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Milano come PopVille

Creato il 09 ottobre 2014 da Sara
Milano come PopVilleColleziono da una trentina d'anni pop -up, quei libri tridimensionali che vedono spuntare dalle pagine vere magie di carta, alcuni sono degli autentici capolavori. Ho cominciato ad acquistarli per i miei figli piccoli, il National Geographic ne editava certi bellissimi con animali, foreste, paesaggi d'incanto, poi mi sono accorta che erano delicatissimi, da ammirare e manovrare con la massima cautela, non li ho più lasciati in mano a nessuno, vedere ma non toccare, e mi sono lanciata nel collezionarli. Errato pensare che siano solo per l'infanzia, ne ho di storia, arte, architettura, persino un eroticissimo Kamasutra e poi adesso che sono diventati di moda gli editori si sbizzarriscono e la scelta è vasta. Alla libreria della Triennale, discretamente fornita in materia, ne avevo comprato uno che si chiama Popville, praticamente, in miniatura, il progressivo sviluppo di una città. Da principio solo una chiesa e tre alberi, come il Rio Bo di Palazzeschi, poi mano a mano che si girano le pagine le costruzioni aumentano, saltano fuori palazzi, case, scuole, fabbriche, negozi e la città diventa la città.
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Ho pensato a PopVille domenica scorsa, quando sono andata a vedere le ulteriori realizzazioni ultimate dell'aerea delle ex-Varesine. Avevo parlato delle trasformazioni della zona in un post
http://www.saranathan.it/2013/01/milano-e-nata-una-nuova-piazza.html , ma nel frattempo sono "spuntati", e non solo sulla carta, un ponte, nuovi grattacieli, palazzoni, quattro ville, una lunga passeggiata verde e, oltre a quella dedicata a Gae Aulenti, una seconda piazza, Piazza Lina Bo Bardi, in onore di quella architetta italiana poi naturalizzata brasiliana che dopo un'inizio di carriera nello studio di Giò Ponti è divenuta punta di diamante del "modernismo" in Brasile.
Milano come PopVilleMilano come PopVilleMilano come PopVilleMilano come PopVilleMilano come PopVilleMilano come PopVilleIn quel primo post sull'argomento avevo espresso il timore che questa nuova isola di cemento restasse fredda, disabitata, in balia solo del passaggio di passanti frettolosi, la pausa di mezzogiorno dei dipendenti degli uffici, i clienti delle banche, i pendolari della vicina stazione Garibaldi, ma per fortuna non funziona così, la sorpresa di una fiumana di gente a passeggio, i milanesi l'hanno completamente adottata, integrata nel loro vivere, coda d'agosto davanti al gelataio Grom, folla alla libreria Feltrinelli, i bambini che corrono, chi gioca a calcetto, chi contempla la fontana, chi sta comodamente seduto in poltrona a chiacchierare e osservare, chi va a fare acquisti nel supermercato sottostante e i turisti fotografano.Milano come PopVilleMilano come PopVilleMilano come PopVilleMilano come PopVille
Milano come PopVilleMilano come PopVilleCerto siamo lenti, ci sono voluti più di sessant'anni perché quest'area delle ex-Varesine, in pieno centro città, diventasse un luogo vivibile e vissuto, certo non mancano disagi, polemiche, ritardi, casini con gli appalti, ma probabilmente fanno parte del gioco. Questa benedetta Expo rappresenta  per Milano un'occasione straordinaria e come cittadina sono contenta di poterne godere. Milano come PopVille, girando un'altra pagina nella zona si materializzerà tra qualche mese anche il parco.Milano come PopVille

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