La fashion week milanese volge al termine e tra una sfilata ed una foto delle modelle più famose Andreaswag vi scrive per giudicare i punti di forza e gli scivoloni delle nuove collezioni presentate per l'occasione. E' bene procedere per gradi, indicando innanzitutto le collezioni e gli stili più ricercati e riusciti della settimana della moda per poi passare ai grandi flop, con la modestia di chi è pronto a ricevere le dovute critiche.
Al primo posto svetta il maestro Giorgio Armani che ,con Emporio Armani, ha incantato tutti con la sua collezione ricca di forme geometriche e di colori in cui la lana si alterna al velluto in un gioco d'artista, ben architettato. Gli accessori non si lasciano facilmente dimenticare, ben abbinati alle maglie e agli abiti presentati in passerella.
Prada ci ospita nella sua nave, con la collezione in stile mariniére in cui la tradizione si associa alla sovrapposizione di tessuti e modelli, di colori e gradazioni, stringivita e piccole borse passepartout. Da segnalare anche le calze di lana , lo stendardo della femminilità, alternate alle lace-up shoes, richieste dalle trend setter di tutto il mondo.
Lo Street style è sempre più ricco di modelle, giornaliste e fashion blogger, che si fanno notare per abbinamenti unici da riproporre in chiave soft adattandoli allo stile di ogni donna: la maxi skirt firmata Patrizia Pepe arricchisce il look della fashion blogger Giulia Bruni; iconica la new entry di casa Gucci , dionysus, insieme al velluto e ad un paio di lace up; la modella Alanna Arrington stupisce con la semplicità di un outfit illuminato dal colore degli occhiali da sole; la fashion blogger Chiara Ferragni spicca per il suo abito n. 21 abbinato ad un paio di Dior vintage, dal mood un po' rock, un po' retrò.
Passiamo alle cose che non mi sono piaciute affatto: l'allure commerciale che aleggia sulla collezione di Angelo Marani richiama alla mente capi già visti, abbinamenti già esplorati, insomma una presentazione poco originale e adatta alla ragazze di giovane età; le sovrapposizioni sono il nuovo must ma eccedere non è sempre una buona idea ed Etro, famosa per il suo motivo paisley, ci ha dato la dimostrazione palese di questa grande verità; un altro grande punto interrogativo si scorge sulla testa di Jeremy Scott, direttore creativo della maison Moschino, conosciuta ai più, ormai, per l'eccentricità delle collezioni presentate in passerella e per l'attitudine di Jeremy Scott per la mise en scène, che si è distinto con una performance "di fuoco" molto attenta allo show e un po' meno agli abiti; infine come non citare MSGM diretta da Massimo Giorgetti, che delude per la sua mancanza di innovazione, proponendo maxi-coat tempestati da macro-pois visti e rivisti anche all'interno delle grandi catene di "fast-fashion".
Nonostante i flop la settimana della moda è e rimane una delle espressioni più significative della moda italiana in cui gli stilisti fanno a gara per presentare le proprie collezioni, attirando visitatori e curiosi da tutto il paese e , anche, dal mondo; le critiche quindi servono a tutti e anche a chi, ormai, ha presentato troppe collezioni e non ha più lo sprint di cui godeva all'inizio della propria carriera; il consiglio è quello di puntare alla semplicità, riscoprendo i valori del vero Made in Italy.