La stranezza del calcio illude gli scommettitori gettatasi nelle sedi Snai pensando di guadagnare con l’handicap.
Attenzione al Real: è una squadra talmente talentuosa che, ad obiettivo ormai raggiunto o quasi, è solita specchiarsi e distrarsi. Si perde in un Cristiano Ronaldo che pensa più a strisciare sul manto erboso di San Siro piuttosto che concludere l’arringa – come cazzo se fa ad avere il potenziale per spaccare tutto e al minimo soffio di vento svenire per terra? Vanificata l’antologia calcistica madrilena del primo tempo, Allegri ha finalmente le palle per riprendersi il Milan: fuori l’inutile R80 dentro il bomber piacentino con la maglia numero 9. Se solo al posto dell’ortica olandese non si potesse far entrare uno che fa perdere tempo… ma in maniera costruttiva.
A San Siro il big match tra Milan e Real Madrid si chiude sul 2-2 nel quarto turno della prima fase di Champions League. Come all’andata, l’inizio è tutto di marca madrilena, con il Real che spinge sulle corsie con Cristiano Ronaldo e Di Maria. Nei primi 15′ il Real va vicino al gol con un tiro dal limite di Higuain, un colpo di testa ravvicinato di Pepe e con Di Maria, che al 13′, dopo aver messo a sedere Zambrotta, non inquadra la porta davanti ad Abbiati. Al 20′ ci pensa Pirlo a salvare due volte i suoi con due respinte sulla linea di porta degne di un portiere: sul colpo di testa di Higuain e sul tiro di Ozil.
Il Milan si fa vedere in contropiede e avrebbe anche la palla per segnare ma Ibrahimovic, servito da Boateng, spara addosso a Casillas da posizione più che favorevole. Poco dopo, ancora lo svedese non inquadra la porta con un pallonetto sull’uscita del portiere madrileno. Allo scadere, quando sembrava sicuro lo 0-0, arriva la rete di Higuain, che approfitta del blackout difensivo del Milan e del delizioso assist di Di Maria, per infilare Abbiati.Nella ripresa, la gara regala meno occasioni da gol, soprattutto dalla parte del Real Madrid, mentre il Milan come una fenice grazie al re di coppa Pippo Inzaghi.
Prima del quarto d’ora l’attaccante entra al posto di un rabbuiato Ronaldinho e dopo dieci minuti rimette in gara la sua squadra con la rete del pareggio. Azione ai limiti del comico con Ibrahimovic che va via a destra approfittando dello scivolone di Pepe, crossa di sinistro e trova la papera di Casillas che smanaccia malissimo agevolando la deviazione di testa di Inzaghi, che esulta sventolando una maglia col numero 69, numero dei suoi gol europei.
La maglia diventa subito vecchia perchè esattamente dieci minuti dopo Inzaghi fa riesplodere San Siro con il gol del 2-1 e un 69 di stampo pornogragico homoerotico lo inscena con lo stesso Ibra che, come è noto a tutti nell’ambiente dell’hardcore, non si tira mai indietro. Pippo scatta in posizione più che dubbia su un lancio di Pirlo e batte Casillas in uscita con un tocco morbido che fa rotolare la palla in rete.
Quando tutto sembrava andare verso la direzione della serata perfetta, ci si mette ancora una volta Mourinho a rovinare la festa milanista. Sono i suoi innesti, Benzema e Pedro Leon, a confezionare la rete del pari al 94′: il francese serve lo spagnolo in area che di destro mette la palla tra le gambe di Abbiati, raggelando il calore del Meazza.
Possibile che si debba sempre rifugiarsi nell’ernegia pura e adrenalinica di questo omino di Piacenza, quando possiedi un attacco di quel tipo? Misteri del creato calcistico. Il gravissimo errore di tenere in gioco questo Milan con quel bagnino in panca capace di trascinare una squadra che ha troppo bisogno dell’animo di uno cosi un pò in tutti i reparti è tutto dei blancos e l’altra faccia della medaglia del talento e della tecnica sopraffina che, supportata da una rosa adeguata, riesce a riprendere le situazioni di svantaggio addirittura al 94esimo.
Il fascino delle grandi squadre, del Milan di una volta, era anche questo.
Complimenti Alta Tensione e grazie di nuovo.