Circonferenze, curve e anche sfere che vengono attraversate da raggi e anche da rette di cristalli. Capi con linee precise, quasi pitagoriche con dei colori accesi che vengono ravvivate con le geometrie e anche con pennellate Pop. Pull in cachemire con cagoule e schiena in seta e mini abiti a trapezio in cady. Gonne che sembrano doppie grazie ad un’abile costruzione di soffietti. Stratificazioni di tantissimi pezzi lineari, polo di organza da indossare come un abito sopra agli smart pant.
Le geometrie musicali di Veronesi vanno ad irradiarsi anche al soprabito ed al gilet di visone con un centinaio di tasselli per capo. L’esercizio degli intarsi va ad estendersi. Il poncho scamosciato con delle applicazioni di pelle come nuovo capo spalla che è rifinito da mezzo chilometro di frange smacchinate a mano, lo chemisier bicolore, blu e azzurro, quale alternativa colorata al tubino nero. Ancora intarsi, ma di pelle guanteria, sui capi di pizzo: ali nelle quali anno ad inserirsi ancora in applicazioni di organza. Cuciture di cristalli Swarovsky e microscopiche impunture da selleria che va a rinnovare il denim inedito anche nei tagli maschili, anche nel trench. I motivi circolari di Veronesi tornano, intagliati, nelle calzature d’argento brillante con la zeppa o il tacco a spillo.
Le scale asimmetriche di frange multicolor che percorrono tutta la collezione e danzano intorno alla silhouette, donando un andamento “allegro, allegrissimo”.
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