Sabato mi sono fatta un giretto per Milano Golosa.
Non ero io quella golosa e non mi riferisco alle improvvise voglie di cibo che quando giungono se sono in bici mi obbliganoad una fermata di emergenza ovunque mi trovi per sgranocchiare qualcosa mentre se sono a casa la fermata è tra il frigorifero e la dispensa Rigoni d'Asiago (dovete sapere che ho una vera collezione di miele e marmellate da far invidia ad un supermercato). Quando invece sono in ufficio sarebbe proprio il caso di evitare di ruminare di continuo considerato che immancabilmente i prodotti che consumo, se non sono i miei muffin (mica ho sempre tempo di prepararli – ne approfitto invece per segnalarvi una vecchia ricetta - vegana e senza zucchero ma comunque golosa- che avevo preparato lo scorso anno più o meno in questo periodo), hanno quella carta di alluminio il cui rumore può essere coperto solo da quello dello stomaco che brontola per cui in entrambi i casi è di disturbo (trattasi più precisamente degli snack della Zona -o anche Pesoforma- che in caso di emergenza, quando l’alternativa è saltare il pranzo, fanno sempre comodo).
Ritornando alla Milano Golosa…. Mi riferisco all’happening festoso dove potersi confrontare con gli esperti del regno del piacere gastronomico che si è svolto questo weekend a Milano (qui trovate tutto il programma). Purtroppo non sono riuscita a vedermi tutte le cose che avrei voluto ma ci si accontenta e devo dire che la mia quotidiana razione di "senza", "riso" e "amore" me la sono presa comunque! Ma andiamo per ordine. Nell’ultimo post vi avevo parlato oltre che dei miei muffin da "CB" (da quel post tutte le volte che la sera sono stata da California Bakery i muffin erano già finiti!!) anche di uva e di vino,e soprattutto di solfiti (per approfondimenti e detox d’autunno vi invito a leggere l'articolo "Into the Wine")...
Ecco cos'è Freewine.
"Freewine® è un disciplinare, conseguito tramite un protocollo tecnico non vincolante. Questo disciplinare ha l'obiettivo di apportare consistenti riduzioni della quantità di solfiti aggiunti nei vini prodotti dalle aziende aderenti. Vini che regalano così la pura espressione dalla combinazione vitigno+territorio."WOW!!!"I solfiti hanno anche la capacità di interferire organoletticamente con l'espressione dei vini. Il minor contenuto li rende quindi più puri e sinceri.Tuttavia, grazie alle ultime scoperte in campo enologico e ad alcune innovazioni tecnologiche, è possibile realizzare vini con un contenuto in solfiti molto basso.I cardini su cui si fonda Freewine sono sostanzialmente due: l'uso di tecnologie specifiche e l'adozione di un innovativo protocollo di vinificazione, cioè di una serie di "buone pratiche" enologiche volte ad amplificare i risultati positivi ottenuti dalla tecnologia. In quest'ultima poi, grande importanza riveste il controllo dell’ossigeno presente accidentalmente nel vino, sia durante tutte le fasi di lavorazione, sia in particolare prima dell'imbottigliamentoL'obiettivo finale è di arrivare a quota "zero solfiti aggiunti", a tutto vantaggio della salubrità e naturalità dei loro vini."Non saprei davvero cosa aggiungere se non un "puro e sincero" (senza solfiti in pratica :))… complimenti!!!
La cosa bella di queste manifestazioni è che si ha il piacere di conoscere e vedere le facce delle persone che stanno dietro ai prodotti che ci vengono proposti e questa cosa credo sia davvero importante (un po' come fa Lush che mette sulla confezione il nome e la faccina disegnata della persona che ha preparato a mano il prodotto - tra parentesi, è da un pò che non ci passo mannaggia...).Ma non è finita qui perché ad un certo punto il mio radar (ricordate quel vecchio post…? Non importa...) ha intercettato un’etichetta che riportava la seguente scritta: "Senzaiuto".
Lì per lì ho pensato di avere preso "fischi per fiaschi" per via dei nuovi occhiali alla Pulp Fiction (così verranno più tardi definiti da un certo L. G. campione del mondo) e invece avevo letto benissimo (menomale, soldi ben spesi!!) perché
"il Senzaiuto 2011 è un vino prodotto con sole uve Barbera su un terreno a tessitura limoso calcareo nel comune di San Damiano al Colle.Infatti perché il vino si possa esprimere pienamente nella sua unicità e integrità non è stato tolto nulla (un pò come avviene con il Raw Food - leggete leggete, è molto interessante la faccenda dela zucca illuminata).
Quindi nessuna filtrazione, nessuna chiarifica, nessuna stabilizzazione forzata e non è stato aggiunto nulla (proprio come ai miei muffin che sono senza uva, senza burro e "naturalmente" senza zucchero).
La fermentazione è spontanea e affidata ai soli lieviti indigeni, non sono stati aggiunti solfiti di sintesi né altri coadiuvanti o additivi."
Davvero è possibile tutto questo??? Ma come ha fatto...?
"Il vino così ottenuto presenta i connotati più autentici del terreno di provenienza, del frutto da cui è ottenuto e riflette le caratteristiche dell’annata e il carattere dell’uomo che lo fa."
NB. Anche nei miei muffin c'è il mio carattere (forse per quello che non sempre lievitano a dovere? :D)
Le mie nuove conoscenze di sabato a Milano Golosa
(l'uva la conoscevo già e ce l'ho messa giusto per fare la foto :))
Io invece ho dovuto ricorrere ad un aiutino per poter passare alla fase di degustazione, ovvero, ho dovuto riempire un vuoto ma non si trattava del bicchiere bensì del mio stomaco. Infatti non avevo introdotto nulla dalla colazione della mattina...E a stomaco vuoto non si degusta proprio un bel niente considerato che l’unico alcool che introduco nel mio organismo è quello del brandy presente nei Fiori di Bach (vi informo che dall’ultimo post la composizione è cambiata già due volte come è giusto che sia) o al massimo l’estate scorsa era il Vino doccia alla Malvasia di Fitocose.
Dunque dei "senza" vi ho detto, ora passiamo al "riso".
E anche questo particolare riso fa buon sangue (come del resto il vino) ma anche buoni risotti. Succede che capito per caso alla degustazione di un certo Acquerello proprio nel momento in cui il mio stomaco reclamava. L’ acquerello (lo vedete nella foto, è il barattolino di latta – devo dire che un 50% del mio acquisto è dovuto al packaging, come è normale che sia) è il riso coltivato, raffinato e confezionato in Italia nella Tenuta Colombara dalla famiglia Rondolino.
E' un riso unico al mondo perché ancora grezzo viene invecchiato almeno un anno(e chi lo avrebbe mai detto che anche il riso invecchia?), poi raffinato lentamente con un metodo esclusivo, infine reintegrato con la sua preziosa gemma.
In pratica la gemma si incontra con il chicco in un abbraccio…. Se non è "amore" questo!!
Acquerello è un riso Carnaroli classificato "Extra" per la sua qualità. Acquerello è perfetto per ogni ricetta di riso perché i chicchi sono perfettamente integri, più sodi, più sgranati e più saporiti. Quindi non si incollano, assorbono meglio i condimenti, non perdono l’amido, le proteine, le vitamine.
Ed dovete sapere che è il riso che utilizza anche Davide Oldani nella preparazione dei suoi piatti (così mi è stato riferito). E io al D’O di Cornaredo ci sono stata con delle compagne di corso (era un corso di ufficio stampa nel settore enogastronomico, ma guarda un pò!). E proprio a quel corso ho conosciuto una delle mie più care amiche, Fabiana, che però chiamo Puglia, è il suo soprannome - io per lei invece sono Svizzera). Puglia, ti ho preso un barattolino! :)
Alla degustazione è stato servito un riso invecchiato di 7 anni, bollito con solo l’aggiunta di un pizzico di sale e devo dire che era sin superfluo considerato il sapore che già di per sé era squisito. Ho chiesto al signor Rondolino se potevo consumarlo con la cottura a crudo che sono solita fare con il riso nero Venere. "Il riso venere scuoce per cui è forse più adatto a questo tipo di cottura" ha ipotizzato, pur avendomi confessato di non avere mai provato la cottura a crudo (ha però aggiunto che l'avrebbe sperimentata :)).
Rispetto agli altri risi bianchi, contiene più proteine, minerali, vitamine e tutti i microelementi contenuti nella gemma altrimenti presenti solo nel riso integrale. Io che sono ghiotta di crusca d’avena come potrei non assaggiare questo riso? Acquistati due barattolini da 250 g da regalare (uno per Fabiana e l'altro per M.) ma uno l’ho già aperto e degusato con olio e pecorino (cottura normale a caldo in acqua bollente, solo un pizzico di sale rosa dell'Hmalaya quasi a fine cottura -sui benefici del sale rosa potete leggere invece questo articolo).
Passiamo ora all’ "amore". Vi presento WineAmore.Che cos’è?WineAmore è una App per iPad che nei Ristoranti sostituisce la lista dei vini cartacea.
Ma che bello è il nome?! :)WineAmore a Milano Golosa ha ospitato tramite la sua App i vini Freewine per cui era anche lei senza solfiti, sincera. E l'amore per essere tale deve essere sincero!
La sincerità è una qualità molto importante nelle persone (certo, anche nei vini lo è). E quando è presente nel lavoro di questi imprenditori si traduce in un prodotto eccellente, che fa bene alla salute, che ti colma non solo lo stomaco perché io da questa giornata sono tornata a casa davvero carica (ma non sazia) di un’energia positiva, di color arancione direi (sulla psicologia del colore arancione, considerato che ci avviciniamo ad Halloween, potete leggere questo vecchio post).
Il vino in questi ultimi mesi mi ha portato tante belle cose. E il tutto ha avuto inizio qualche anno fa con l'incontro con Fa (oltre a Puglia la chiamo anche Fa). Non mi resta che iscrivermi ad un corso di degustazione di vini, cosa che farò assolutamente nelle prossime ore, per entrare ancor più in questo mondo meraviglioso!