una vera e propria collezione di opere d'arte. Pablo Picasso a La Rotonde Tornando a Saint-Germain-des-Prés troviamo il Cafè Les Deux Magots, che Verlaine, Rimbaud e Mallarmé scelsero come luogo ideale per i loro incontri. In origine Les Deux Magots era un negozio di tessuti che vendeva biancheria di seta, che ha preso il nome «Les Deux Magots Cina» da due statuine di personaggi cinesi, tuttora esistenti nella sala principale. Il locale ebbe molta infuenza sulla cultura dell'epoca, grazie alle frequentazioni di molti altri artisti famosi come Picasso, Hemingway, Fernand Leger, Prevert, e accogliendo, per primo, i surrealisti sotto la guida di Andrè Breton. Il premio letterario dei Deux Magots, istituito nel 1933, riconoscerà definitivamente la vocazione culturale del locale. La fama del locale durerà a lungo; nel 1973 è proprio nel Deux Magots che si incontrano Veronica e Alexandre, i protagonisti di La maman et la putain, ultimo film della Nouvelle Vague diretto da Jean Eustache. Ernest Hemingway e Janet Flanner al Le Deux Magots Ma Parigi è davvero piena di luoghi magici e "alchemici", La Closerie Des Lilas è un'altra importante luce del quartiere di Montparnasse. Inaugurato nel 1847 questo cafè ha rappresentato il posto preferito di diversi letterati e artisti, a cominciare da Charles Baudelaire, Paul Verlaine e Guillaume Apollinaire, seguiti da André Gide e Paul Eluard, e poi, dopo il 1920, da artisti e intellettuali stranieri giunti a Parigi come Ernest Hemingway, Gertrude Stein, Henry Miller, Fitzgerald, Oscar Wilde e John Dos Passos. Hemingway scrisse nella Closerie Des Lilas una parte de "The Sun also Rises", pubblicato a New York nel 1926 col titolo di "Fiesta". Una targa sul bancone indica ancora oggi dove preferiva sedersi lo scrittore. Non è un caso che oggi uno dei piatti principali de La Closerie Des Lilas sia il filetto alla Hemingway saltato al whisky. Scott e Zelda Fitzgerald, ospiti fissi de la Closerie de Lilas E' impossibile tracciare un profilo dei tanti caffè letterari parigini, evitando di proporre un articolo troppo lungo e impegnativo. Dovrei approfondire, anzichè citare soltanto, Le Procope (rue de l'Ancienne Comédie), che è il più antico dei caffè parigini (secondo alcuni anche il più antico d'Europa), aperto nel 1684 dal ristoratore Francesco Procopio dei Coltelli, emigrato a Parigi nella prima metà del Seicento, e che vide tra i suoi ospiti, nel corso del tempo, personaggi come Voltaire, Diderot e d'Alembert, Montesquieu, Hugo, Verlaine, Anatole France e molti altri. Ma il viaggio deve andare avanti, e arrivare velocemente al Cafè Le Sélect a Montparnasse, fondato nel 1923, anch'esso leggendario ritrovo di scrittori e artisti, come Pisasso, Henry Miller, Hemingway, che ancora oggi mantiene il suo fascino e l'elegante e filosofica frequentazione. Solita Solano e Djuna Barnes al Cafè Le Sélect Prima di arrivare al dulcis in fundo, per completezza devo almeno citare altri luoghi speciali di Parigi, come Le Falstaff, che ha ospitato spesso Man Ray e Kiki De Montparnasse, dei quali si parla spesso e volentieri su questo blog, Le Dingo, dove si dice che Hemingway incontrò per la prima volta Fitzgerald, la Brasserie Lipp, fondata nel 1880 da Leonard Lipp, una vera e propria istituzione che ha ricevuto, nel corso degli anni, l’élite politica e letteraria di Parigi, Verlaine, Proust, Gide, Saint-Exupéry, Hemingway, Camus e chi più ne ha più ne metta, senza dimenticare poi Le Café de la Paix meta amica oltre che di Proust, che abitava nei pressi, di Maupassant, Oscar Wilde, Gide e Zola. Tralasciando molti altri posti e caffè letterari, per mancanza di spazio, dedico lo spazio residuo di questo articolo all'ultimo pezzo, o tassello, di questi luoghi speciali che ricostruiscono la realtà e nello stesso tempo il sogno dell'età dell'oro; parlo di Le Dôme. Inaugurato nel 1898 Le Dôme è stata la prima caffetteria di Montparnasse, divenuto presto il luogo di ritrovo della folta colonia letteraria americana di Parigi. L'elenco degli ospiti che si sono ritrovati a Dôme è davvero infinito, giusto per citarne qualcuno: Henri Cartier-Bresson, Max Ernst, Tsuguharu Foujita, Paul Gauguin, Ernest Hemingway, Gibran Khalil Gibran, Wassily Kandinsky, Moise Kisling ,Vladimir Lenin, Henry Miller, Anaïs Nin, Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, Man Ray, Chaim Soutine, Diego Rivera, Vlaminck. Le Dôme, 1925: Foto di Andrè Kertesz Certo, non mi illudo e non voglio illudervi: oggi gran parte di questi caffè letterari sono diventati mete turistiche o ristoranti di lusso, hanno perso il loro fascino e la magica atmosfera dell'epoca. Per questo motivo, tornando al film Midnight in Paris di Woody Allen, vi confesso di aver invidiato terribilmente Gil, il protagonista della storia, per aver trovato il modo di tornare indietro nel tempo, in quel tempo. Samuel Beckett a Le Dôme
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