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Migliorarsi e crescere divertendosi con il mental coaching

Creato il 14 aprile 2011 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Il mental coaching sa utilizzare la forza del divertimento per rendere efficaci anche gli apprendimenti più complessiDivertimento, che passione! A chi non piace divertirsi e trovare questo splendido ingrediente nelle proprie esperienze di vita?

Vari studi suggeriscono la stretta sinergia tra movimento, divertimento e processo di apprendimento; ciò non solo per quel che riguarda i bambini in tenera età, per i quali è risaputa l’importanza di associare il processo di apprendimento a momenti di gioco, ma anche per i ragazzi e le persone adulte.

Quando ci divertiamo quindi impariamo meglio e anche di più.

Curioso e direi anche paradossale sperimentare troppo spesso, sia in ambiti di formazione formali sia non formali, percorsi di apprendimento in realtà assai scarni rispetto a questo importante aspetto.

Il mental coaching e la PNL si discostano con forza da questa tendenza, essendo l’aspetto del divertimento e anche del movimento assolutamente essenziali in ogni proposta ad essi legata.

Crescere e migliorarsi con il mental coaching e la PNL non solo è un’esperienza forte e profonda, è anche un piacevole divertimento.

Uno degli assiomi della PNL è che “non ci sono persone senza risorse, ma ci sono stati d’animo senza risorse”. Facile intuire come in uno stato d’animo positivo sia estremamente più facile utilizzare al meglio tutte le risorse già presenti in noi e necessarie per rendere l’apprendimento più efficace e come sia altrettanto più probabile riuscire ad ampliare il nostro bagaglio di capacità ed abilità.

Il nostro cervello, seppure su onde di frequenza diversa, è comunque sempre attivo, ma non necessariamente agisce per il nostro meglio. E’ quindi assai importante ed utile conoscerne i meccanismi ed imparare quelle strategie che ci permettono di utilizzarlo in maniera consapevole ed efficace per i nostri bisogni ed i nostri obiettivi.

Un argomento cardine del mental coaching e della PNL in particolare è la stretta relazione tra stati d’animo, fisiologia, focus, linguaggio-domande e credenze; essi si influenzano a vicenda e, agendo consapevolmente su uno di essi, posso influenzare gli altri.

Ciò assume particolare importanza se pensiamo che il nostro cervello è in grado di elaborare un numero limitato di unità di informazione, da un minimo di 5 ad un massimo di 9, ed opera in prima istanza per immagini e sensazioni e che ciò con cui interagiamo è la rappresentazione che ci facciamo della realtà più che la realtà stessa.

Gli infiniti stimoli provenienti dall’esterno o dall’interno vengono selezionati da filtri, in parte consci in parte inconsci, e trasformati appunto in una rappresentazione del mondo attraverso l’influenza diretta di stati d’animo, fisiologia, focus, linguaggio-domande e credenze.

Cambiare il processo con cui elaboriamo gli stimoli è quindi spesso molto più produttivo che cambiarne i contenuti; da qui l’importanza di conoscere e gestire l’interazione tra stati d’animo, fisiologia, focus, linguaggio-domande e credenze.

Quando ci troviamo a dover apprendere qualcosa di nuovo, che sia una conoscenza, una capacità tecnica, un’abilità motoria o qualsiasi altra competenza, ci troviamo ad utilizzare proprio questi meccanismi.

Il movimento è di per sé un aspetto fondamentale della fisiologia e in quanto tale esso influenza gli altri aspetti che abbiamo citato, primi fra tutti gli stati d’animo.

Il divertimento è intrinsecamente associato a stati d’animo positivi e quindi potenzianti e capaci di farci utilizzare al meglio tutte le nostre risorse.

Sulla fisiologia possiamo agire con immediatezza in ogni situazione, alzando con facilità il nostro potenziale di efficacia.

Divertiti subito a provare come sia facile.

Pensa ad una sfida che devi affrontare.

Assumi una fisiologia (respiro, posizione del corpo, movimento, utilizzo dei muscoli facciali, …) associata ad uno stato d’animo negativo, che può essere tristezza, rabbia, noia, frustrazione, quello che vuoi e che ti viene più facile, ciò che è importante è che sia assolutamente reale.

Ora, pensa nuovamente alla sfida e da 1 a 10 valuta la tua convinzione di poterla affrontare al meglio. Che voto di sei dato?

Ora assumi una fisiologia associata ad uno stato d’animo positivo, gioia, serenità, determinazione o magari proprio l’allegria di un momento di divertimento, pensa alla sfida e valuta la tua convinzione di poterla gestire al meglio. Che voto ti sei dato?

L’utilizzo delle risorse legate al divertimento è estremamente interessante nelle tecniche dello sport coaching.

Un esempio semplice può venire da un episodio accadutomi la scorsa settimana.

Mi trovavo casualmente a chiacchierare con una ragazzina che pratica ginnastica artistica e che mi raccontava la difficoltà che trova nell’eseguire l’esercizio della trave ora che, essendo salita di categoria, si trova con l’attrezzo ad un’altezza superiore rispetto agli anni precedenti.

La cosa interessante è che l’esercizio è lo stesso e sulla trave bassa lo esegue senza sbavature; ciò che ora la porta a sbagliare e a volte anche a cadere è il vedersi più alta da terra e da lì scattano poi le sensazioni negative, che la depotenziano, portandola ad un uso limitato delle sue risorse.

Le ho proposto di divertirsi ad immaginarsi funambola che, partendo da una corda sospesa tra due alberi, cambiava poi luoghi di esercitazione, fino a trovarsi ad eseguire l’esercizio su una corda sospesa tra due palazzi.

Abbiamo lavorato al massimo quindici minuti, divertendoci a crearci situazioni diverse di difficoltà e facendo attenzione che le visualizzazioni fossero il più reali possibile per tutti i sistemi rappresentazionali.

Il suo compito era poi quello di richiamare da sola quanto fatto e provare poi in palestra a sperimentare direttamente cosa è cambiato. Non solo l’esercizio ora è molto migliorato e a volte anche quasi perfetto, ciò che forse conta di più è che la ragazza ha il piacere e la voglia di salire sulla trave e mettersi alla prova, mentre prima sperava solo di finire in fretta l’esercizio.

Certo, non sempre ci si riesce a divertire o a far divertire durante un apprendimento.

E’ in questi casi forse utile chiedersi “cosa voglio davvero”, “perché faccio questo”, “per chi lo faccio”.

Spesso entrano in gioco tematiche legate alle convinzioni, ai valori e all’identità più che all’ambiente, ai comportamenti e alle capacità; ma di questo ne parleremo la prossima volta.

Sportivi, atleti, allenatori, formatori, coach… felice divertimento!!!

Tiziana De Martin
Di Tiziana De Martin


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