Poteva essere scambiata per una “prima” teatrale. Una rappresentazione al Teatro Primo Studio di Via Watt di Milano. C’era il regista, Mauro Curreri, l’attore in uniforme, Mauro Pastorello, ex ufficiale dell’esercito, i riflettori di un tiepido sole meneghino, il cortile del teatro per la prima parte della scena, il movente, il palcoscenico.
Ma non era una recita: a Milano c’è scappato il morto.
A dire il vero Mauro Pastorello se l’è andato proprio a cercare. Uscito dalla sua casa padovana, dove risiede con la moglie, aveva solo avvertito di dover andare a Milano. Ed è dal cortile del teatro Primo Studio, nascosto all’interno del civico 5 di via Watt, che Pastorello, 53 anni, mentre stringeva tra le mani una vecchia arma, ha iniziato a chiamare a gran voce Mauro Curreri. Aveva un conto in sospeso con il regista e, aveva deciso, stando al racconto dell’assassino, che quel debito doveva essere saldato in qualche modo proprio quel giorno e in quel posto.
Effettivamente se riavvolgiamo il nastro di una diversa pellicola, possiamo trovare traccia di ciò che afferma, ma non una giustificazione per ciò che ha fatto. Mauro Pastorello aveva collaborato con la vittima nel film «Gli Eroi di Podrute», 2005, ma Currieri non l’aveva mai pagato né per la sceneggiatura, né per la parte di attore non protagonista.
Chi conosceva il regista sapeva bene non pagare era un vizio tanto che, in un’altra pellicola, Moreno Morello all’interno di un servizio andato in onda per “Striscia la notizia”, denunciava come nessuno, per quel film, era stato pagato.
Tornando sulla scena del delitto Pastorello entrato al teatro e raggiunto Currieri, ha iniziato a discutere animatamente. L’astio tra i due era datato e cresciuto nel tempo. Il corpo a corpo è finito in tragedia.
Pastorello, rimasto ferito durante la colluttazione, preme il grilletto e per Currieri non c’è nulla da fare. L’assassino ha poi chiamato il comando dei carabinieri di via Moscova annunciando di aver «giustiziato un uomo» e chiedendo di voler parlare con un colonnello.
A lanciare l’allarme sarà poi una donna, ma quando i sanitari del 118 arrivano sul posto a bordo dell’ambulanza, hanno potuto solo confermare lo stato di decesso del regista.
Medicato e disarmato, Pastorello (capitano in congedo dell’esercito, agente di commercio a Padova , sposato e padre di una ragazza di 19 anni), è stato portato in caserma dove, sull’attenti, ha rivolto il saluto militare alla bandiera italiana prima di confessare, tra le lacrime, l’omicidio durante l’interrogatorio avuto con il pm di Milano Paola Biondilillo. Adesso è in stato di fermo.
Marina Angelo