GENNARO GATTUSO si sveglia intorno alle 8.00, ha un alito talmente pesante che se sbadiglia spacca le piastrelle, un occhio completamente chiuso ed uno semi-aperto per via delle correnti d’aria che filtrano dalle imposte. Da un bacio alla moglie ancora dormiente, e lei per tutta risposta, lo pettina con un rutto prolungato di 23 minuti. Scendendo dal letto, tira due porconi dopo aver pestato l’alluce contro il comodino, poi si pente e recita una preghierina a San Francesco di Paola. Dal bagno neanche ci passa, non si lava, non si cambia, non fa colazione. Niente. Esce di casa così! Indossando i pantaloni di un pigiama giallo florescente, maglietta aderente grigia con un buco gigantesco sotto l’ascella destra, mocassini senza calze e si avventura nella nebbia mattutina, per portare a spasso il cane. Tornato in casa, si infila ancora nel letto e ricomincia a dormire.
JAVIER ZANETTI si sveglia alle 4.00 di mattina ed è già pettinato. Si alza da un letto
che non è neanche disfatto. Riesce ad avere un rapporto sessuale multiplo con sua moglie senza che neache lei se ne accorga, della durata di 12 secondi netti, riuscendo in ogni caso a soddisfarla più volte. Nel tragitto che dalla camera da letto porta al bagno, ha la capacità di vestirsi indossando il suo smoking preferito, color cacca, lavare, vestire, pettinare e sfamare i figli, e si presenta difronte allo specchio del bagno praticamente perfetto. Senza neanche una goccia di sudore. Fa colazione mentre si lava i denti, e questi restano pulitissimi, che neanche la senzazione di pulizia che prova dal dentista è così. Oral-B gli fa una pippa! Alle 4:30 è già fuori che corre per le vie di Milano per mantenersi in forma. Corri di qua, corri di la, nel giro di venti minuti, ha già bruciato trentasei milioni di calorie.GENNARO GATTUSO si risveglia dal coma nel quale era caduto, intorno alle 10:00. Nella camera da letto c’è solo lui, la moglie è in cucina, gli sta preparando la colazione. La sua preferita, una marmitta di cozze alla marinara, con una spruzzata di peperincino di Soverato, circa sei chili, e per contorno le immancabili melanzane grigliate con aglio, olio, anche qui peperoncino, origano, sale, pepe e maionese a parte. Che certe mattine la vuole, certe no. Dipende se si sveglia con la nausea o meno. Finito di mangiare ci sta sempre bene un bel filone di pane e Nutella, giusto perché c’è sempre quel languorino che lo prende a fine pasto, e al quale non sa dire di no. In ogni caso, verso le 11:00 saluta la moglie con un “oh”, esce e prende la macchina, direzione Milanello.
JAVIER ZANETTI ritorna a casa dopo aver percorso i suoi abituali 1270km di corsetta mattutina. Il suo fisico statuario, la sua bellezza sfolgorante, e la sua invidiabile freschezza perché nel suo intimo c’è Chilly, fanno si che alla moglie venga ancora voglia di un po’ di sesso. Così lui, sfidando l’alitosi della compagna, la soddisfa per l’ennesima volta, senza che questa smetta di preparare il caffelatte con i biscotti. Mentre sta consumando la colazione, legge la Divina Commedia un paio di volte, risolve un cubo di Rubik col naso e ripassa con l’iPad, l’intervista che dovrà dare a breve nella sala stampa di Appiano Gentile. La conosce a memoria essendo la stessa da 16 anni, ma non si sa mai che si dimentichi qualche cosa, sarebbe imperdonabile. Finita la colazione, una flebo Redbull e via!
GENNARO GATTUSO di solito si destreggia nel traffico con la flemma e la classe di un tricheco con la diarrea. Nevrastenico e perennemente in ritardo, manda a fanculo ogni automobilista che gli capita a tiro, esibisce il dito medio ad una decina di passanti ed ancora deve uscire dal parcheggio sotto casa. Durante il tragitto che lo porta a prendere la Milan-Varese, ascolta un po’ di musica per rilassarsi, “Ti scartavetro con amore” di Claudio Villa e i Prodigy, un album speciale edizione limitata. Ma in quel mentre riceve una telefonata, e quando questo accade mentre sta guidando, si sfiorano delle tragedie stradali multiple! Mentre il telefonino sta squillando, la prima cosa che fa è slacciare la cintura, togliersi le scarpe, i calzini ed afferare il volante coi piedi, di conseguenza si stende verso il retro della vettura (una Range Rover che gli avevano ciulato anni fa e che fu ritrovata in Albania), e tenta in tutti i modi di estrarre il telefonino dalla tasca interna del giubbotto appoggiato sul sedile, sbrogliare l’auricolare intrecciato con un nodo Savoia ganciato e un nodo vaccaio, ma soprattutto rispondere! Tutto ciò mentre fuori semina il panico tra la gente. Senza accorgersene passa col rosso a tre semafori consecutivi, innescando una serie di tamponamenti a catena ma uscendone indenne. scavalca una rotonda, abbatte uno spartitraffico, divelge una fontanella, tre pali della luce, un imbianchino in cima ad una scala ed infine investe un vecchietto appostato ad osservare un cantiere stradale e a rompere le palle agli operai, facendolo volare all’interno della betoniera. Gli operai a quel punto esplodono di gioia, e via di prosecco e panino con la porchetta per tutti! Alla fine però, poco prima di raggiungere l’ingresso in autostrada, riesce a rispondere al cellulare e a riprendere il controllo della vettura.
JAVIER ZANETTI è sicuro di se nella sua Jeep nera, modificata per affrontare qualsiasi situazione. Mentre si dirige verso Appiano Gentile, sono diversi i pericoli che il prode capitano neroazzurro deve affrontare, ma ne esce sempre senza scomporsi, ma soprattutto senza sudare. Per esempio un giorno, mentre usciva dal centro di Milano, si è trovato improvvisamente un tir con rimorchio messo di traverso. Ma a lui queste cose non spaventano, anzi fanno ridere. Pigiando sull’acceleratore a tutto gas, è riuscito a trapassare da parte a parte il tir, proprio come si vede nei film. Oltretutto era il tir del kinder Pinguì, quindi già che c’era, ne approfittò per fare merenda. Un’altra volta accadde di trovarsi imbottigliato nel traffico della circonvallazione ed era quasi in ritardo. Ma si è forse scomposto? Si è forse preoccupato lui? No. Cliccando sui tasti giusti del suo cruscotto, la Jeep si trasformò in elicottero, così poté raggiungere la destinazione senza alcun problema. Per ora invece sta filando tutto liscio, quando ad un certo punto, riceve una telefonata. Appoggiando l’indice destro all’orecchio, attiva il vivavoce, tutto grazie alla nanotecnologia nipponica: “Si pronto?” dall’altra parte c’è Massimo Moratti: “Capitano come va?” “Tutto positivo presidente.” “Bene, bene. Quanto ti manca per arrivare ad Appiano?” “il mio Appianomentro dice 21 minuti e 54 secondi, presidente.” “Perfetto, sarai in tempo per il caffé. Hai ripassato la parte?” “Certo presidente, non fallirò.” “Benissimo. Ricordati che se ti dovessero fare domande scomode, dovrai rispondere come sai.” “Certo presidente.” “Fantastico. Ci sentiamo allora, passo e chiudo.” “Buona gioranta presidente, passo e chiudo.”
GENNARO GATTUSO si sta immettendo sulla Milano-Varese proprio mentre parla al cellulare: “Oh! Chi è?” “Rino sono Tonny” “Oooh! Tonny, come va?” “Tuttobbene, tuttobbene… Anche se però c’abbiamo un probblema” Tonny è il direttore del ristorante di Gattuso: “E che problema c’hai Tonny?” “Minchia Rino, qui c’è lo chef che non vuole cucinare il maiale, dice che è contro la sua religione.” “Ma che musulmano l’abbiamo preso?” “E quello che chiedeva di meno era, Rino.” “Passalo amme che ci parlo io.” “Vabbene Rino, mo te lo pass…” “Oh, pronto… Pronto come ti chiami tu chef?” “Mi chiamo Rachid capo.” “Ecco Rachid all’animadichit…” (seguono parole in lingua madre calabrese che non possiamo riportare) “…hai capito o no?” “Si capo, si.” “Ecco bravo, e adesso passami il maiale che ce lo dico pure a lui!” finita la telefonata, dopo qualche minuto, Gattuso raggiunge l’uscita per Solbiate Arno e manco a farlo apposta, un’altra telefonata: “Oh! chi è?” “Ciao Rino sono Massimo” “Oooh capitano dimmi?” “Eh, dimmi, dimmi. Dove cazzo sei?” “Lascia stare Massimo, c’era un traffico oggi, ma ora sono qui, sono uscito adesso dall’autostrada.” “Dai cazzo Rino, muoviti che ti aspettano i giornalisti!” “Ah! Ma oggi io dovevo parlare?” “E certo non ti ricordi? Domani c’è il derby cazzo!” “Ma non spetta al capitano parlare prima del derby?” “Oh babbo… Guarda che il capitano domani lo fai te…” “Minchia! Mica mi ricordavo! Oh… Massimo… Emm… Fa così, intrattienili! Raccontagli qualcosa mentre io cerco di arrivare il prima possibile!” “Ma sei scemo? Che cazzo gli dico io a sti qua?!” “Inventati qualcosa, improvvisa! Raccontagli qualche fregnaccia che quelli ci credono!” “Che gli posso dire? Ormai le abbiamo esaurite tutte!” “Raccontagli quella che c’ha detto Galliani la settimana scorsa!” “Quella che non abbiamo preso Snijder e Schweinsteiger perché il presidente non sa come si scrivono i nomi?” “No! Quell’altra, quella che diceva… Com’era? Che Vilà è il migliore di tutti in allenamento e supera il record sui cento metri di Bolt!” “Va bene dai gli dico questa, ma tu muoviti!” “E mo, mo arrivo!”
JAVIER ZANETTI arriva ad Appiano Gentile con 11 minuti di anticipo. Saluta tutti i compagni, abbraccia Leonardo, si scambia qualche liquido corporeo con Materazzi, e poi si presenta ai microfoni dei giornalisti. Non prima di aver dato un paio di colpi di cazzuola ai capelli che nel frattempo, si erano leggermente scomposti: “Buon giorno a tutti. Sarà un derby combattuto ma non sarà decisivo per la lotta per lo scudetto. Ci giochiamo molto ma abbiamo ancora 8 giornate prima della fine. Gli infortunati non ci volevano ma non saranno un grosso problema. Gli squalificati sono sicuramente una manovra del palazzo per non farci vincere. Leonardo è un caro amico, anzi è come un fratello per noi. Ci ha insegnato tante cose belle, tante cose nuove e ci ha dato tanto amore. Di Benitez non voglio parlare, con Mourinho ci sentiamo spesso, Moratti per noi è come un padre. Se vinciamo il derby vogliamo dedicare la vittoria a Facchetti e Prisco. Milano siamo noi. Il Meazza è la mia casa, resterò all’Inter per sempre. Grazie e arrivederci.” 90 minuti più recupero di standing ovation da parte dei giornalisti, accompagnano Zanetti mentre si reca al campo per allenarsi.
GENNARO GATTUSO sfonda i cancelli di Milanello col Range Rover, sgomma sulla ghiaia facendo partire sassi come dei proiettili, ponendo fine alla vita di due giardinieri e tre tifosi. Pianta li il Range Rover in mezzo al parcheggio e si fionda all’intero di Milanello bestemmiando in tutte le lingue che conosce. Una, il calabrese. Arrivato in sala stampa, si siede e con un fiatone insopportabile e le ascelle talmente pezzate di sudore da far schifo a un crotalo, da inizio alla conferenza stampa: “Oh! Piano con le domande che oggi non è giornata eh…” il primo che comincia, come sempre, è Pellegatti: “Rino ciao, che derby ti aspetti?” “Boh… Sicuramente noi scenderemo in campo per giocare, come penso loro, e sicuramente anche per vincere come penso loro. Quindi mi aspetto un derby combattuto. Che derby sarà? Che derby sarà? E che cazzo ne so io che derby sarà? Domani quando ci gioco te lo dico.” Furio Fedele: “Rino, innanzitutto ciao, ti trovo in splendida forma, sei raggiante e bellissimo come un bronzo di ricino, volevo chiederti se nello spogliatoio senti un po’ aria di preoccupazione? Non so, avvertite il fiato sul collo degli interisti?” “Guarda Furio te lo dico proprio col cuore in mano, veramente guarda, credimi… Se sentissi il fiato sul collo di un interista, mi girerei e ci sputerei in faccia. Ma veramente guarda. Ma che cazzo di domande mi fai pure te? Il fiato sul collo, il fiato sul collo. Minchia ma lo so sai io che fiato c’ho la mattina? Che mi frega a me di quello degli interisti?” Cristiano Ruiu: “Rino… Rino sono qua mi vedi? Rino…” “Mmmmmm Madonna Santissima fammi toccare i coglioni che questo mena una sfiga… Che c’è dimmi?” “Ciao Rino, io sono sicuro che il derby lo vinceremo almeno con 4 gol di scarto. Perché i giocatori sono sani e motivati, mentre quelli dell’inter li vedo un po’ in affanno. Tu cosa ne pensi? E già che ci sono ti chiedo, dove e come festeggerai lo scudetto?” attimo di silenzio… “…Mavaffanculova! Ma che cazzo dici? Ma stai zitto! Ma come ti permetti di dire certe scemenze?! Ma porca tr… Ma vedi questo oooh! Datemi dell’acqua santa! Datemi del sale cazzo! Buttatelo fuori sto gatto nero!”
…to be continued