Fra questi, Antonino Bonura, imprenditore alcamese 49 anni residente a Sesto San Giovanni, pregiudicato per mafia e Salvatore Giordano, 54 anni, imprenditore pregiudicato di Ravanusa (Agrigento) e residente a Milano. Associazione mafiosa, estorsione, incendio, violazione di domicilio e violazione delle prescrizione della sorveglianza speciale le accuse contestate a vario titolo.
Le abitazioni degli arrestati sono state perquisite, così come le abitazioni di altri 15 indagati in stato di libertà cui è stata notificata informazione di garanzia. L'indagine ha fatto luce su una spaccatura all'interno della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, che secondo gli inquirenti poteva portare ad una vera e propria faida interna alle cosche di Alcamo e Castellammare.
A quanto risulta dalle indagini, Antonino Bonura rivestiva un ruolo autorevole di "reggente" del clan di Alcamo e aveva convocato un summit dei clan di Alcamo, Castellammare e Calatafimi in aperta campagna per appianare le divergenze. Riunione poi intercettata dagli investigatori.
I provvedimenti, emessi dal Gip di Palermo Luigi Petrucci, su richiesta del procuratore aggiunto della Dda, Maria Teresa Principato, e dei sostituti Paolo Guido, Carlo Marzella e Pierangelo Padova, sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Trapani e della sezione Criminalita' Organizzata, in Sicilia a Castellammare del Golfo, Alcamo, Calatafimi e Vita, e in Lombardia a Milano e Sesto San Giovanni.
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