-Terza parte: l’importanza di sviluppare una variante al modulo-
Si diceva del 4.3.3. come modulo imprescindibile con Ronaldinho in campo: a Parma abbiamo visto come questo possa anche non essere vero. Ma attenzione, perché Allegri è bravo ma noi non siamo mica nati ieri… falso trequartista per definizione, rifinitore arretrato per assunzione tattica: mobilità permettendo -mai così buona da quando è da noi e da più partite-, ci domandiamo quanto lo schieramento tattico, nonché il dispositivo difensivo dell’avversario, abbia influenzato la scelta del Mister… Tanto, e non è un azzardo dirlo.
Scelta acuta e fortunata -come DEVONO ESSERE quelle di ogni allenatore-, perché proprio la posizione “lontana” di Ronaldinho ha portato fuori sincrono il gioco dei due mediani del 4.2.3.1. di Marino che tutto aveva preparato tranne questo. “Ce la metterò tutta per fermare Ronaldinho”, dichiara Zaccardo -terzino destro dei Crociati-, poco prima della gara… non è roba da poco questa gente, per nulla. Aspettiamo in futuro di vedere Ronaldinho riproposto lì: e pure l’avversario.
Due i punti dai quali partire: avere da spendere una variante di modulo credibile è -e sarà- fondamentale e non per vezzo, ma per disporre di un’arma in più; non è il tempo per proporre un calcio monolitico per NESSUNA squadra italiana, e se si dovrà tornare… Grande Milan lo si farà anche attraverso l’applicazione di un modulo “di riserva”. Lo avevano Sacchi, Capello e Ancelotti: gli ultimi Milan Grandi, duttili tatticamente finché sono durati…

Dinho e Binho: uomini che potrebbero regalarci un Milan più camaleontico, nel modulo ed in campo.
Si costruisce quest’anno cercando di vincere in corso d’opera, mi pare evidente anche dal discorso del “NON SIAMO UN CIRCO” di Adriano Galliani a cui ricordo che per qualche mese gli siamo assomigliati, e non certo per colpa o volere di qualcun altro aldilà “dei piani alti” del 3 in via Turati.
Da dove si sta partendo? Dell’importanza del centrocampo abbiamo detto, ma pure di un altro aspetto vorrei parlare qui con voi amici e lettori del Milan Night: avete notato che l’avversario è tenuto in maggior considerazione nella preparazione della gara? Non parlo di pallosissimi “score” tecnico-tattici di cui qualcuno avrà sentiro parlare, ma d’altro: ne può essere un esempio il frequente scambio di posizone delle punte; lo spostamento di Ronaldinho a Parma; prossimamente, vedremo come e se Robinho si presterà ad apportare una variazione tattica al modulo base: la sua dote di unire la rapidità alla visione di gioco porta all’attenzione l’opportunità di sfruttare le sue doti anche in maniera differente che come semplice succedaneo di Pato e Ronaldinho, secondo me.
Se in Europa il discorso cambia, in Serie A sappiamo quanto sia importante mantenere “viva l’attenzione”: questa, pur avendo il Mister la carta del suo stesso nuovo arrivo da giocarsi nello spogliatoio, va comunque tenuta sempre alta pure in allenamento: variare il modulo comporta nuove esercitazioni durante la settimana, nuove prove tattiche che vogliono dire nuovi “compiti a tema” con i quali misurare la propria rosa e da cui il calciatore stesso è stimolato a sfidarsi.
Le più recenti versioni di un Milan vincente si sono afflosciate quando in campo la squadra si è “seduta” -per vari e ed differenti ragioni-, su un unico modo di stare in campo: il Milan di Sacchi come quello di Capello ed Ancelotti: quando iniziarono ad assomigliare troppo a se stessi si sfaldarono, infatti. La conoscenza del 4.3.1.2. e del 4.2.3.1. da parte di molti elementi della rosa permette che le variazioni non siano un salto nel buio, ma una risorsa da affinare con i propri richiami “sul tema” da parte del Mister, un arricchimento al 4.3.3. di base.
I protagonisti di questo cambiamento rapido?, oltre Seedorf -però preferito a parità di condizioni come interno sinistro-, Robinho e Ronaldinho: il primo, se stimolato nella consapevolezza di poter essere qualcosa di più che un ”clone” di Pato e del Gaucho, potrebbe rivelarsi pure una risorsa nuova per la nostra trequarti; il secondo, non fosse che per l’orgoglio di disperdere un poco di quelle nebbie di scetticismo che sempre lo hanno accompagnato dal suo arrivo a Milano tre anni fa, potrebbe dare quello smalto che la sua tecnica apporterebbe ad ogni squadra. Anche se qui nutro delle riserve sotto altri punti di vista…
Qui chiudo questa serie di brevi appunti sperando di aver contribuito a chiarire e, come i commenti mi confermano, sollecitare alcune osservazioni tattiche su questa primissima parte di stagione; do appuntamento a tutti a venerdì per parlare un pò della gara con il Chievo.
