Be', voglio dire, mica si va in America per niente!Eccoci con il terzo appuntamento di questa piacevole rubrica. piacevole più per me che per voi probabilmente. Ricordare ogni singolo momento vissuto durante la prima settimana del nuovo anno, si sta rivelando più terapeutico del previsto. Inoltre, sono contenta che vi stiano piacendo questi post chiacchiericci e che possano essere per voi un modo per vedere New York attraverso i miei occhi e magari, perché no, scoprire di amarla un pochino. Io la amo profondamente. Si era capito?
Per chi se le fosse perse, trovate le prime due puntate QUI e QUI.
Quando ho aperto gli occhi, il 2 Gennaio, ho realizzato che il jet-lag non è una leggenda metropolitana. E' una certezza metropolitana! E nonostante la stanchezza e le millemila ore di veglia, dopo solo quattro ore di sonno ero completamente sveglia, mentre accanto a me il mio fidanzato se la russava alla grande! In Italia invece la giornata era cominciata da un pezzo, quindi ho passato un po' di tempo con i miei amici su WhatsApp, ad aggiornare mamy ed a rigirarmi nel letto nella speranza di riprendere sonno. Cosa che, ovviamente, non è successa. Ma tutto quell'agitarsi tra le lenzuola ha avuto un vantaggio: svegliare il mio fidanzato, che mi ha guardata come se avesse avuto davanti Samara: "Ma tu non dormi mai???"
"Tra ssssette gggiorni!"
Alle 8:00 eravamo già in strada, pronti per la tradizionale colazione all'americana.
La prima tappa infatti è stata Junior's, la tipica tavola calda, di quelle dove ad ogni sorso ti refillano il caffè finché non ti esce dalle orecchie.
Junior's è famosissimo soprattutto per le sue torte e le cheesecake in particolare, infatti la nostra intenzione era proprio quella di provare un dolce, ma di fronte al ricchissimo menu, non abbiamo resistito e abbiamo scelto una colazione tradizionale:
Circa cinquantadue uova con gli spinaci, patate croccanti e cipolla e pane tostato con un velo di sciroppo d'acero. Sì, lo so che qualcuno penserà "Bleah, che schifo", ed ogni riferimento a Paola è puramente voluto, ma io, noi siamo dell'idea che quando si va in un posto, il cibo fa parte integrante dell'esperienza. Essere a New York e mangiare in locali italiani o presunti tali o fare colazione con cappuccino e cornetto (mi pare di non averne nemmeno visti in realtà) non era assolutamente contemplato.
E' stato il nostro unico pasto fino alla sera. Ci siamo sentiti satolli fino al tardo pomeriggio e, considerate che abbiamo camminato ininterrottamente per circa sette ore, prima di fermarci a prendere un tè da Starbucks.
Usciti da Junior's, che si trova circondato dai teatri di Broadway, abbiamo camminato in direzione 5th Avenue. Due erano le tappe prefissate per quel giorno: l'Apple Store e Central Park, e tutto quello che ci avrebbe portati lì. Come ritrovarci improvvisamente a Times Square:
Avete visto MAC? Beh, anche io, e mi ci sono fiondata per comprare il mio amatissimo Brow Set, finito proprio alla vigilia della partenza, e senza mi sento come se fossi completamente struccata. Purtroppo non mi sono nemmeno guardata in giro, avevamo fretta di andare e pensavo ci sarei ritornata, cosa che poi non è successa.
Sì, sono voluta tornare alla Rockefeller Plaza. Lo so, sono un caso disperato, ma volevo vederla anche di giorno. E, credetemi, è splendida quasi quanto lo è di sera.
Il sole, la temperatura mite, il cielo azzurro hanno fatto tutto il resto.
Io non sono credente, ma le chiese, in quanto opere d'arte, mi provocano spesso reazioni esagerate. Mi è successo a Roma, appena mi voltai e mi ritrovai di fronte alla Pietà e mi è successo qui. Tutte le emozioni fino a quel momento trattenute sono esplose in un pianto incontenibile. Mi guardavo attorno e non riuscivo a trattenere le lacrime. Tony ormai ci ha fatto l'abitudine...
La 5th Avenue è più bella di come si vede nei film. Hai perfino paura di passare davanti ad alcuni negozi, casomai si debba pagare qualche sorta di pedaggio. E' maestosa, lussuosa ed è una passeggiata piacevole fino alla Grand Army Plaza.
E potete immaginare con quale tranquillità io abbia continuato a passeggiare per tutto il giorno con DUE Iphone 6+ nella borsa... Uomini... Però ammetto che amo il mio nuovo giocattolino, proprio tanto.
Il Plaza è imponente e lussuoso e gli addobbi natalizi mi hanno riportato alla mente il mitico "Mamma ho riperso l'aereo".
Entrare a Central Park, lasciarsi alle spalle la frenesia della città, è come entrare in un altro mondo:
Di tutta la permanenza a New York, il tempo passato qui è stato per me il più bello ed emozionante, un qualcosa che non si può descrivere a parole, per questo lascio che parlino le immagini:
Su ogni panchina del parco c'è una storia, una dedica, un ricordo. Le avrei fotografate tutte. Mi sarei fermata davanti a tutte. Ho pianto davanti a tutte quelle che ho letto.
La Bethesda Terrace, che si affaccia sulla fontana, cuore del parco, è un punto davvero suggestivo. Io e Tony ci stavamo allontanando verso Nord quando entrambi siamo stati attratti da una musica celestiale che proveniva dall'interno dell'edificio. Più ci avvicinavamo e più la musica sembrava un coro d'angeli.
Purtroppo sono riuscita a filmare solo l'ultima parte della canzone, le lacrime agli occhi mi impedivano di vedere...
Nonostante le ore passate a Central Park, non siamo riusciti a vederlo tutto. Siamo arrivati fino al Reservoir, ci siamo goduti lo spettacolo e siamo tornati indietro dall'esterno, godendoci un po' dell'Upper East Side... Sembrava di essere sul set di Gossip Girl!
Ho lasciato il mio cuore a Central Park. Se chiudo gli occhi posso ancora sentire il calore del sole, il rumore dell'acqua, il cinguettio degli uccelli ed il vociare sommesso della gente.
Nonostante ciò, abbiamo continuato a goderci la città, le strade, i negozi.
Io sarei anche andata volentieri a letto senza cena, ma figuratevi se al mio fidanzato andava bene.
Per molti sembrerà un'eresia, ma eravamo curiosissimi di provare la pizza e ci siamo fermati da Subway.
Vi dirò... Non è la pizza napoletana, ovviamente, ma è di gran lunga più buona di quella sottospecie di frisbee che fanno dalle mie parti.
Forse sarà stato il viaggio, la mancanza di sonno, gli sbalzi di temperatura continui tra ambienti interni ed esterni, ma alla fine di questa giornata sentivo la mia pelle cadere letteralmente a pezzi. Nonostante io mi fossi portata la crema viso più nutriente che avessi, non è stata sufficiente. Quale
E anche per oggi è tutto. Alla prossima.