Mike Watt è stato uno dei membri fondatori dei Minutemen, una band dell’underground americano degli anni’80. Un gruppo che suonò durante la fulminante stagione del Punk USA, sviluppando, come gli Hüsker Dü, uno stile più personale, unendo vita e musica, staccandosi dal fragore dell’Hardcore Punk. Entrambe le band incisero per l’etichetta discografica SST, organizzata da Greg Ginn dei Black Flag. I Minutemen interruppero l’attività musicale per la dipartita prematura di D. Boon, cofondatore della band e amico fraterno di Mike.
Watt continua la sua carriera di bassista creando musica in onore di D. Boon.
Il musicista ha poi dato vita ai fIREHOSE e ha collaborato con molte band indipendenti, come i Sonic Youth ed essere dal 2003 il bassista di Iggy Pop and the Stooges.
Oggi, grazie alla non etichetta stella*nera di Marco Pandin, esce un libro secondo me importante per conoscere e approfondiere l’opera di Mike Watt. Il libro è curato da Hector Valmassoi con particolare cura e amore verso la musica del bassista americano. L’aspetto degno di nota è che Hector ha affrontato i testi degli album battezzati come Le Tre Opere, che hanno segnato l’autore e fatto riflettere Mike Watt sulla vita e sulle persone che l’hanno accompagnato. Il libro contiene le traduzioni in italiano con testo originale a fronte degli album Contempling the engine room, The secondman’s middle stand e Hyphenated-man, pubblicati fra il 1997 ed il 2010. In appendice al volume vi sono ventotto poesie di Mike Watt apparse solo sul sito ufficiale del musicista.
Hector ha tradotto i testi di Watt, consultandosi con il musicista stesso, riuscendo a farci partecipi dell’essenza e del loro significato. In Contempling the engine room il musicista riesce ad immaginare una sorta di parallelo fra la vita da marinaio di suo padre e le vicende del gruppo dei Minutemen. Nell’album The secondman’s middle stand invece i testi diventano più personali, perché legati ad un periodo di lunga malattia, sofferto dal musicista. Watt si è ispirato ad alcune letture come la Divina Commedia di Dante, in cui la fase acuta dalla malattia è rappresentata come una discesa agli inferi, la risalita verso il Purgatorio diviene la convalescenza e giungere finalmente al Paradiso della guarigione.
L’album successivo Hyphenated-man invece ha come fonte d’ispirazione il pittore fiammingo Hieronymus Bosch e il suo immaginario di figure metaumane, intrappolate tra due dimensioni, tra l’uomo e l’animale, tra il soggetto e l’oggetto, fusi con nature altrimenti diverse da loro. Tutto questo brulicare di vite alchemiche e metafisiche serve a comprendere il “perché gli uomini diventano uomini“.
Devo riconoscere che finalmente ho trovato un libro che mi ha invogliato ed aiutato ad approfondire i dischi di Mike Watt, perché non va dimenticato che i testi sono parte integrante delle canzoni, infatti ormai capita raramente di incontrare uscite editoriali come questa.
Il libro è curato in modo intelligente, grazie ad una grafica semplice e di qualità, pensata per concentrarsi sulla lettura dei testi e delle poesie.
Promesso che ci ritornerò qui sul blog.
Riferimenti:
- Sito ufficiale di Mike Watt.
- Il libro, 160 pagine belle piene, non è distribuito commercialmente, si può richiedere a Dethector oppure a stella*nera in cambio di un’offerta libera/consapevole.
- La discografia ragionata di Mike Watt (gruppi, solista, collaborazioni e contributi) e dei Minutemen la si può trovare sempre su Dethector.
Un grazie speciale per Alberto Corradi e Marco Pandin.