Palazzo Marino, sede del Comune di Milano
L'insistenza con cui la campagna elettorale meneghina viene portata alla ribalta nazionale - in special modo dal Presidente del Consiglio - rende la sifda per la conquista di Palazzo Marino sicuramente il test più importante della tornata amministrativa del 2011.
Oltre ad essere la seconda città più popolosa d'Italia, nonché la prima tra quelle chiamate al voto, Milano costituisce il cuore del potere berlusconiano, la Milano da bere di concezione craxiana apertamente contrapposta a Roma - e con essa alla Torino della FIAT e degli Agnelli.
Ininterrottamente in mano al centrodestra per tutta la II Repubblica, è indubbio che un suo passaggio a sinistra non potrebbe essere privo di conseguenze, ed avrebbe impatti ben maggiori della conquista della Provincia da parte di Penati nel 2004: il Comune è senza dubbio un'istituzione con visibilità decisamente maggiore rispetto alla Provincia, ed il ruolo del Sidaco di una città così importante lo rende una figura di primo piano sul territorio nazionale.
Saranno nove i candidati alla carica di Sindaco, per un totale di ventinove liste in campo. Rispetto alle precedenti consultazioni, tenutesi nel 2006, entrambi i valori risultano in calo (-1 per i sindaci, -5 per le liste), a dimostrazione di una pur lieve semplificazione generale del quadro politico.
Fabrizio Montuori
(PCL)
Elisabetta Fatuzzo
(PP)
Letizia Moratti
(PdL)
Manfredi Palmeri
Il Terzo Polo, con le liste di UDC e la civica Nuovo Polo, sostiene il quarto candidato, Manfredi Palmeri, classe '74. UDC e FLI nel 2006 correvano con il centrodestra, pertanto i voti di Palmeri saranno generalmente voti sottratti a Letizia Moratti. Tecnicamente la maggiore offerta elettorale potrebbe consentire anche spostamenti da sinistra, ma a Milano, molto più che in altre città, avrà buon gioco il tema del voto utile, che tenderà a stritolare le ambizioni del giovane candidato centristra. Il sito costituisce il cuore della campagna elettorale di Palmeri, articolata in un programma di 16 punti che spaziano dalle infrastrutture all'ambiente, dalla sicurezza alla tecnologia, dal federalismo alla competitività economica.Giuliano Pisapia
Quinto candidato è l'avvocato Giuliano Pisapia, espressione del centrosinistra e legato a SEL in particolare, riuscito ad importi alle elezioni primarie contro l'uomo forte del PD Stefano Boeri. Le liste in sostegno di Pisapia sono otto: Sinistra Ecologia Libertà, Lista Civica Milly Moratti, Partito Democratico, Italia dei Valori, Lista Bonino Pannella, Verdi, Sinistra per Pisapia e Milano Civica. Pisapia è chiamato ad un compito che si preannuncia tanto ambizioso quanto arduo: vincere a Milano, strappare Milano al centrodestra, alla Moratti ed in ultima analisi a Berlusconi. Già il raggiungimento del ballottaggio sarebbe comunque un risultato storico, dopo il buon 47% raggiunto da Ferrante al primo turno cinque anni fa. Come per tutti i candidati maggiori, anche Pisapia ha aperto un sito per sostenere la sua candidatura - alle primarie prima e a Palazzo Marino dopo. Il programma è articolato su scuola, lavoro, ambiente, diritti civili, trasparenza e tecnologia, con una sezione interamente dedicata all'Expo 2015.Marco Mantovani
(FN)
Giancarlo
Pagliarini
Carla De Albertis
Penultimo è la civica Carla De Albertis, sostenuta dalla lista La Tua Milano. Di estrazione ex-AN, la De Albertis affida la sua campagna elettorale ad un sito che contiene, oltre alla sua presentazione personale ed il diario elettorale, i riferimenti al programma, incentrato sulla lotta alle infiltrazioni delle grandi organizzazioni criminali del Sud, ai clandestini, alla preservazione della "milanesità" contro il multiculturalismo, alla trasparenza e alla partecipazione.Mattia Calise
(M5S)
Contrariamente a sfide molto più aperte a causa della divisione di uno dei due schieramenti principali - Napoli, Trieste, Latina - o per l'effettiva forza di formazioni alternative - Bologna - è evidente che a Milano lo scontro sarà bipolare, tra centrodestra e centrosinistra, tra Moratti e Pisapia. Questa semplificazione dello scenario è tuttavia solo apparente, perché rende l'esito della consultazione molto sensibile a fenomeni di voto non spontaneo a cui faranno riferimento gli appelli al voto utile o al voto disgiunto.
Quel che è certo è che mai come quest'anno la roccaforte berlusconiana pare in pericolo; l'attenzione quasi ossessiva che il premier sta dedicando alla sfida meneghina e l'inasprimento dei toni della campagna elettorale è la spia evidente del nervosismo che serpeggia negli ambienti del centrodestra. Il ballottaggio, anche se non tutti gli istituti di sondaggi concordano, appare un'eventualità non impossibile, e se veramente si arrivasse al secondo turno diventerebbe veramente difficile prevedere il destino della seconda città d'Italia.