Lo spazio, l’architettura industriale dell’Hangar, è al centro del progetto: “Intendo sfruttarlo nella sua integrità raccogliendone la sfida (15mila metri quadri), utilizzerò lo ’shed’ per gli artisti giovani, la navata centrale e il Cubo per gli artisti con una carriera più consolidata”, spiega Todolì.
“L’incontro tra spazio e arte enfatizzerà le loro potenzialità come se uno più uno facesse tre”. Per Pirelli, socio fondatore e promotore della Fondazione Hangar Bicocca oltre che un impegno finanziario (circa 3 milioni di euro all’anno) è anche una vocazione e un impegno nei confronti di Milano. “Hangar Bicocca esprime i valori di innovazione, internazionalità e attenzione al territorio che sono alla base della nostra cultura d’impresa – spiega il presidente del gruppo Pirelli, Marco Tronchetti Provera – I 200mila visitatori registrati nel primo anno confermato che investire in cultura influisce positivamente sulla città”.
Il programma inizia a settembre con un’installazione dell’islandese Ragnar Kjartansson, a ottobre una retrospettiva di Dieter Roth. Le esposizioni si susseguono in modo che negli spazi ci sia sempre una mostra, spesso due. A gennaio 2014 una personale dell’italiana Micol Assael, poi in primavera una personale del brasiliano Cildo Meireles e a maggio l’antologica di Pedro Paiva e Joao Maria Gusmao. A giugno 2014 la prima retrospettiva di Joan Jonas, a settembre la personale di Celin Condorelli, in ottobre le sculture di Juan Munoz mentre il 2015 si aprirà con Damian Ortega.
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