Manoel De Oliveira
Ha preso il via ieri, martedì 5 maggio, per proseguire fino a venerdì 29, a Milano, presso il MIC – Museo Interattivo del Cinema (Viale Fulvio Testi 121), a cura di Fondazione Cineteca Italiana, Omaggio a Manoel De Oliveira, una rassegna dedicata al più grande cineasta portoghese, scomparso lo scorso 2 aprile, senz’altro fra gli autori cinematografici europei più autorevoli e originali, considerandone l’indubbia maestria nel visualizzare con tratti sempre più personali e caratteristici (in primo luogo la teatralità della messa in scena, enfatizzata dalla macchina da presa fissa e dall’accentuata rilevanza offerta tanto alla recitazione attoriale quanto all’attenzione per ogni particolare scenografico) un universo contornato da puntuali riferimenti letterari e alla tradizione storica/culturale della propria terra d’origine. Oliveira nel corso della sua carriera si è fatto portatore di un cinema la cui essenza artistica e vitale veniva man mano costituita, in egual misura, dal fluire di dialoghi e immagini, fino a rappresentare, attraverso un calibrato ed elegiaco afflato, cui non sono estranei elementi filosofici, la classica dicotomia propria del rapporto che si viene a costituire fra arte e vita.
In attesa di conoscere il suo film “segreto”, Visita ou memórias e confissões, girato nel 1982, destinato per sua espressa volontà a essere proiettato soltanto una volta che fosse morto, la cui proiezione costituirà uno dei principali motivi di richiamo della sezione Cannes Classics del 68mo Festival (13-24 maggio), la rassegna consentirà la visione delle pellicole girate dal Maestro a partire dagli anni Novanta fino a Gebo e l’ombra (2012), uno dei suoi titoli più recenti, un periodo particolarmente ricco e ispirato, che attesta l’incredibile vitalità e voglia di cinema di un de Oliveira già molto anziano. I titoli proposti comprendono autentici capolavori come Un film parlato (2003), La lettera (1999), Parole e utopia (2000) e Porto della mia infanzia (2001); “giochi letterari” quali I misteri del convento (1995), La valle del peccato (1993), Il quinto impero (2004) e Specchio magico (2005); film che cavalcano il confine tra dramma e commedia come Party (1996), Bella sempre (2006), seguito ideale di Belle de jour (Luis Buñuel, 1967), Il principio dell’incertezza (2002) e Singolarità di una ragazza bionda (2009); Inquietudine (1998) e Ritorno a casa (2001), riflessioni sulla vecchiaia; infine una chiusura ideale con Viaggio all’inizio del mondo (1997).*********************
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