Dopo aver messo al sicuro il risultato con la doppietta di Alexandre Pato e la zampata di Thiago Silva, sempre più uomini franchigia del presente e futuro rossonero, i rossoneri hanno controllato e tenuto a debita distanza la formazione di Mister De Canio attendendo che il solito Filippo Inzaghi chiudesse la serata con il proprio sigillo.
Il Lecce è il primo capitolo di un campionato che per il Milan deve essere di rilancio: nella serie di partite che ci ha portati all’esordio in campionato non avevamo dato segnali cosi importanti di presenza e di sicurezza sul campo. Profetiche le parole di Allegri quando in conferenza stampa conferma il buono stato di forma di Pato, il quale si prepara come tutti a fondare la temibile linea RIP. Il Lecce di Luigi De Canio non è venuto a San Siro per fare le barricate ma con la speranza di trovare il gruppo rossonero distratto dalle luci dei riflettori puntati sul club con l’arrivo del nuovo componente della rosa rossonera:al 28esimo del primo tempo, dopo la terza rete brasiliana della partita, avrebbero voluto celebrare il ritorno in Serie A su un altro campo eccetto San Siro.
Una squadra che sta trovando – parole di De Canio – una propria identità precisa e definitiva è l’ideale per i nostri tre passeggiatori, amanti dei ritmi bassi e del walzer lento. Se poi con il passare dei minuti fioccano goal e occasioni, ste formazioni sono più apribili di una scatola di pelati. Con il tempo cresceranno per le coronarie dei loro tifosi.
Il Milan resta imbattuto in gare interne di campionato nel 2010, dove ha conseguito 8 vittorie e 4 pareggi in 11 match disputati. L’ultimo k.o. rossonero risale infatti al 13 dicembre 2009, 0-2 dal Palermo. La speranza è di vedere finalmente continuità tra serate in cui basta poco e altre in cui ci vorrà ben altro.
Azione da manuale quella rossonera della prima realizzazione, Borriello-Ambrosini-Pato, il capitano allarga per il brasiliano che controlla in area e di destro lascia partire un diagonale chirurgico che si insacca alle spalle dell’incolpevole Rosati.
Da segnalare l’ingresso in campo di un altro volto nuovo di Milanello, con la maglia numero 27 – Sergio Claudio Dos Santos anyone? -: Kevin Prince Boateng. La rete di Inzaghi a suggello di una buona serata trova lo zampino suo e di Rino Gattuso. Lavoro sporco che consegna allo stagionato attaccante milanista la sfera da ribadire in rete per la quarta volta.
Sosta per due settimane per l’appuntamento, classico, di settembre con la Nuova Nazionale di Cesare Prandelli.