Milano: Fabi, Silvestri, Gazzè e la celebrazione della condivisione

Creato il 27 novembre 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

“Posso giocare, intrattenere, far tornare il buon umore o lacrimare…”, comincia con “Alzo le mani” il concerto di Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, al Mediolanum Forum di Assago. 

Non è certamente la prima volta che si trovano a dividere, anzi, condividere il palco, ma questa è unica, perché arriva dopo un progetto musicale completamente condiviso e irripetibile: “Il Padrone della Festa”. Disco quest’ultimo nato anche in seguito ad un viaggio in Sud Sudan con la Ong Cuamm – Medici con l’Africa. I tre cantautori romani, occupano uno spazio piccolo, presentandosi su un palchetto che diranno rappresentare quello dei localini frequentati agli inizi, in uno spazio grande, per loro nuovissimo e inaspettatamente pieno, come il Forum milanese.

Cominciano intimamente, svelando solo sulle note della conclusione di “E’ non è” di Fabi, la band che li accompagna. Una scelta piena di bellezza e non casuale, perché il pezzo di Niccolò si conclude cantando: “E’ il mestiere che vivo… Di esserne degno è il mio tentativo”. E il loro tentativo è indiscutibilmente andato a buon fine. Con un gruppo di musicisti e amici di enorme bravura: Roberto Angelini (chitarre), Massimo de Domenico (polistrumentista), Gianluca Misiti (tastiere), Piero Monterisi (batteria), Josè Ramon Caraballo Armas (percussioni e tromba) e Adriano Viterbini (chitarra), Fabi, Silvestri e Gazzè accompagnano il pubblico nel racconto delle proprie vite, tra i maggiori successi delle loro singole carriere musicali e quelli del nuovo album. Regalano agli spettatori una trentina di pezzi per più di due ore e mezza di concerto. Sembrano compensarsi e reciprocamente valorizzarsi. E’ una festa la loro e il padrone è il mondo intero ma in particolar modo il loro pubblico, quello che ringraziano a più riprese, con l’umiltà che li contraddistingue, cantando “Una musica può fare”, “Gino e l’Alfetta”, “Il negozio di antiquariato” e molti altri successi.

Quello che colpisce della performance è la chiara alchimia esistente tra loro, un’alchimia fatta di sguardi, battute, sorrisi e commozione, come sul finale di “Mentre dormi”, canzone di Gazzè, prestata all’amico Fabi, perché ritenuta importante. Niccolò Fabi, che ha all’attivo otto dischi è la “sorpresa” della serata, timidamente il più applaudito, quello che è sempre stato più intimista e ci si rende conto troppo sottovalutato. E’ arte. E sono le sue parole a dare il senso maggiore all’esperienza di questo tour, di questo concerto: “Quello che vogliamo trasmettere con questo progetto è la potenza del collettivo sul singolo, l’importanza di mettersi insieme”. E in un periodo politico sociale come questo, in cui è spesso il singolo a dettare le regole del gioco, la celebrazione della condivisione, del gruppo che giorno dopo giorno costruendo raggiunge insieme grandi risultati, sembra essere di un altro pianeta. I tre cantautori ricordano al pubblico che è forse la strada della condivisione quella migliore per dare un senso alle cose e il concerto finisce per essere una lezione di amore e non solo di buona musica.


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