Miele – Il dolce richiamo della fine delle sofferenze

Creato il 18 maggio 2013 da Poison78 @poison78

USCITA CINEMA: 01/05/2013
GENERE: Drammatico
REGIA: Valeria Golino
ATTORI: Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero De Rienzo, Iaia Forte, Vinicio Marchioni, Roberto De Francesco, Barbara Ronchi
PRODUZIONE: Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri per Buena Onda, in coproduzione con Les films des tournelles (Francia) e con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: BIM
PAESE: Francia, Italia 2013
DURATA: 96 Min
FORMATO: Colore

Trama:

Miele narra la storia di Irene, una ragazza di trent’anni che ha deciso di aiutare le persone che soffrono: malati terminali che vogliono abbreviare l'agonia, persone le cui sofferenze intaccano la dignità di essere umano. Un giorno a richiedere il suo servizio è un settantenne in buona salute, che ritiene semplicemente di aver vissuto abbastanza. L'incontro metterà in discussione le convinzioni di Irene e la coinvolgerà in un dialogo serrato lungo il quale la relazione tra i due sembrerà infittirsi di sottintesi e ambiguità affettive.

Commento:

Progetto ambizioso e interessante per Valeria Golino alla sua prima volta dietro la macchina da presa. Un argomento spigoloso e quanto mai difficile da mettere in scena con il giusto tatto, cercando di mantenere la giusta distanza senza prendere una vera presa di posizione nei confronti dell’eutanasia. Con una regia ricercata ma non originale ed uno stile che riporta alla mente un determinato cinema indipendente europeo, la bella Valeria segue i passi e le azioni di Miele/Irene (Jansime Trinca), una giovane trentenne che per lavoro accoglie le richieste di suicidio assistito di malati terminali incurabili. La pellicola oscilla tra il lavoro della giovane, le sofferenze dei suoi pazienti e le convinzioni della stessa relative al suo ruolo nei confronti della morte.

Non aspettatevi quindi una qualsiasi forma di inchiesta, denuncia o raffronti tra le posizioni in merito della chiesa, della scienza o dello stato.  E’ priva di ogni forma di analisi diretta adatta ad aprire un dibattito fra ciò che sia ritenuto giusto o sbaglio. La vera essenza della pellicola è su come Irene e lo spettatore si pongono nei confronti della morte, su come e perché dire addio alla propria esistenza. Un imprevisto nella sua professione porterà Miele a perdere le sue sicurezze nel suo ruolo tanto da farla sentire un’assassina.  Con pudore e sensibilità nei confronti della morte è un opera prima di un elevato spessore morale e sociale in un momento in cui parlare di morte è spesso un tabù.  

Buone le prove del cast dove naturalmente spicca la bravura di una convincente Jansime Trinca. La pellicola non è priva di qualche difetto, come l’ossessiva ricerca dell’inquadratura ricercata e di altri lievi difetti figli dei primi passi dietro la macchina da presa che ne minano in parte la fruibilità. Con questo suo primo lavoro la Golino così come il suo compagno Scamarcio, produttore, dimostrano sensibilità e intelligenza nel saper scegliere progetti interessanti al contrario dei loro ultimissimi ruoli di attori. Liberamente ispirato al romanzo “A nome tuo” di Mauro Covacich è un film interessante e profondo che mi sento di consigliare senza troppe riserve.  Una opera prima per molti aspetti sorprendente.

Pro.

  • Sensibilizza nei confronti della morte.
  • Opera Prima singolare.
  • Non prende nessuna posizione.

Contro.

  • Ossessiva ricerca dell’inquadratura d’autore.
  • Altri difettucci che ne minacciano la fruibilità.

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