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Milan Games Week 2015 – Recap

Creato il 26 ottobre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Si è tenuta anche quest’anno a FieraMilanoCity dal 23 al 25 ottobre la Milan Games Week, manifestazione italiana dedicata ai videogiochi e al mercato che ruota loro attorno

Dai tornei ai cosplay fino agli YouTuber, la Milan Games Week 2015 è stata caratterizzata da uno sforzo produttivo superiore all’edizione dell’anno precedente. D’altronde il 2015 si conferma un anno importantissimo per Milano, che sta anche vivendo gli ultimi giorni prima della chiusura dell’Expo (il 31 ottobre).

Protagonisti indiscussi dell’evento, i videogame erano presenti in quasi tutti gli stand della Games Week insieme ai publisher e agli sviluppatori che i giochi li realizzano, con cui era spesso possibile scambiare opinioni e consigli (venerdì è persino comparso Tohru Iwatani, storico creatore di Pac-Man). I numeri diramati da AESVI, l’ente italiano degli editori e sviluppatori di videogiochi, parlano di 150 titoli tra cui più di 50 anteprime giocabili prima dell’arrivo nei negozi. Questa edizione della Games Week ha inoltre visto raddoppiato il proprio spazio espositivo (di ben 32000 metri quadri) con un piano in più rispetto alle edizioni passate. Non impeccabile l’organizzazione generale e la distribuzione dello spazio, con punti della fiera colmi di stand e altri relativamente vuoti, ma nonostante questo la Milan Games Week 2015 è stata un grande successo: oltre 120000 i visitatori, con un aumento di pubblico di quasi il 30% rispetto all’anno scorso, a dimostrazione di una manifestazione non perfetta, ma sicuramente riuscita. Un passo nella direzione giusta per diffondere sempre di più la cultura del videogioco in Italia.

Nel nostro piccolo ci siamo buttati a capofitto in questa giungla fisica e digitale, provando tantissimi giochi nuovi e seguendo in particolare i più meritevoli.

Il meglio e il peggio della Games Week 2015

Per appassionati e semplici curiosi il problema più grande dell’evento è stato sicuramente rappresentato dalle lunghe code necessarie per provare alcuni giochi, dove l’attesa poteva anche superare le due ore. Un esempio si è visto allo stand Bandai Namco, dove era possibile provare per alcuni minuti una demo Dark Souls III, il nuovo capitolo dei Souls sviluppato da From Software, a patto di reggere la lunghissima fila formatasi. Code anche per vedere Call of Duty: Black Ops 3, che abbiamo già trattato nello specifico con un’anteprima.

Games Week

Tra Star Wars Battlefront e Disney Infinity il brand di Star Wars era molto presente, come dimostra l’X Wing a grandezza naturale.

Restando nell’ambito degli sparatutto, grande interesse per Star Wars Battlefront, giocabile sia nello stand Sony sia in quello EA con la missione su Tatooine e la mappa multiplayer su Hoth, entrambe già viste nella recente open beta che, però, a noi non ha convinto del tutto. Oltre all’immancabile FIFA 16 Electronic Arts si è presentata alla Games Week anche con altri due titoli, Mirror’s Edge Catalyst e Need for Speed. Quest’ultimo è il reboot della famosa saga di corse automobilistiche, in uscita il 5 novembre per PS4 e Xbox One e in primavera per PC: guida arcade, grande atmosfera e vastissime possibilità di personalizzazione della vettura sono i punti salienti del titolo. Per quanto riguarda invece il nuovo Mirror’s Edge, Catalyst ci rimette nei panni di Faith per scoprire i segreti della corrotta (e bellissima) Città di Vetro che fa da ambientazione al titolo. Abbiamo provato il primo quarto d’ora di gioco: superato il tutorial che permette di prendere confidenza con i comandi, la città si apre davanti a noi in tutta la sua magnificenza open world. Tre le missioni provabili in questa demo, che di solito richiedono di raggiungere un posto o scappare dalle guardie, il tutto il più velocemente possibile. Se a questo aggiungiamo un comparto grafico al top della classe, è facile capire perchè aspettiamo ardentemente Mirror’s Edge Catalyst.

Koch Media ha fatto sentire la sua presenza con due giochi molto “rumorosi”, Just Cause 3 e Homefront: The Revolution, entrambi interessanti ma ancora bisognosi di lavoro, soprattutto il secondo che al momento fatica a trovare una propria identità che lo distingua dal “solito sparatutto”. Se però la data di uscita di Just Cause 3, previsto per il 1° dicembre 2015, è piuttosto vicina nel tempo, di Homefront: The Revolution non si parlerà prima di fine 2016, quindi c’è ancora tempo per rimediare.

Un ringraziamento a Microsoft, che in saletta privata ci ha fatto provare il nuovo joypad in arrivo per Xbox One e compatibile con Windows 10, il Controller Wireless Elite, che sa coniugare eleganza e funzionalità: pensato per fornire prestazioni di alto livello, il Controller Elite può essere completamente personalizzato sia a livello hardware sia software: è infatti possibile sostituire la croce direzionale, cambiare superficie e lunghezza degli analogici e aggiungere quattro nuovi grilletti posizionati sul retro del pad, ma anche modificare la mappatura dei comandi e la loro sensibilità tramite il software dedicato. I tasti metallici sono magnetici per cui si incastrano perfettamente quasi come fossero un set LEGO. Peccato per il prezzo di 149,99 dollari.

In ogni caso, con questo controller abbiamo giocato a Halo 5: Guardians (che uscirà ufficialmente domani) e Rise of the Tomb Raider. Di Halo 5 abbiamo provato uno dei primi livelli della campagna, ambientati all’interno di un’astronave, in cui il giocatore comanda uno Spartan più altri tre compagni, facenti parte della squadra Osiris (non è però possibile dare direttamente ordini agli altri Spartan). Il gioco è un Halo in tutto e per tutto, e in quanto tale sa di già visto, ma è tecnicamente ben fatto e gira liscio a 60fps. Ancor più notevole è tuttavia Rise of the Tomb Raider, che su Xbox One ci ha stupito per dettaglio e bellezza delle texture, degli effetti di illuminazione e delle animazioni: Lara si muove per lo scenario in modo incredibilmente fluido e non mancano tocchi di classe come lei che dopo essere uscita da uno specchio d’acqua si raccoglie i capelli (animati da una tecnologia specifica). Ritoccato il gameplay, che prosegue sulla strada del Tomb Raider del 2013 ma è molto più orientato alla risoluzione di enigmi. Abbiamo provato un livello ambientato nella Prophet Tomb, una tomba greca di notevoli dimensioni che non è però la più grande che esploreremo nel prodotto finale: tutto lo scenario si basa appunto sulla risoluzione di enigmi ambientali, con dei nemici che fanno la loro comparsa solo nella parte finale del livello.

Se a Rise of the Tomb Raider va la nostra palma di gioco con la miglior veste grafica, il voto di “Best of the show” vola a For Honor, nuova IP targata Ubisoft. Questo action multiplayer ci ha calato nei panni di cavalieri medievali, contrapposti in due schieramenti da quattro giocatori ognuno, a darsele di santa ragione: divertente e tattico al punto giusto, For Honor convince per i suoi duelli all’arma bianca viscerali e violenti, che nel gioco finale saranno arricchiti dalla presenza di altre due fazioni, i vichinghi e i samurai, per un’ambientazione “tamarra” ma di sicuro fascino.

Allo stand Ubisoft era peraltro possibile provare Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege e Assassin’s Creed Syndicate, ma il nostro interesse è andato soprattutto a Tom Clancy’s The Division, shooter MMO in uscita l’8 marzo 2016. Abbiamo provato una missione all’interno della Dark Zone, la zona di New York contaminata dalle radiazioni, dove si possono trovare gli oggetti più rari del gioco. Ogni squadra è composta da tre giocatori, che per riuscire nelle missioni devono collaborare tra loro, coprendosi a vicenda e sfruttando le abilità di ogni agente. Dopo aver sconfitto una squadra di NPC nemici e aver lootato un’arma rara, abbiamo richiesto un’estrazione in elicottero: l’attesa è di 90 secondi, tempo durante il quale altri player possono assistere alla vicenda e decidere di ostacolare il primo team, diventando così “rogue agent” (agenti rinnegati) e ingaggiando furiosi duelli PvP. È difficile inquadrare un gioco così complesso in un test di una decina di minuti, ma la presenza dell’inventario e di un’ampia varietà di equipaggiamento fanno pensare che The Division sarà un vero e proprio MMO con un profondo sistema di progressione del personaggio.

Tra i remaster segnaliamo Journey: Collector’s Edition e Uncharted: The Nathan Drake Collection, entrambi per PS4: se il primo non è altro che l’edizione migliorata tecnicamente di quel Journey che tre anni fa aveva incantato i possessori di una PS3, il secondo rappresenta la raccolta dei primi tre Uncharted usciti sula scorsa console Sony, con un sonoro rimasterizzato e una veste grafica potenziata. Presenti con dei filmati di presentazione, ma purtroppo non giocabili, gli attesi Fallout 4, Deus Ex: Mankind Divided e Uncharted 4: A Thief’s End.

La realtà virtuale invade la Games Week

Giunta con Oculus Rift nell’edizione 2014 della Games Week e vista quasi più come un’attrazione circense, la realtà virtuale ha assunto quest’anno un ruolo importante grazie ai nuovi visori VR di Valve e Sony, rispettivamente HTC Vive e Project Morpheus. Se allo stand di GameTime era possibile indossare il primo visore, basato sulla tecnologia Steam VR, per mancanza di tempo abbiamo provato solo Project Morpheus, presente allo stand Sony con diverse demo.

La nostra prova si è così svolta con EVE Valkyrie, gioco di combattimenti spaziali ambientato nello stesso universo di EVE Online. Il giocatore comanda il pilota spaziale in prima persona come succede in Elite Dangerous: la demo consiste nell’uscire dalla stazione spaziale con la nostra nave e ingaggiare un combattimento contro una squadra di navi ostili. Il modello di guida è piuttosto immediato e permette di prendere confidenza in pochi minuti con i comandi necessari per muovere la nave, sparare e compiere manovre evasive. L’IA di alleati e nemici non è ai massimi livelli, ma EVE Valkyrie è ancora in sviluppo e non uscirà prima del 2016.

Comunque il feeling di immersione nel gioco è notevole e non ci ha procurato sensazioni di fastidio o nausea, anche se per poter dare giudizi definitivi bisognerebbe provarlo per tempi più lunghi. Certo è che la guerra per la realtà virtuale sta finalmente entrando nel vivo e i vari visori sul mercato, da Oculus Rift a HTC Vive fino a Project Morpheus, sembrano tutti dei validi concorrenti.

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