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Milan: a che punto è la notte?

Creato il 16 settembre 2012 da Mauro @2tredici
Dopo la sconfitta di ieri sera patita a San Siro contro l'Atalanta, i piccoli segnali di rinascita che si erano timidamente visti a Bologna sono un ricordo lontanissimo: il Milan continua ad essere una non-squadra, del tutto priva di un qualsivoglia straccio di gioco.
Non si può nemmeno discutere, infatti, se il Milan abbia giocato bene o abbia giocato male: semplicemente, non ha giocato. Non si sono visti una trama, uno schema, un'idea degni di essere menzionati. Praticamente non abbiamo portato palloni all'interno dell'area di rigore avversaria. Al di là della scellerata politica societaria (Galliani ha montianamente dichiarato che il nostro obiettivo non è più quello di vincere: è quello di avere i conti in ordine), Allegri ha indubbiamente le sue colpe. Quando il tasso tecnico di una squadra è quello che è, diventa compito dell'allenatore inventarsi qualcosa per sopperire al deficit di qualità del parco-giocatori.
Allegri, invece, non soltanto non sembra in grado di motivare adeguatamente i giocatori ma dimostra di conoscere un solo schema di gioco (il 4-3-1-2) e a quello resta cocciutamente aggrappato anche quando è evidente che non ce lo possiamo più  permettere. Provare una formula che renda più solido il centrocampo, proteggendo maggiormente la desolata difesa e, contemporaneamente, supportando meglio la fase offensiva (il classico 4-4-2 o la variante del 4-2-3-1), sembra sia un'eresia, dalle parti di Milanello.
Al momento, dunque,  anche in vista dell'imminente avvio della Champion's, il presente ed il futuro appaiono cupi e tempestosi, tanto da spingere il disperato tifoso milanista a chiedere, biblicamente: Custos, quid noctis? A che punto è la notte? Quando finirà questo terribile incubo? 

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