Quella di Roccobarocco è stata decisamente la sfilata che mi è piaciuta di meno tra quelle cui ho assistito durante la mia fashion week.
Sulla mia cartellina stampa ho letto parole come: sdrammatizzato, sobrio, non urlato, essere e non avere, modernità, linee controllate. Sarà… ma a me francamente la collezione è parsa un’accozzaglia di capi trash e terribilmente anni ’80, lontanissima dal concetto di sobrietà e affatto innovativa. La creatività di uno stilista dovrebbe esprimersi attraverso un’evoluzione in grado di rinnovare i tratti distintivi del marchio senza stravolgerli, non nell’assoluta immobilità e ripetitività del proprio lavoro!
Ad ogni modo: la sfilata si è aperta all’insegna del patriottismo con un omaggio ai 150 anni dell’unità d’Italia, sulle note dell’inno di Mameli giacche verde bandiera, camicie in raso bianco e gonne in chiffon rosso.
Poi ancora colori decisi come il giallo, il fucsia, il viola.